Il 9 Maggio il già procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho e Don Tonino Palmese, Vicario Episcopale per il settore carità e giustizia dell’Arcidiocesi di Napoli, sono stati ospiti per una conferenza in 2 istituti superiori stabiesi.
a href="https://vivicentro.it/cronaca/camorra-gli-8-consiglieri-finiti-nella-relazione-della-commissione-daccesso/">Il comune sciolto per infiltrazioni mafiose, le scarcerazioni eccellenti dei boss, il pericolo faida incombente: è forse il momento più buio della storia recente della “città delle acquee”. Ma un bagliore luminoso di speranza splende costantemente grazie all’impegno degli insegnanti e del personale scolastico che ogni giorno nelle loro aule sconfiggono la camorra attraverso le loro proposte didattiche.
Grazie all’evento di oggi quel bagliore ha brillato più forte arrivando ad accecare quei personaggi oscuri che divorano Castellammare.
“In memoria delle vittime innocenti delle mafie e del terrorismo”, questo il titolo dell’incontro interscolastico svoltosi alla presenza di insegnati e studenti nell’ “Istituto Tecnico Industriale Renato Elia” e nel liceo Severi.
All’iniziativa hanno partecipato due pezzi da 90 della lotta contro le mafie: il già Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho e Don Tonino Palmese, Vicario Episcopale per il settore carità e giustizia dell’Arcidiocesi di Napoli.
2 conferenze commoventi e a tratti da brividi che raggiungono la carica massima emotiva al momento della lettura dal palco dei nomi delle vittime innocenti delle mafie: ogni volta che una veniva nominata lo studente che aveva il cartellone con il nome chiamato si alzava in piedi urlando presente. Il tutto si è svolto in un silenzio solenne in rispetto alla memoria di coloro che hanno dato la vita nella lotta alle mafie. Non a caso l’evento si è svolto il 9 maggio, lo stesso giorno in cui si ricorda l’omicidio di Peppino Impastato, attivista massacrato a Cinisi dalla mafia nel’78.
La lotta alla mafia è un impegno costante: lo ricordano più volte le presidi dei 2 istituti stabiesi.
La scuola ogni giorno si impegna in questa guerra combattendola a colpi di cultura mostrando la bellezza, conoscenza che rappresenta l’unica via per far apprendere ai ragazzi la capacità di discernimento tra il bene e il male. Cosi la preside del Renato Elia, Giovanna Giordano:
Quanto è importante, anche in merito al tragico periodo che sta vivendo Castellammare, organizzare questi eventi per sensibilizzare gli studenti?
“La scuola lo fa ogni giorno. Questi eventi servono a sugellare un percorso, a lasciare un segno nella memoria dei ragazzi. La scuola è un luogo di vita e di formazione. Non si forma bene la persona se non la si forma al senso del bene e del giusto. Non c’è giustizia vera senza accoglienza, non c’è bene vero se non c’è la capacità di discernere quel bene. La capacità di discernimento nasce dalla conoscenza e dall’incontro reciproco, dalla contaminazione delle culture e dai diversi modi di vedere. I giovani devono essere aiutati a crescere, devono essere coltivati”
GLI INTERVENTI
Gli ospiti sono stati accolti in entrambi gli istituti da uno spettacolo musicale degli studenti coordinato per il Renato Elia dal Prof Mario Blasio e per il Severi dal maestro Alfredo.
L’Orchestra del Severi ha eseguito tre brani in collegamento ai temi della giornata: “l’Inno di Mameli”, “l’Inno alla Gioia” e “Now we are free”: ora siamo liberi, ossia non più viventi e perciò liberi dalla materia, in una canzone per la vita intesa come combattimento ad oltranza.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO
“Dovete credere in voi stessi”.
Così il magistrato italiano. Un invito ad affrontare i propri limiti e a vincere le difficoltà: “se volete e vi impegnate potete raggiungere ogni obiettivo”.
Un insegnamento e un monito che Cafiero De Raho accompagna attraverso il racconto della sua gioventù: “A scuola non ero uno studente eccellente, raggiungevo la sufficienza senza mai eccellere.”
Narra di aver frequentato diversi sport. Ciò gli ha fatto apprendere il valore del gioco di squadra, il rispetto per se stesso, dell’avversario e per le regole. Insegnamenti che hanno influito sulla scelta di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza con l’obiettivo prefissato di diventare Magistrato: “tutti mi dicevano che non ce l’avrei fatta ma dentro di me c’era una voce che mi diceva che avrei raggiunto il mio obiettivo” e ancora “se ce l’ho fatta io potete anche voi”.
Cafiero De Raho ha ribadito l’importanza della denuncia dei crimini, e dell’indispensabilità della presenza dello stato nei luoghi più critici del Paese: “Quando vinsi il concorso fui l’unico a scegliere come sede Milano. La scelsi per via dell’omicidio di Alessandrini. Tutti rifiutarono quella sede, non io, poiché sono convinto che dove accadano questi delitti si debbano presentare 10,100, 1000 magistrati.”
Per il Magistrato il mezzo per sconfiggere la camorra è la cultura e il lavoro degli insegnanti: “la camorra è ignoranza, un modo errato e contrario di concepire la realtà contro le regole. Un camorrista si allontana vicino a persone di cultura perché l’unico modo che ha di comunicare è la violenza.”
DON TONINO PALMESE
“Quando salutavo mia madre le davo due baci: uno sulla fronte e uno sul ventre che è stata la mia prima casa che mi ha insegnato a discernere il bene dal male”
Per Don Tonino Palmese determinate scelte di vita sono frutto di contesti familiari e sociali compromessi. Infatti la maggior parte dei minori che hanno commesso un reato “non hanno avuto una casa che li aiutasse a distinguere il bene dal male” ritrovando il primo intervento educativo della loro vita nel carcere.
Il Don ha ricordato di quando, in compagnia di alcuni parenti di vittime di mafia, è andato in visita al carcere minorile di Nisida: “Dobbiamo creare un ponte e far attraversare e abbattere quel muro che divide noi, che conosciamo la bellezza, e coloro che hanno sbagliato. Il perdono non c’entra nulla, questo ponte deve servirgli per farli venire dalla nostra parte, anche così sconfiggeremo la mafia.”
“I più grandi insegnamenti di lotta alla mafia provengono dal basso”. A tal proposito Don Palmese ha ricordato la storia di Peppino Impastato.
Inoltre anche Palmese ha ribadito, sulla stessa linea di Cafiero De Raho, l’importanza della cultura come mezzo per sconfiggere la camorra citando la creazione della biblioteca intitolata ad Annalisa Durante: un polo di cultura in un quartiere devastato dalla camorra.
la domanda dello studente. Come fate a non avere paura?
“Non avere paura è impossibile, la paura fa parte dell’uomo. Bisogna avere il coraggio di non adeguarsi.”
Il dono degli studenti del “Renato Elia”….
Alla fine degli interventi gli studenti del Renato Elia hanno consegnato ai 2 ospiti eccellenti 2 targhe commemorative, fatte in pietra lavica, disegnate e incise dagli studenti dell’istituto.
IL PASSAGGIO DELL’AGENDA ROSSA
L’agenda rossa è una riproduzione dell’agenda di Paolo Borsellino. Un simbolo della lotta alla mafia.
Paolo Borsellino al suo interno riportò una serie di appunti che riguardavano i probabili intrecci tra stato e politica.
Questa è diventata l’icona dell’iniziativa: i presidi degli istituti coinvolti, alcuni insegnati e alunni hanno apposto la loro firma sull’agenda simboleggiando, attraverso il passaggio di consegna, la voglia di giustizia e la volontà comune di conoscere la verità, sancendo così una rete interscolastica, un’unione ricca di cultura e vogliosa di combattere e sconfiggere la camorra.
L’agenda è stata inizialmente timbrata e firmata dalla preside del Liceo Classico e Linguistico e Scienze Umane Publio Virgilio Marone di Meta poi passata e firmata al Renato Elia di Castellammare ed infine al Severi.
L’agenda verrà consegnata a Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, in ricordo di questa giornata.
LE INTERVISTE
CAFIERO DE RAHO
Le scarcerazioni dei boss, il comune sciolto per camorra. In questo contesto quanto è importante parlare con i giovani?
“Parlare con i ragazzi oggi è fondamentale. La scuola svolge un ruolo di formazione importante. I ragazzi devono comprendere i valori della Costituzione, perché attraverso la consapevolezza dei nostri diritti è pensabile che la società si possa evolvere nel senso più pieno della legalità e soprattutto che in ciascun ragazzo ci sia la consapevolezza che la vera ricchezza sia rappresentato da una ricchezza culturale e dalla capacità di autodeterminarsi senza paura.”
Cosa deve fare la politica in questo contesto per riacquisire la fiducia dei cittadini?
“Una severa selezione dei candidati che andranno ad investire cariche pubbliche. Non occorre limitarsi a coloro che sono sottoposti a condanna o a procedimento penale ma guardare all’etica che contraddistingue ciascuna persona e quindi escludere anche coloro che lontanamente si sospetta siano vicino alla camorra. Chi ha rapporti con la camorra non può ricoprire cariche pubbliche. Oggi la politica deve essere molto severa nell’ambito dell’individuazione di soggetti che vanno a rappresentarli soprattutto in territori di camorra come quello di Castellammare di Stabia.”
Uno degli allarmi della DIA è l’aumento della violenza minorile e del coinvolgimento di minori in fatti di camorra. Una certa politica, per sopprimere il fenomeno, sta pensando ad una riforma del processo minorile puntando su pene più severe e all’abbassamento dell’età imputabile. Non sarebbe giusto che invece la politica pensasse ad interventi preventivi che mirino ad allontanare i ragazzi da contesti criminali?
“Ciò a cui si sta mirando è la creazione di percorsi che possano seguire i giovani non solo nel loro andamento scolastico ma anche nel corso della giornata attraverso la partecipazione ad attività sportive e di intrattenimento con una prosecuzione anche del servizio scolastico attraverso progetti che possano continuare a far mantenere i rapporti tra i ragazzi e la scuola, gli insegnanti e gli educatori.
In fondo il più grande disagio che vivono i ragazzi è quello dell’emarginazione, il fatto di vivere in ambienti degradati li porta poi a trovare altrove soddisfazione. Il senso di frustrazione può essere superato solo attraverso la solidarietà e l’aiuto in un momento successivo alla scuola, proprio a quei servizi di intrattenimento e di rieducazione che sono indispensabili per impedire la formazione di baby gang e l’evoluzione del senso di frustrazione che provano questi minori.”
DON TONINO PALMESE
Quali possono essere gli interventi educativi preventivi che mirino ad allontanare i ragazzi dai contesti di criminalità organizzata?
Gli interventi educativi sono quelli in natura e quelli già scritti nella nostra Costituzione. Ci sono tante realtà che hanno una valenza educativa per poter incoraggiare un ragazzo a scegliere il bene rispetto al male. Il tema è che queste realtà non sono messe a sistema, ed è chiaro che quando non sono messe a sistema i ragazzi scelgano la via più semplice come l’apparire, quelle dell’avere e del prevaricare.”
Eppure dalla politica il settore delle politiche sociali viene considerato l’ultima ruota del carro, non bisognerebbe cambiare rotta?
“Bisogna partire dagli ultimi, questo è il criterio che ci può permettere davvero di orientare la nostra esistenza alla giustizia. Fino a quando non metteremo a sistema la possibilità di partire dagli ultimi saranno sempre una cenerentola le politiche sociali.”
La guerra con la Camorra è aperta. Le scuole pubbliche non hanno mai indietreggiato istruendo migliaia di ragazzi al senso più puro di giustizia e alla bellezza, il tutto però, e va detto, senza l’aiuto della politica che ogni anno taglia i fondi all’istruzione.
Il messaggio dell’iniziativa fa rumore ed è chiaro: l’istruzione e la cultura sono l’arma più potente per sconfiggere la criminalità organizzata.
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