CapitaleMessina scrive a Musumeci una lettera sull’emergenza rifiuti: “I termovalorizzatori sono il male minore”

A pochi giorni dal suo insediamento alla massima carica del Governo regionale, Musumeci,  si trova...

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A pochi giorni dal suo insediamento alla massima carica del Governo regionale, Musumeci,  si trova a dover fronteggiare l’ennesima “emergenza rifiuti”.

CapitaleMessina scrive a Musemeci una lettera, firmata dal Prof.Giovanni Randazzo e dal Vicepresidente Gianfranco Salmeri, sull’emergenza rifiuti.

“A pochi giorni dal suo insediamento alla massima carica del Governo regionale, On. Musumeci, Lei si trova a dover fronteggiare l’ennesima “emergenza rifiuti”, risolta con l’ennesima autorizzazione per il conferimento in discarica”.

“La realizzazione di termovalorizzatori non potrà risolvere il problema contingente ed emergenziale in tempi rapidissimi, per questo, a nostro avviso, si dovrebbe concordare una road map, articolata su un periodo di almeno 5 anni per la loro realizzazione e su alcuni punti di carattere gestionale, semplici, ma ineludibili”:

  • Chiusura delle discariche esistenti e avvio della loro bonifica a carico dei proprietari;
  • Individuazione di aree dove realizzare mini discariche pubbliche transitorie;
  • Avvio di una raccolta differenziata mirata a frazioni realmente trattabili: umido organico compostabile, inorganico secco indifferenziato (plastica, vetro, alluminio, plastica), misto sporco;
  • Realizzazione della rete degli inceneritori che potranno essere 2+4, 6 o 12 (2 grandi e 4 medio – piccoli; 6 medi, 12 piccoli), ma in ogni caso in Aree Industriali, in cui sarà possibile limitare al massimo la trafila autorizzativa; gli impianti dovranno essere dotati di un sistema che preveda alti rendimenti della produzione di energia, ma soprattutto tecniche per l’abbattimento degli inquinanti negli effluenti prima della loro immissione nell’ambiente, ed inoltre dovranno avere un triplo sistema di controllo ambientale, basato sull’invio in continuo dei dati acquisiti dalle stazioni di monitoraggio, a tre soggetti: l’impianto, l’ARPA e un gruppo ambientalista;
  • Realizzazione di impianti per il trattamento del rifiuto organico: A) compostiere di 1) condominio, 2) isolato, 3) quartiere e 4) villaggio/paese oppure B) biodigestori o altri impianti industriali: si potrebbe dare attuazione ai 18 previsti dal piano Lombardo, ultimo ad avere avuto il nullaosta dalla VAS nazionale;
  • Avvio della fase post emergenziale, con l’immediata bonifica delle discariche temporanee, bruciando il materiale secco temporaneamente abbancato;
  • Avvio della gestione ordinaria in cui andranno incentivate tutte quelle iniziative, private, volte alla valorizzazione delle materie prime seconde inorganiche;
  • Con la riduzione del materiale da conferire all’incenerimento, grazie all’implementazione del riuso e riciclo delle materie prime seconde, si potrà avviare un vero e proprio piano per la reale bonifica delle discariche esistenti, bruciando i rifiuti depositati e recuperando i terreni d’interfaccia;
  • In questa fase di risoluzione del problema rifiuti, sarebbe utile rivedere complessivamente la legislazione relativa alla gestione degli inerti, del materiale da dragaggio e degli sfalci che spesso vengono considerati rifiuti speciali al di là di ogni ragionevole logica, complicando le procedure, occupando inutili spazi in discariche o provocando “abusi di necessità”.

“Ormai da quasi vent’anni la raccolta dei rifiuti, in Sicilia e in diverse altre regioni meridionali è un problema che si ripercuote sulla qualità della vita dei cittadini”.

“Qualsiasi posizione ideologicamente cocciuta e autoreferente, lascia spazio al mantenimento dello status quo, soprattutto non comprendendo che qualsiasi percorso verso una gestione del sistema rifiuti in Sicilia deve passare attraverso fasi graduali di infrastrutturazione dell’Isola”.

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