Manifestazione a Roma contro la violenza sulle donne e di genere VIDEO

Manifestazione a Roma. Ho ancora gli occhi pieni di meraviglia. Ho visto la parte migliore di noi, ho visto che non tutto è perduto, che ce la potremmo ancora fare…

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Una marea di esseri umani alla manifestazione a Roma, contro la violenza sulle donne e di genere, una marea che avanza e risveglia la speranza.

Ho ancora gli occhi pieni di meraviglia. Ho visto la parte migliore di noi, ho visto che non tutto è perduto, che ce la potremmo ancora fare…
Una marea di esseri umani, un mare di sorrisi, di canti, la voglia di cambiare, di lottare.
La risposta più bella a quei cialtroni che applaudivano per essere riusciti ancora una volta ad affossare una legge di civiltà. Uno schiaffo in faccia agli oltre 600 parlamentari che hanno disertato l’aula quando si parlava di violenza sulle donne.
Pullman da tutta Italia si sono riversati a Roma per riprendersi le strade, le piazze, per ricordare a tutti, che l’unione fa la forza.
Adelina Sejdini era sola quando l’hanno presa per cacciarla via, come sole si trovano le donne ad affrontare la violenza, i soprusi, l’ingiustizia. Ma la marea si muove ancora.
Non so cosa scriveranno i servi del potere o se non ne scriveranno affatto ma la cronaca di oggi, quella vera, ci dice che in Italia non ci sono solo fascisti, maschilisti, no vax, massomafiosi, corrotti, razzisti, omofobi e bigotti ma bensì una marea di gente per bene che ieri ha deciso di far sentire la propria voce.
Una manifestazione straordinaria, organizzata dal movimento femminista “Non una di meno” ma udite, udite, piena zeppa di uomini, che a quanto pare, ancora esistono.
Un’organizzazione straordinaria con una risposta oceanica. Non solo streghe, che pur erano tante, ma intere famiglie, uomini e donne di tutte le età, bambini, ragazzi, canti, slogan incazzati, occhi lucidi e sorrisi…una vera meraviglia d’altri tempi.
Il raduno era per le 14 in Piazza della Repubblica, dove hanno cominciato ad affluire fiumi di persone. Testimonianze di donne da tutto il mondo. Un grande camion a fare da apripista, dai cui microfoni, si diffondevano slogan e si trattavano numerosi temi.
Si è parlato delle colpe del capitalismo, delle sub-culture maschiliste, di criminalità organizzata, di politica. Quella politica che non risponde alle esigenze delle donne, che non le tutela, anzi le giudica. Spesso, le donne vittime di abusi familiari, si vedono persino sottrarre i figli dopo le denunce. Anziché punire i colpevoli, si puniscono le vittime.
Si è parlato di strategie di contrasto alla violenza, di femminicidi,di scuola, sanità, razzismo, maschilismo e patriarcato. 109 femminicidi dall’inizio dell’anno, dimostrano l’esistenza di un problema strutturale, alimentato dal ricatto, dall’ingiustizia patriarcale e dalla dipendenza economica dei soggetti deboli.
Le richieste di aiuto da parte delle donne ai centri antiviolenza, in un solo anno sono aumentate del 73%, mentre benpensanti professoresse fanno coprire le alunne all’ora di ginnastica, per non turbare i poveri maschietti e sindaci burloni ci spiegano come distinguerci dalle prostitute, che gli turbano la morale, come se l’avessero…
In un liceo scientifico di Milano, alcuni ragazzi avevano indossato gonne rosse per solidarietà nel giorno contro la violenza sulle donne ed un prof. fondamentalista si è rifiutato di fare lezione, suscitando la reazione dei compagni contro il professore stesso.
Un mondo politico ancorato alla difesa di valori inesistenti, con politiche istituzionali sessiste ed inadeguate, che non rispecchiano i tempi attuali, incapace di redigere un piano antiviolenza adeguato e dimostrando nei fatti, ostilità verso le donne.
Una pericolosa deriva xenofoba, individualista e patriarcale che attraversa il dibattito politico pubblico attaccando principi come la solidarietà, la cura collettiva e la difesa dei soggetti più deboli, generando una società sempre più sbilanciata e disumana.
In memoria delle vittime, è stato realizzato un minuto di silenzio, durante il quale la marea di gente si è inginocchiata sulle strade rappresentando il grido muto delle donne.
Anche la Lamorgese stavolta, non ha badato a spese e le forze dell’ordine si sprecavano, unite a “babbi”, esercito e pure un elicottero che ha volteggiato tutto il tempo sul corteo. Ma niente da fare, ieri è andato tutto bene. Nessuna infiltrazione, neanche un tafferuglio, una bella giornata, contrariamente alle previsioni ed anche immensi stormi di uccelli che volteggiavano formando strane figure in cielo e che parevano seguire festosi i manifestanti, incuranti dell’elicottero di stato.
Davvero tantissimi uomini, direi quasi il 40% e tutti straordinari. Papà con le loro principesse, compagni, tantissimi giovani ma anche bellissimi ex sessantottini in vena di revival, tutti presi da canti, balli e slogan, purtroppo vecchi ma sempre attuali.
Una manifestazione salutata con grande simpatia anche dalla popolazione locale. Saluti dalle finestre, anche quelle del monastero, persino i negozianti, colpiti nel profitto, apparivano amichevoli e molti passanti salutavano festosi, realizzando filmati di quel corteo variopinto, ben lontano dai sepolcri imbiancati e dai colletti, spesso lerci più che bianchi, che legiferano nei palazzi del potere.
Si è respirato tutto il giorno una bella aria fresca, che sapeva di pulito, La gente chiedeva diritti, mentre offriva sorrisi, giustizia per le donne, pace, uguaglianza ed una società migliore, inclusiva e svincolata dalle logiche del potere e del profitto.
Il corteo ha sfilato per 5 ore, radunando la marea in Piazza San Giovanni. Lì sono proseguiti i canti ed inscenati spettacoli più o meno improvvisati.
Mi sarebbe piaciuto molto fermarmi ancora, restare lì a ballare ma quando sei una donna, ti abitui a rinunciare, le strade son pericolose, quando viaggi da sola, si sa.
Ecco perché sole non dovremmo essere mai, bensì protette da una società civile che sappia stare al nostro fianco. Una società che smetta di giustificare, di nascondere, di accettare la violenza, come naturale conseguenza di inevitabili pulsioni maschili. Una società capace di rispettare le diversità, i diritti delle donne e delle minoranze fragili.
La piazza di ieri, ci dimostra che si può ancora fare, che non tutto è perduto.
Da mesi l’opinione pubblica viene inchiodata su temi divisivi come il green pass, scatenando l’ennesima lotta fra i cittadini, volutamente distratti dal reale operato dei politici, che in questo clima strumentale, fanno passare leggi in favore di criminalità e corruzione a colpi di “fiducia” forzati e continui, scordando completamente le esigenze del popolo ma mai i loro assurdi ed ingiusti privilegi.
In molti si scateneranno contro i partecipanti, adducendo motivi sanitari o chissà cos’altro, per criticare la manifestazione. Già mi sembra di leggere i commenti imbeccati dai troll delle tante “bestie” che popolano il mondo politico, che oggi più che mai, dimostra di non essere affatto vicino alle reali esigenze delle donne e di non rispecchiare in alcun modo, il pensiero di buona parte del popolo, molto più avanti della loro eterna ipocrisia.
Ci vorrebbero tutti i giorni, movimenti come questo per inchiodare i politici alle proprie responsabilità verso il sociale e non solo alle ricche e disertate poltrone.
Vogliono impedirci di guardare la luna, focalizzando l’attenzione sul dito che la indica, mentre la folla civile di ieri, dimostra che sono ancora molti, quelli capaci di pensare con la propria testa e non facilmente manovrabili dal potere divisivo imperante nel nostro paese.
Un potere che pretende ancora di dettare le leggi della morale, che mette in discussione persino i pochi diritti acquisiti in anni di lotta sociale e che ancora una volta, dimostra di rappresentare solo forti poteri economici, lontanissimi dal popolo e dalle sue reali esigenze.

Francesca Capretta / Redazione

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