Clan Buonocore-Matrone: 13 arrestati e 8 ai domiciliari

Il Comando Provinciale Carabinieri di Salerno ha eseguito un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari a carico di 21 soggetti del Clan Buonocore-Matrone

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Il 09/12/2021, il Comando Provinciale Carabinieri di Salerno ha eseguito un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale del capoluogo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento ha disposto:

–              la custodia cautelare in carcere a carico di 13 persone;

–              gli arresti domiciliari a carico di 8 persone.

Nei confronti delle persone arrestate sono ipotizzati i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo e da guerra, violenza privata e illecita concorrenza con minaccia o violenza (tutti aggravati dal metodo e dalle finalità maliose), commessi nel periodo compreso tra gli anni 2014 e 2019.

Al contempo, sono stati eseguiti Decreti di perquisizione personale e locale – e notificate contestuali informazioni di garanzia – a carico di 11 indagati in di stato di libertà.

L’operazione si è svolta prevalentemente tra Scafati (SA) e i comuni viciniori della provincia di Napoli. Nei confronti di alcuni dei soggetti interessati, la misura detentiva è stata eseguita presso gli istituti penitenziari in cui essi erano già ristretti per altre cause, in parte riconducibili ad interventi repressivi anticipatamente effettuati nel contesto della medesima attività di indagine.

Il provvedimento cautelare si basa sui gravi indizi di colpevolezza acquisiti dal Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore, con la direzione ed il coordinamento di questa D.D.A., nell’ambito di un procedimento penale avviato a partire dalla metà dell’anno 2017 in seguito a una serie di danneggiamenti ai danni di attività commerciali (bar, tabacchi, sale slot) e atti minatori posti in essere a Scafati con modalità tipiche della criminalità camorristica.

Secondo la prospettazione accusatoria, ritenuta allo stato valida dal G.I.P., gli elementi acquisiti configurano 1’esistenza di un’organizzazione di tipo mafioso (denominata clan Buonocore/Matrone) operativa in Scafati e aree circostanti, di cui è stato ritenuto organizzatore, promotore e capo il 47enne BUONOCORE Giuseppe, genero dello storico boss scafatese MATRONE Francesco detto “Franchino ‘a belva”, quest’ultimo attualmente ristretto al regime di cui all’art. 41 bis dell’Ordinamento penitenziario.

Il BUONOCORE, sin dalla propria scarcerazione avvenuta alla fine del 2016, avrebbe infatti pianificato e attuato, sotto la propria direzione strategica e operativa, la riorganizzazione di un sodalizio tesa ad acquisire il controllo criminale del territorio scafatese e la gestione di affari illeciti già in passato appannaggio del suocero. A tal fine, l’indagato si sarebbe avvalso, secondo l’impostazione accusatoria, di parte della preesistente struttura del clan MATRONE e, più ampiamente, dei consolidati rapporti criminali con soggetti già da tempo contigui o alleati con il suocero: primo fra tutti, il 61 enne CIRILLO Ferdinando, il quale, in ragione dell’autorevolezza vantata negli ambienti criminali e accordatagli anche all’interno dei vari sodalizi concorrenti sul territorio, si ritiene abbia costituito un solido ausilio in termini di consulenza, mediazione e supporto strategico.

Tra i principali interessi associativi attribuiti al gruppo criminale interessato dall’odierno provvedimento, si evidenziano il traffico di armi, il controllo del settore delle slot-machine e l’attività estorsiva ai danni di operatori economici del comprensorio, consistita nella riscossione di pagamenti in contanti ovvero nell’imposizione a fini di lucro di forniture e servizi, in primis la collocazione di macchine da gioco presso bar ed esercizi di ristorazione.

Nell’iniziale fase espansiva, la concorrenza nell’accaparramento delle fonti di lucro nei settori economici di interesse, nonché nelle attività illecite esercitate costituiva, secondo le risultanze …

Cristina Adriana Botis / Redazione

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