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Castellammare di Stabia

Giovanni Cefis: “Affrontare questa Juve Stabia non è facile per nessuno. Il Menti ti dà una carica enorme”

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Giovanni Cefis, ex centrocampista della Juve Stabia, è stato ospite della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese” in onda su Vivicentro.it, regalando ai tifosi gialloblù un racconto appassionato e ricco di aneddoti sulla sua esperienza a Castellammare. La redazione di Vivicentro.it ha raccolto e sintetizzato le sue dichiarazioni.

Cefis ha subito espresso il suo forte legame con la città: “Ultimamente sono stato a Castellammare e ho rivisitato tutti i posti che ricordavo, mio figlio è praticamente nato lì, è stato bellissimo ritornare e forse tornerò il mese prossimo. Sono stato sempre denominato il terrone del Nord, mi sono sempre trovato bene al Sud.” Ha poi aggiunto: “Vivevo a Vico Equense, ma giravo sempre per Castellammare, mi piace sempre tornare e adesso se riesco vengo 2-3 giorni perché sto bene lì.”

Nonostante l’amore per la città, Cefis ha ricordato le difficoltà iniziali con il traffico: “Castellammare è un manicomio per il traffico, il primo mese sono impazzito, non riuscivo a capire niente, una volta abituato è stato un divertimento totale, è tutto bello e caratteristico.”

L’ex centrocampista non ha nascosto le problematiche vissute durante la sua permanenza alla Juve Stabia: “Ho trascorso un anno difficile, ho fatto 5\6 mesi fuori rosa, minacciato e quant’altro, ho spiegato il perché non giocavo più.” Cefis ha ripercorso le tensioni legate al cambio di allenatore: “Potevamo fare un bel Campionato, arrivavo nel periodo difficile dopo la mancata riconferma di Musella, lui aveva volontà di ritornare ma non c’era intenzione da parte della società, questo ha creato qualche tensione e nervosismo.

I risultati non erano positivi in modo continuo e sicuramente c’era un po’ di tensione, ma secondo me era questione di avere pazienza, nel calcio non si ha mai troppa pazienza, per me al cambio di Specchia si andò nel baratro, arrivò un allenatore (Viviano Guida) che non c’entrava niente con la categoria.”

Ha poi rivelato un episodio significativo: “Lui mi faceva giocare anche da terzino quando invece in rosa aveva un certo Feola quando gli ho espresso la mia perplessità, che sarebbe stato meglio far giocare i calciatori nel proprio ruolo, è stata presa come un mio capriccio e sono stato messo fuori rosa. Quell’anno poi mi ricordo che siamo andati a giocarci la semifinale di Coppa Italia, vincevamo 1 a 0 in casa con annessa superiorità numerica, il Presidente Fiore ordinò di cambiarmi e subimmo il gol del pareggio. Ad Empoli poi sbagliammo un calcio di rigore ed uscimmo dalla competizione.”

Un altro aspetto delicato toccato da Cefis è stato quello degli stipendi: “Ci fu anche problema di stipendi che non presi per 9 mesi, gli altri firmavano le buste paga senza prendere soldi e da lì fui minacciato affinché firmassi le buste paga fasulle, i tifosi lo sapevano, mi hanno rispettato. Mi hanno anche negato di allenarmi con la squadra, mi allenavo con i ragazzi nell’hinterland, avevo due anni di contratto e quando ho avuto l’opportunità di giocare al Menti mi sentivo a casa.” Nonostante tutto, Cefis ha conservato un buon ricordo dei tifosi e dei derby: “Ricordo tutti i derby con Savoia, Turris e Nocerina. Quell’anno potevamo fare un signor campionato ma fu tutto rovinato.”

Cefis ha espresso un giudizio positivo sulla Juve Stabia attuale: “Se vedi la Juve Stabia di oggi, Pagliuca ha creato un gruppo forte e affamato e poi alle sue spalle c’è una società che lascia ampia autonomia decisionale. Credo che il rispetto dei ruoli sia fondamentale, un DS che lavori in sintonia con l’allenatore e che componga una rosa con un obiettivo ben preciso da inizio anno in cui si vince e si perde tutti non può che far bene. Lavorare tutti insieme è lì che si vedono le persone e professionisti seri. A me è capitato che quando vinci ci sono tante persone attorno a te ma come perdi due partite tanti si voltano dall’altra parte e si dimenticano di te.” Ha poi ricordato un aneddoto curioso: “Con l’Albinoleffe in serie B (2011-2012) andai tra gli stabiesi a vedere la partita tra lo stupore dei bergamaschi. Fu una giornata spettacolare.”

Tra i ricordi più vividi, Cefis ha citato la partita contro il Lecce: “Ricordo ancora la partita col Lecce, fu una partita indimenticabile, erano due giorni che era arrivata mia moglie con il bambino. Ero in albergo, stavo trovando casa, quando sono andato a fare allenamento, la spostarono in un quartiere poco raccomandabile (Scanzano), le dissero di non andare in giro. Lei piangeva, voleva tornare a casa, la fortuna volle che non c’erano voli, il giorno dopo andammo a Vico e non volle andare più via. Erano i primi momenti, poi mia moglie si abituò. Anche mio figlio ha amici nella zona di Castellammare.”

Cefis ha poi parlato del suo legame con i colori gialloblù: “Ero a Leffe biancoazzurro come Crevalcore e Verona e Stabia gialloblu, sono i colori della mia vita.” Ha raccontato un aneddoto legato al suo periodo militare a Verona: “A Verona ho fatto il militare nell’anno dello Scudetto, uscivo e andavo allo Stadio, l’ultima mezz’ora si aprivano i cancelli, vidi quell’annata, poi mi sono trovato a giocare lì e fu una cosa pazzesca, era un’altra mia casa, mi sono legato tantissimo, c’erano problemi economici, era stata stravolta la squadra. A Verona a prescindere dalla categoria si segue la squadra.”

L’ex centrocampista ha ricordato un momento difficile a Verona: “E’ stata una stagione rovinata per un infortunio alla caviglia, non lo dimenticherò mai. Dopo quell’esperienza andai alla Juve Stabia con tanto scetticismo per il pensiero che si aveva del Sud. Ho vissuto una cosa che non avrei mai pensato di vivere un calcio così passionale con scontri tra tifoserie che ti davano una carica pazzesca durante la partita.”

Ha poi sottolineato il suo rapporto con i tifosi: “Tante volte i giocatori hanno un fare altezzoso e magari evitano un po’ i tifosi, io non li ho mai evitati; ho avuto una polemica a Verona con l’infortunio: il mister mi chiese di giocare col Vicenza con una caviglia ancora gonfia, un energumeno voleva picchiarmi, la presero male perché reagii in modo duro e da quel momento si incrinò un po’ il rapporto con la tifoseria. Ho sempre regalato maglie ai ragazzi e non guadagnavo chissà che cifre, c’era ristrettezza economica.”

Cefis ha riflettuto sulla solitudine del calciatore: “Un giocatore è una persona come le altre, ma finito il tuo momento di gloria ti ritrovi il più delle volte solo, i presunti amici che non lo sono, quando finisce tutto non li vedi più. Credo che una persona debba essere apprezzata sempre. Mi sento sempre con amici di Castellammare perché con loro ho avuto sempre un grande rapporto.”

Ha poi parlato delle dinamiche societarie del suo periodo: “All’inizio giocavo e andava bene, le cose non le percepivo, avevo capito dell’addio a Musella che voleva rientrare, quello ha creato pressione per quello che ha fatto a Castellammare, ma probabilmente era arrivato alla fine di un ciclo, queste situazioni hanno creato dei disturbi e poi c’era Fiore che voleva intromettersi sempre nelle questioni tecniche e secondo me ha sbagliato perché è vero che ci metteva i soldi, ma si perde di credibilità.”

Cefis ha mantenuto i contatti con alcuni ex compagni: “Ho sentito Feola e Nicodemo ultimamente, ho visto Costantino con cui ho legato tanto, poi c’era Pizzo, Bertuccelli, Buoncammino, Antonio Dall’Oglio; con quella squadra legai con tutti. Ansaldi era un buon giocatore, ma aveva problemi muscolari.”

Tornando all’attualità della Juve Stabia, Cefis ha espresso il suo apprezzamento: “La Juve Stabia attuale ha un’identità con l’allenatore, con cattiveria, carattere e qualità tecniche importanti, quest’anno ha un bomber come Adorante, fa gol da attaccante vero, la spizzata di testa (contro la Cremonese) è da bomber vero. C’è anche fortuna ma ci vuole anche quella. La Juve Stabia è una squadra tosta, difficile da affrontare. Thiam è un buon portiere e rispecchia il suo allenatore non sarà facile per nessuno affrontarla.”

Infine, Cefis ha commentato il campionato di Serie B: “Il Sassuolo aveva i favori del pronostico, non è facile quando si scende dalla A, ma comunque si rischia. Berardi ha dato quel qualcosa in più. Gli emiliani sono forti come il Pisa hanno possibilità economiche importanti. La Sampdoria invece deve guardarsi le spalle. La B come sempre è equilibrata e difficile perché non bisogna mai mollare.

La Sampdoria è la delusione per storia, squadra, stadio, nessuno si aspettava che fosse lì in fondo, quando si retrocede se non si è bravi a calarsi nella realtà si rischia di fare doppio salto all’indietro. La Samp probabilmente credeva di vincere facile ma adesso si trova a lottare. Con lo staff societario in parte cambiato (con l’arrivo di alcuni uomini bandiera), sabato hanno vinto ma non è facile per loro.

Contro la Juve Stabia per loro sarà una gara tosta ma arrivano galvanizzati, con Lombardo ed Evani nell’ultimo turno si è rivisto un grande entusiasmo con un ambiente da 30mila persone. A Castellammare non sarà facile, l’euforia di questa vittoria dovranno metabolizzarla, i problemi non sono spariti. Il Menti è un bello stadio, è una bella emozione. Prima di venire alla Juve Stabia ero abituato con soli 2500 spettatori che venivano allo stadio con disinteresse, a Castellammare invece lo stadio diventa una bolgia. Quando è pieno lo stadio si percepisce una spinta incredibile, e giocare risulta più facile come contro  il Lecce. Gli stadi come il Menti creano un ambiente che per chi gioca a calcio è comunque difficile, bisogna essere forti. Penso che ogni calciatore voglia giocare in quel tipo di  contesto, ti senti calciatore. L’Albinoleffe ha un centro sportivo bellissimo, ma è un parco, non si sente il calore dei veri stadi, il calciatore vuole sentire il calore della gente.”

Cefis ha concluso con un aneddoto su Pippo Inzaghi: “Andrò a breve a trovare Pippo Inzaghi, l’ho visto crescere, non è stata facile la sua carriera, ma aveva una grande forza d’animo, come oggi in panchina è sempre assatanato, in B sta facendo bene a Pisa. Era molto irrequieto ed ero uno dei pochi a sopportarlo (ride), era un maniaco a leggere tutto di sport. Lo invitavo a dormire (ride). Era uno che studiava arbitro, difensori perché voleva capire come affrontarli ed aveva 19 anni, ma è stata la sua forza. Oggi le sue partite sarebbero interminabili perché interrotte sempre dal VAR (ride).

Piovanelli era il giocatore più forte che ho visto io, ma aveva tantissimi problemi fisici e gravava sulla società (Verona) perché aveva un contratto importante”.

Un racconto a tutto tondo quello di Giovanni Cefis, che ha ripercorso con passione e sincerità la sua avventura in gialloblù, lasciando trasparire un affetto sincero per Castellammare e la sua gente.

Juve Stabia TV


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