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Castellammare di Stabia

Fabio Fabbri: Un appello alla pazienza e un tuffo nel calcio che fu per la Juve Stabia

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Fabio Fabbri, ex portiere e figura storica della Juve Stabia, ha offerto una panoramica approfondita sulla situazione attuale della squadra e ha condiviso preziose riflessioni sul calcio di oggi e di ieri, sottolineando l’importanza della pazienza e della serenità per il cammino delle “Vespe” nel campionato di Serie B.

Un Inizio Difficile e la Necessità di Tempo

Intervenendo in qualità di esperto di calcio, Fabbri ha riconosciuto che la piazza di Castellammare è “molto esigente” e “esercita molta pressione” sulla squadra.  Tuttavia, ha subito messo in guardia contro le critiche “eccessive” dopo sole tre giornate di campionato, definendole “troppo poche” per emettere giudizi definitivi.  Secondo Fabbri, la squadra merita il “credito che si sono conquistati l’anno scorso” grazie a un “super campionato”.Ha osservato che molte squadre affrontano la Juve Stabia con un atteggiamento “attendista”, come visto con la Reggiana che si è presentata “molto guardinga”, schierata tutta dietro in attesa di ripartire.  Questa è una dinamica che Fabbri si aspetta di vedere spesso al Menti.  Il tempo è un fattore cruciale, dato che molti giocatori sono cambiati e il gruppo necessita di riformarsi.  I “reali valori” di una squadra, a suo dire, emergono solo tra la dodicesima e la quattordicesima giornata.

Fabbri ha anche sottolineato la difficoltà e l’incertezza del campionato di Serie B, dove i pronostici iniziali spesso vengono smentiti.  Elogi al Direttore Sportivo Lovisa e al Nuovo Portiere Confente.Il discorso si è poi spostato sulla dirigenza, con Fabbri che ha espresso grande stima per il direttore sportivo Lovisa che nonostante la giovane età, Lovisa ha “dimostrato di saperci fare”  e “gli va dato cioè va rispettato”.  Fabbri ha evidenziato una relazione simbiotica: “Serve il direttore a Castellammare quanto Castellammare sera serve al direttore”, definendo Castellammare una piazza “formativa” e una “grandissima esperienza” per il direttore.

A suo avviso, Lovisa ha dato molto, ma anche Castellammare ha dato molto a lui.  Riguardo al nuovo portiere Confente, Fabbri ha espresso una “buonissima impressione” basata sulla partita visionata.Ha descritto Confente come “molto puntuale negli interventi”, “attento”, che “giocava alto” e “è uscito in qualche situazione con tanta sicurezza”.  Pur non conoscendolo a fondo, ha notato che Confente ha “caratteristiche totalmente diverse” dalle sue, essendo molto alto, mentre Fabbri si considerava più reattivo.

L’Evoluzione del Ruolo del Portiere e un Paragone Tra Epoche

La difficile eredità lasciata da Thiam per Confente è stata un punto di riflessione per Fabbri, che ha condiviso la sua esperienza nel raccogliere l’eredità di Strino.  Vivere tale situazione è uno “stimolo” a “entrare in campo sempre concentrati” e “sbagliare poco” per far dimenticare chi ha fatto bene.  Tuttavia, Fabbri ha espresso una certa riserva sull’evoluzione moderna del ruolo del portiere, che ora deve essere più coinvolto nell’impostazione del gioco. “A me non piace tanto”, ha confessato.  Per lui, la priorità assoluta di un portiere è “essere bravo a non far entrare la palla in rete”.

Sebbene oggi sia necessario essere “molto più bravo coi piedi” per le richieste degli allenatori di “partire dal basso”, la “regola principale” rimane l’abilità tra i pali e le caratteristiche tradizionali.

La qualità della Juve Stabia degli anni ’90

Paragonando il calcio del passato con quello attuale, Fabbri ha concordato che i giocatori della sua epoca, come Talevi, Lunerti, Musella, Monti e Veronici, avrebbero potuto giocare in Serie B di alta classifica o in Serie A per la salvezza, grazie non solo alle loro “caratteristiche tecniche” ma anche alla loro “personalità”.  Il calcio degli anni ’90, a suo dire, era caratterizzato da una “diversa” esperienza e da un modo di interpretare e gestire la partita con “più astuzia”, “mestiere” e “personalità”, qualità che oggi Fabbri non vede con la stessa intensità.  La “concezione del mestiere” era profondamente diversa, con i giocatori “molto attaccati alla squadra” e rapporti forti con l’ambiente, creando “gruppi speciali”.

Auguri per il Futuro e Ricordi Indelebili

Per il futuro della Juve Stabia, Fabbri ha espresso la speranza che la squadra si riconfermi in Serie B, considerando la categoria “un traguardo bello” e l’opportunità di “assaporare il calcio vero”.  L’obiettivo della salvezza, per lui, è “scontato”, e l’augurio è che si possa replicare il campionato dell’anno scorso, a condizione che si mantenga “un ambiente sereno”.Infine, Fabbri ha condiviso ricordi emozionanti del suo periodo a Castellammare, dal coro “Magico Fabbri” alla profonda “unione tra squadra, tifosi e città”, che “stimolavano a far bene”.  Il ricordo più vivido, più di “100 parate”, è la sensazione di salire le scale del Menti e vedere lo stadio “pieno o strapieno” ogni domenica.

Ha rievocato aneddoti come l’invasione dei tifosi stabiesi a Caserta per la partita contro la Sambenedettese, un’esperienza unica.  La Serie B “è tanta tanta roba” per la città e per la società, e Fabbri spera di “non vedere più la Serie C”.

Juve Stabia TV


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