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l mese di marzo si apre con una doccia fredda per la Juve Stabia. Al Romeo Menti, il Cittadella fa bottino pieno, imponendosi per 1-0 e lasciando le Vespe con l’amaro in bocca e una prestazione decisamente sottotono da analizzare. Dopo la sconfitta di Pisa, si sperava in una reazione immediata tra le mura amiche, ma la squadra di Guido Pagliuca è incappata in una serata storta sotto tutti i punti di vista, offrendo una delle prove più deludenti della stagione, risultato a parte.
Se il ko toscano aveva lasciato margini di giustificazione, complici le assenze e un arbitraggio discutibile, questa volta non ci sono attenuanti che tengano. La Juve Stabia è apparsa irriconoscibile, lontana anni luce dalla formazione grintosa e propositiva ammirata nelle precedenti uscite. Contro un Cittadella tutt’altro che trascendentale, le Vespe hanno offerto una prestazione opaca, priva di mordente e soprattutto di idee, deludendo le aspettative di un pubblico che si aspettava ben altro.
Cosa è successo? Domanda lecita, che serpeggia tra i tifosi e gli addetti ai lavori. Difficile individuare una singola causa. Forse un calo di tensione dopo un periodo positivo, forse una sottovalutazione di un avversario che, pur senza incantare, ha dimostrato solidità e cinismo. Oppure, più semplicemente, una di quelle serate in cui nulla gira per il verso giusto, in cui la squadra si inceppa e non riesce a esprimere il proprio potenziale.
Quel che è certo è che la Juve Stabia vista contro il Cittadella è la brutta copia di se stessa. Una squadra spenta, senza nerbo, incapace di creare pericoli concreti. L’attacco, orfano di Candellone e con Adorante troppo isolato e prevedibile, non è mai riuscito a impensierire la retroguardia veneta. Il centrocampo, motore pulsante delle Vespe, ha faticato a costruire gioco e a innescare le punte, mentre la difesa, solitamente un punto di forza, ha mostrato qualche incertezza di troppo, seppur non direttamente responsabile del gol subito.
Il Cittadella, dal canto suo, ha capitalizzato al massimo le proprie occasioni. La squadra di Dal Canto ha messo in mostra una organizzazione tattica invidiabile, chiudendo gli spazi e ripartendo con efficacia. Il gol di Okwonkwo, arrivato quasi a freddo, è la perfetta sintesi del cinismo ospite: minimo sforzo, massima resa. Una volta in vantaggio, il Cittadella ha eretto un muro difensivo, concedendo pochissimo e gestendo il ritmo della partita con esperienza, forte del vantaggio e con il cronometro dalla sua parte.
La Juve Stabia, invece, è apparsa confusa e sterile nella reazione. Nel secondo tempo, la produzione offensiva è stata quasi nulla, riducendosi al solo colpo di testa di Varnier, troppo poco per impensierire seriamente Kastrati. L’innesto di Dubickas non ha sortito gli effetti sperati, anzi, il lituano è apparso fuori partita, al pari di molti altri compagni di squadra. Tra i singoli, la delusione è generalizzata, con poche sufficienze in un contesto di performance collettivamente insufficiente. Emblematica la prestazione di Adorante, apparso lontano dalla forma migliore e, per di più, ammonito e dunque squalificato per la prossima trasferta di Mantova.
La sconfitta, pur pesante per il morale, non compromette la classifica delle Vespe, che restano saldamente ancorate alla zona playoff ma soprattutto a debita distanza dai play out. Tuttavia, l’allarme è suonato. Dopo una prestazione così opaca, è fondamentale resettare immediatamente e ripartire con rinnovato vigore. Occorre analizzare gli errori commessi, ritrovare la brillantezza e la combattività che hanno contraddistinto la Juve Stabia nelle ultime settimane e “tornare a pedalare” per non vanificare quanto di buono fatto finora. Il campionato è ancora lungo e tortuoso, e le Vespe hanno tutte le carte in regola per rialzarsi e tornare a volare. Ma servirà una risposta immediata, già a partire dalla prossima sfida contro il Mantova.