La frittata è fatta. Chef de rang: Meloni, Salvini, Berlusconi, Conte

La “frittata” è fatta e servita. Ora bisogna far bene attenzione a cosa fare perché basta poco per far ritrovarsi con lo “a volte ritornano”.

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La frittata è fatta e servita. Ora bisogna far bene attenzione a cosa fare perché basta poco per far ritrovarsi con lo “ a volte ritornano ”.

La frittata è fatta. Chef de rang: Meloni, Salvini, Berlusconi, Conte

Fantasmi del passato, realtà dell’appena ieri, possibile incubo di un prossimo futuro sono tutti lì sull’uscio per una nuova “marcia su Roma”. Spingono per entrare e partecipare al neo “sacco di Roma”

Qualche giorno fa Francesco Merlo, su Repubblica, scriveva:

“La crisi di governo e il ritorno alla natura: da Salvini a Meloni, il risveglio degli istinti primordiali
 Il segretario della Lega ha resuscitato il vecchio se stesso, quello che voleva radere al suolo i campi rom e castrare i delinquenti.
Il coperchio di Draghi già non c’è più e la pentola vomita quello che ribolliva dentro: l’incredibile Hulk della ruspa padana, la reginetta illiberale dei coatti, il Berlusca fregatutti, la corrente Kamasutra del PD”

Ieri, sempre su Repubblica, Maurizio Molinari ha scritto:

“Porre fine al governo di Mario Draghi è una scelta politica miope che nuoce all’interesse nazionale e ci precipita in una tempesta perfetta. La caduta del premier ci ricorda che la sfida con il fronte sovranista è ancora ben lungi dall’essere vinta”.

 Su la Stampa, Francesco Olivo, scrive:

Salvini e Berlusconi staccano la spina: “Adesso uniti in campagna elettorale”
Con lo strappo di ieri il segretario leghista cerca di riconquistare la guida della coalizione. Il dialogo con Meloni e l’attacco a Draghi

Questi alcuni input di partenza sui quali riflettere e ragionare, ciascuno con la propria testa e secondo sua intelligenza su quella che, per me, è come dire che ” la frittata è fatta “.

Io ci provo con la mia per segnalare, appunto, che a volte, quando la frittata è fatta, alcuni ritornano; e questi, a larghe maglie, sarebbero i fascisti.

Stringendo le maglie ci troviamo impigliati: Meloni, Salvini e Berlusconi.

Un bel terzetto, non c’è che dire. Un terzetto che fa echeggiare, nella mia memoria, il titolo di un film vecchio ma che, anch’esso, torna spesso: Il Buono, Il Brutto ed Il Cattivo”; a ciascuno di voi l’attribuzione delle parti.

Io mi concentro su Salvini che è anche il più “anguilloso” dei tre. Uno che scivola da tutte le parti, scappa, torna, si contorce e scivola ancora via.

Uno, insomma, che per quanto tu faccia a volerlo porre in un punto ben fisso, proprio non ci riesci mentre, per la Meloni e Berlusconi, il quadro e la carta d’identità è ben chiara, da sempre!

Per Salvini si potrebbe dire altrettanto ma è un soggetto scivoloso che però alla fin fine, proprio come un’anguilla, torna alla zona di nascita e quindi riecco “l’incredibile Hulk della ruspa padana”, riecco il Caporale che si è fatto Capitano e quindi rieccolo con il suo solito obiettivo:

  1. essere, malgrado i sondaggi, la prima forza della coalizione per diventare poi presidente del Consiglio.
  2. In alternativa, se a Palazzo Chigi dovesse andare la Meloni,  rivendicherà un possibile ritorno al Viminale e quindi la guida del ministero dell’Interno.

Belle prospettive ed alternative, no? Un tris Meloni, Salvini e Berlusconi.

Prospettive ed alternative che a me fanno venire un brivido che, sebbene magari potrebbe essere piacevole per il periodo torrido che attraversiamo, proprio piacevole non è!

E questo è, per me!

Poi ciascuno pensa e gode in modo diverso per cui a me non resta che salutare con il solito Povera Patria

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