In Italia le badanti superano gli infermieri: sono 830 mila contro 650mila

In Italia c’è un esercito di 830 mila badanti: sono più degli infermieri, che in...

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In Italia c’è un esercito di 830 mila badanti: sono più degli infermieri, che in tutto sono 650 mila. Il Collegio degli infermieri denuncia che ormai vengono utilizzate anche per le cure agli anziani al posto degli assistenti sanitari. Ma se non ci fossero il sistema andrebbe in tilt.

L’esercito delle badanti tuttofare. Ora sono più degli infermieri

La denuncia: utilizzate per le cure agli anziani al posto degli assistenti sanitari

Incassare il «bonus badanti» della manovra di fine anno sarà un po’ come vincere la lotteria. Sì, perché i 20 milioni per ciascuno dei prossimi tre anni stanziati dal governo sono briciole rispetto ai 7 miliardi l’anno che le famiglie italiane sostengono per assistere in casa i propri cari. Somma che in larga parte va alla sempre più numerosa schiera delle badanti. Quasi 380 mila ne conta il censimento ancora inedito di Domina, l’Associazione delle famiglie datori di lavoro domestico.

Ma poiché oltre la metà lavora in nero ecco che l’esercito diventa di 830 mila. Più degli infermieri, che in tutto sono 650 mila. E spesso queste donne provenienti soprattutto da Romania e Ucraina finiscono per ricoprire anche quel ruolo, anche se pochissime hanno in tasca una laurea in scienze infermieristiche. Così, come denuncia il Collegio degli infermieri, armeggiando con cateteri e siringhe finiscono senza volerlo per spedire al pronto soccorso sempre più anziani alle prese con infezioni ed emorragie.

Sia chiaro, se non ci fossero le badanti il nostro sistema di welfare andrebbe in tilt. I conti li ha fatti nel 2016 la Ragioneria generale dello Stato: se i circa 910 mila anziani anziché da familiari e badanti fossero assistiti in strutture assistenziali se ne andrebbero oltre 17 miliardi di euro. E un grazie lo Stato deve dirlo anche al milione di italiani che dedicano un pezzo importante delle loro giornate (e notti) per assistere i propri cari. Non di rado mettendo a rischio il posto di lavoro. Un sistema di assistenza fai da te spesso obbligatorio, perché da un lato l’offerta di strutture assistenziali pubbliche tocca solo l’1,6% dei nostri nonni contro una media europea del 5. Dall’altro i costi delle badanti, soprattutto se regolari, non sono per tutte le tasche. Senza festivi e giorni di riposo già si superano i mille euro al mese, ma se c’è bisogno di assistenza 7 giorni su 7 ecco che si arriva ai 1.800 euro di busta paga. Però c’è da dire che gli si chiede di tutto. Anche di fare la colf, visto che secondo il Censis l’83% si dedica alla pulizia di casa e il 42% si carica le buste della spesa per tutta la famiglia.

E gli italiani come si comportano? «Da finti buonisti, che fanno il regalo di Natale e pensano che sia la tredicesima», sintetizza un’indagine di Api-colf, l’associazione dove ogni anno arrivano diecimila richieste di aiuto e consulenza per maltrattamenti e violazione di diritti. Anche se nella maggior parte dei casi si instaurano legami affettivi forti, che vanno al di là del rapporto di lavoro. Però quello della badante per i più resta un lusso. Una ricerca della Fondazione Moressa rivela che la metà degli anziani con la loro pensione al massimo può permettersi 5 ore di assistenza settimanali e solo uno su dieci può concedersi una persona sempre al suo fianco. E non è che il bonus badanti risolva il problema, visto che a dividerlo per i 900 mila che come minimo ne avrebbero diritto quei 20 milioni l’anno si ridurrebbero a una mancetta da 22 euro.

La questione è poi capire quanto sia utile continuare sulla strada degli assegni anziché dei servizi. Il nostro Paese, pur essendo uno dei più anziani, investe per l’assistenza a lungo termine appena lo 0,6% del Pil, contro una media Ocse dell’1,4, per non parlare di Olanda e Paesi scandinavi che stanziano tra il 3 e il 4% della loro ricchezza. Di conseguenza solo il 7% delle persone fragili beneficia in Italia di assistenza, contro il 15-20% dei Paesi più avanzati. Però poi l’Inps versa 30 miliardi in assegni assistenziali vari, che magari molti sfruttano per andare avanti, più che per pagare accompagno, infermieri o badanti. E anche la maggior parte dei piani assistenziali delle Regioni si basa sull’assegno più che sull’offerta di servizi. A quelli poi ci pensano i familiari volenterosi e le badanti. Magari pagate in nero. Controsensi di un welfare che avrebbe bisogno di un buon tagliando di revisione.

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