Napoli, quando le false illusioni sconfinano nella sopravvalutazione

Napoli-Milan è solo l'ultima occasione fallita dagli azzurri che dimostra l'incapacità cronica degli azzurri a poter competere per il titolo secondo un copione che ormai si ripete da anni

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Napoli-Milan è solo l’ultima occasione fallita dagli azzurri che dimostra l’incapacità cronica degli azzurri a poter competere per il titolo secondo un copione che ormai si ripete da anni. Ma significa anche una certa sopravvalutazione della rosa degli azzurri che dispone sì di buoni giocatori ma non di veri e propri top-player che ti possono cambiare il corso di una stagione in maniera decisiva.

La gara che è andata in scena al “Maradona” domenica sera può essere senza alcun dubbio archiviata come la serata dei sopravvalutati in casa azzurra e come la notte delle false illusioni.

La gara scudetto del Napoli col Milan dura solo 20 minuti in cui gli azzurri iniziano con un buon ritmo pur non tirando mai in porta. Poi, una volta prese le misure, il Milan domina a centrocampo con un 4-2-3-1 ben mascherato dal tecnico Pioli che in realtà è un 4-3-3 con Kessie sulla linea degli altri due centrocampisti Tonali e Bennacer che dopo il gol diventa un 4-1-4-1 atto a creare molta densità in mezzo al campo e a chiudere tutte le linee di passaggio del Napoli.

La conseguenza di questo atteggiamento tattico di Pioli che imbriglia Spalletti è che il Napoli soffre la fisicità dei rossoneri a centrocampo anche e soprattutto a causa della scarsa vena di Politano, Insigne, Fabian Ruiz e Zielinski, quelli che avrebbero dovuto conferire la qualità alla squadra azzurra.

NAPOLI INFERIORE AD INTER E MILAN.

Ma Napoli-Milan è soprattutto una partita in cui gli azzurri dimostrano la loro sopravvalutazione e la loro ormai manifesta incapacità cronica a competere ad altissimi livelli. La serata nefasta del “Maradona” dimostra impietosamente, semmai ce ne fosse stato bisogno, che il Napoli è inferiore a Inter e Milan.

Bisogna ammettere che nessuno dei nostri esterni offensivi – nemmeno Insigne che dovrebbe essere quello più dotato tecnicamente – attualmente vale Leao. Estendendo la nostra analisi dei tre organici ai tre reparti, difesa, centrocampo ed attacco, risulta evidente che il Napoli non abbia terzini come Theo Hernandez o Dumfries che dominano a mani basse la loro fascia di competenza, né un centrocampista come Kessié o Barella che abbinano qualità a grande quantità e che vanno molte volte in gol.

Infine l’attacco dove non c’è assolutamente partita. Tutti, da Dzeko a Lautaro Martinez, passando per Giroud e Ibra sono molto più decisivi di Osimhen che resta un diamante grezzo su cui lavorare e che probabilmente diventerà un vero fuoriclasse fra 2 o 3 anni ma al momento di sicuro non lo è avendo segnato solo contro le piccole e le medio-piccole in questo campionato.

Sia chiaro, il Napoli aveva come obiettivo stagionale il raggiungimento della qualificazione in Champions League. Ma in un campionato come questo assolutamente mediocre in cui Giroud, che era la terza scelta in attacco per il Chelsea nello scorso campionato, rischia di diventare decisivo con le sue reti a Inter e Napoli, era lecito aspettarsi qualcosa in più da parte degli azzurri. E anche la società a gennaio doveva essere più lungimirante, intuendo l’occasione più unica che rara di poter lottare per lo scudetto fino alla fine, andando a colmare qualcuna delle lacune di queste squadra, in primis la fascia sinistra, anticipando qualche movimento di mercato che probabilmente avremo a giugno.

Tra i sopravvalutati c’è anche Spalletti. Sotto accusa la sua gestione della partita e soprattutto la tempistica dei cambi. Perché Mertens solo al 75°? Perché Ounas ed Elmas, che avevano dato la scossa a Roma contro la Lazio, entrano solo 20 minuti circa dopo il gol subito da Giroud? E soprattutto, cosa che non ha per niente convinto, perché 2 giorni di riposo alla squadra (dopo la vittoria di Roma) che ha ripreso solo mercoledì mentre il Milan restava sul pezzo giocandosi la Coppa Italia con l’Inter?

Infine tra i sopravvalutati della serata c’è anche Orsato e il sig. Valeri che era al Var. Da campionato di Eccellenza e forse anche più giù la decisione di non dare il rigore per fallo di Tomori su Osimhen (nettissimo) perché prima non hai dato quello su Bennacer (inesistente) e perchè ti fai influenzare dalla sceneggiata senza motivo di Pioli a bordocampo. E di Valeri che interpreta il Var come se stesse sul divano a vedere la partita sorseggiando una bibita senza richiamare Orsato a rivedere le immagini cosa vogliamo dire?

Sullo sfondo ora sulla strada degli azzurri c’è il Verona che gioca uomo su uomo in ogni zona del campo e che il Napoli non ha mai battuto negli ultimi 2 anni. Qualche organo di informazione molto vicino al Napoli ha presentato questa gara come partita di importanza addirittura superiore a Napoli-Milan. Siamo seri, l’occasionissima era quella col Milan e gli azzurri l’hanno miseramente fallita così come tante altre in questo campionato se pensiamo al Cagliari e all’Inter in casa. Sarà durissima contro il Verona di Tudor ma ora l’obiettivo più realistico è solo salvare la qualificazione Champions per un organico che subirà anche pochi gol ma che ha segnato 18 gol in meno rispetto allo stesso momento della scorsa stagione. E se i numeri sono questi, qualcosa vorrà pur dire sui limiti di questa squadra.

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