Eduardo De Filippo. Sempre vivo nei nostri cuori! 31 ottobre 2022 (’84)

Eduardo De Filippo: Tanti hanno scritto di lui, della sua vita e delle sue OPERE; ma innumerevolmente di più sono quelli che l’hanno amato e che ancora in lui, nei suoi scritti, si riconosce con immutata simbiosi. #Eduardo #EduardoDeFilippo #autore #commediografo #poeta #scrittore #attore

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Eduardo De Filippo: Tanti hanno scritto di lui, della sua vita e delle sue OPERE; ma innumerevolmente di più sono quelli che l’hanno amato e che ancora in lui, nei suoi scritti, si riconosce con immutata simbiosi. #Eduardo #EduardoDeFilippo #autore #commediografo #poeta #scrittore #attor

31 ottobre 1984 / 2022: Eduardo De Filippo. Sempre vivo nei nostri cuori!

Il 31 ottobre 1984 Napoli, l’Italia e il mondo intero perdevano uno degli artisti più grandi della storia del teatro e non solo. Il cuore di Eduardo De Filippo cessava di battere, lasciandoci tutti un po’ più soli. Come se quel sipario, dalla sua morte, non fosse mai più stato capace di aprirsi del tutto.

Il 31 Ottobre del 1984 scompariva uno dei più grandi drammaturghi del Novecento, il secondo italiano tradotto nel mondo dopo Luigi Pirandello.

E proprio da Pirandello parte il ricordo di Valerio Tagliaferri del grande Eduardo De Filippo, che fu uno dei primi, insieme ai fratelli Titina e Peppino, a portare sul palcoscenico le opere del grande autore siciliano, che di alcune versioni interpretate dai tre fratelli curò anche la regia.

Forse da questo stretto contatto Eduardo, figlio naturale del grande Eduardo Scarpetta, acquisisce la voglia di scrivere oltre che di recitare. Le sue opere, come quelle del suo maestro, spaccano gli schemi e, raccontando vicende di semplici e comuni mortali, ci narrano la nostra società e la nostra anima.

E’ inutile chiedermi quale commedia eduardiana io preferisca: tutte, in relazione poi al momento in cui fluttua la mia vita. Non posso non considerare “Questi fantasmi” o “Napoli milionaria”, ma mi sentirei drammaticamente in colpa a non portare sull’isola deserta “Il sindaco del Rione Sanità” o “La grande magia”.

Una cosa è certa però, a rivederle tutte comincerei senz’altro da “Natale in casa Cupiello “ e “Filumena Marturano”, che sono fra le due più grandi e struggenti metafore del nostro Paese.

E pensare che alla prima di “Filumena Marturano” lo stesso Eduardo fu costretto a lasciare precipitosamente il teatro perché inseguito e minacciato dai paladini del pubblico pudore indignati con lui per aver portato sulle scene una così “insulsa e vergognosa storia”, evidentemente piccati dalla grande somiglianza ed empatia che nutrivano per Domenico Soriano, aggiungerei io.

Una sorte simile toccata pure al suo maestro Pirandello, che dovette fuggire dal teatro la sera della prima di “Sei personaggi in cerca d’autore”.

Ma possiamo stare tranquilli ormai: al momento nel nostro Paese nessun autore rischia di essere inseguito per l’attuale drammaticità della sua opera  …che tristezza!

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