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Castellammare di Stabia

Juve Stabia, fine di un’era: l’emozionante addio di Andrea Langella

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È ufficiale il passaggio di consegne in casa Juve Stabia. Nella giornata di ieri, l’intero pacchetto di quote societarie è stato acquisito dalla Brera Holding (in quota Solmate), segnando la fine del ciclo guidato da Andrea Langella.

Si chiude così un percorso durato ben sei anni, durante i quali Langella ha ricoperto ogni ruolo possibile all’interno del club: da sponsor nell’anno della promozione 2018/2019, a socio, poi presidente e infine patron unico. Un’avventura culminata con il raggiungimento del punto più alto nella storia ultracentenaria delle Vespe: la semifinale di ritorno dei playoff per la promozione in Serie A, un traguardo mai toccato prima.

Non si tratta di una nota ufficiale della società, ma di un saluto personale che l’imprenditore ha voluto rivolgere alla città, ai tifosi e a tutti coloro che hanno condiviso con lui questi anni intensi. Langella lascia il timone con la consapevolezza di aver salvato il club  e di averlo reso un modello di sostenibilità appetibile per gli investitori internazionali.

“Un percorso tortuoso ma ricco di soddisfazioni”

Nella sua lettera di commiato, Langella non nasconde le difficoltà affrontate, specialmente all’inizio della sua gestione solitaria.

“Si chiude oggi un capitolo importante della mia vita personale oltre che imprenditoriale” scrive l’ex patron. “Lasciare la Juve Stabia vuol dire chiudere un percorso lungo, tortuoso ma ricco di incredibili soddisfazioni. Un cammino iniziato come sponsor e che ho deciso di percorrere fino in fondo quando chiunque al mio posto avrebbe preferito battere in ritirata”.

Il riferimento è chiaro al periodo del Covid e alla dolorosa retrocessione in Serie C nel 2020:

“La Juve Stabia era agonizzante perché le risorse immesse da chi mi ha preceduto purtroppo non bastavano più. A questo si è aggiunta una dolorosa ed inopinata retrocessione… una mazzata tremenda dalla quale, però, abbiamo saputo rialzarci grazie allo spirito di squadra”.

Il modello sostenibile: Giovani, Stadio e Bilanci

Il lascito di Langella non è solo sportivo, ma strutturale. Nel suo saluto rivendica con orgoglio il lavoro fatto per risanare i conti e valorizzare il patrimonio del club, elementi che hanno reso possibile l’arrivo della nuova proprietà straniera. Tra questi la ristrutturazione del debito e il risanamento finanziario. La richiesta di risorse economiche per lo Stadio Romeo Menti, fondamentali per disputare la cadetteria a Castellammare di Stabia, lo sviluppo del settore giovanile e dell’Academy e la valorizzazione del minutaggio, una politica che ha unito risultati tecnici ed entrate economiche.

“Abbiamo costruito un progetto sostenibile, legato ai giovani e ad un’idea di calcio innovativa”, sottolinea Langella, spiegando come questo lavoro fosse propedeutico a “rendere la società appetibile anche ad investitori stranieri, esattamente come poi è avvenuto”.

Il sogno Serie A e il saluto ai tifosi

Il cuore della lettera è dedicato all’ultima, straordinaria stagione. Un’annata che ha visto il Menti tornare a ribollire di passione e la squadra sfiorare l’impresa.

“Abbiamo toccato le vette più alte della storia della gloriosa Juve Stabia… I tifosi hanno avvertito forte il senso di appartenenza che ha pervaso la squadra ed hanno affollato lo stadio regalandoci pomeriggi e serate da brividi. Anche solo aver sfiorato la promozione in A resterà qualcosa di indelebile nel cuore di tutti”.

Andrea Langella si congeda con umiltà e orgoglio, ammettendo di aver “commesso errori” ma di non aver “mai lesinato impegno”, chiudendo con una promessa che va oltre i ruoli societari:

“Lascio a malincuore ma con la consapevolezza di aver dato tutto me stesso. Stabiese un giorno, stabiese per sempre”.

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