Editoriale Empoli – Napoli è la punta della vergogna: 1-0 per gli azzurri ( di casa), partenopei svuotati

La nostra analisi al termine di Empoli - Napoli terminata con l'ennesima debacle di una squadra priva di morderne e determinazione!

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Nel nostro editoriale post Empoli – Napoli (1-0) esprimiamo il nostro pensiero sull’andamento della gara tra i partenopei e i toscani.

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Nel nostro editoriale post Empoli – Napoli (1-0) esprimiamo il nostro pensiero sull’andamento della gara tra i partenopei e i toscani.

La trasferta di Empoli sigla il capolinea triste e doloroso di un’annata infame, quella post-scudetto nella quale il Napoli ha fatto di tutto, prima per scucirsi il tricolore dalle maglie, poi per fallire clamorosamente in serie tutti gli obiettivi stagionali che poteva darsi, fino a toppare pure quello che sembrava il minimo sindacabile ai nastri di partenza: la qualificazione, alla prossima Champion’s League, ormai divenuta una chimera al tramonto del pomeriggio al “Castellani”.

Nota di demerito (ulteriore) tanto più accentuata dal fatto che – è ormai notizia certa – a strappare un biglietto per la massima competizione europea per club sarà anche la quinta classificata del campionato italiano, con possibilità – questa decisamente più remota – che il beneficio venga esteso anche alla sesta al solo verificarsi di incroci eventuali.

EDITORIALE: LE PREMESSE DI EMPOLI – NAPOLI

Di dati e statistiche se ne potrebbero sviscerare tanti; noi ne sceglieremo alcuni.

Partiamo dal primo: a 5 giornate dalla fine del campionato, sono più i punti che ha di vantaggio il Milan (secondo) sul Napoli ( 20 tondi tondi ma con una partita in meno degli azzurri) che quelli che il Napoli ha in più rispetto all’Empoli ( 18, con i toscani che dovranno ancora sudarsi la salvezza all’ultima curva della Serie A 23/24, attualmente quindicesimi). E’ un fatto eloquente – soltanto uno tra i tantissimi – che può però dare la clamorosa idea dello scatafascio senza ritegno a cui, i campioni d’Italia in carica, si sono condannati quest’anno.

Vi è di più. Perché se analizziamo la statistica dei punti conquistati dal Napoli in serie A – nell’era De Laurentiis – con ancora 5 partite a disposizione gli azzurri potrebbero chiudere in campionato, qualora le vincessero tutte e 5, a quota 64 punti ( per fare leggermente peggio bisognerebbe risalire al primo Napoli di Gattuso e, prima ancora, al secondo anno di Rafa Benitez).

RIUSCIRA’ IL NAPOLI A FARE 3 VITTORIE CONSECUTIVE?

E il bello è che lo scenario, verosimilmente, alla fine rischierà di essere ancora più tragicomico di quanto descritto, se pensiamo che il Napoli quest’anno non è mai riuscito a fare neppure tre vittorie di fila in serie A ( dunque, per chiudere a 64, praticamente dovrebbe fare in 5 turni quello che non è riuscito a fare nei precedenti 33). E se vogliamo proprio dare i numeri fino alla fine – ed andiamo ad analizzare sempre la storia dei punti conquistati in serie A nel periodo della presidenza De Laurentiis – per trovare una stagione nella quale il Napoli non è riuscito a fare neppure 3 vittorie di fila dobbiamo andare indietro di…16 anni! Avete letto bene, nessuno scherzo. Stagione 2007/2008. Il primo Napoli di Aurelio De Laurentiis nella massima serie, fresco di promozione a braccetto con il Genoa dalla B. A questo punto, potremmo anche fermarci senza andare oltre.

IL NAPOLI DELL’ERA CALZONA

Anche perché questo Empoli-Napoli non ha raccontato nulla di nuovo o diverso rispetto a quanto già visto nelle precedenti gare della gestione Calzona, che purtroppo alcun contributo sostanziale è riuscito ad apportare alla causa, nonostante le buone sensazioni dell’inizio. Squadra piatta, svogliata, sfiduciata e inerte. Impotente e succube del destino della partita e soprattutto incapace di dominarne o quantomeno indirizzarne gli eventi, come gli riusciva fino ad appena un anno fa.

La verità è che molti protagonisti del Napoli scudettato sono rimasti in rosa e gran parte hanno preservato il proprio posto da titolari, ma tra quel Napoli e questo attuale sembra ci sia una galassia di differenza. Se solo non sapessimo che gli interpreti sono, in buona parte, gli stessi, forse nessuno crederebbe che questo gruppo così fragile sia lo stesso ad aver stupito l’Italia e l’Europa con la bellezza e l’efficacia, coniugate alla massima potenza, fino ad appena una decina di mesi fa.

LA RETE DI CERRI

E così, all’Empoli bastano pochissimi minuti per fare goal, precisamente 3. Come gli anni senza goal, in serie A, per Alberto Cerri, che il Napoli riuscirà nell’impresa non solo di far segnare ma di far diventare pure match winner di giornata. Pensate un po’. Ancora una volta, si appalesa una fase difensiva semplicemente sconcertante, che si caratterizza per una serie di errori – sia individuali sia di reparto – che danno la sensazione che il goal lo si possa prendere in qualsiasi momento e da qualsiasi avversario. Del resto, non è certo un caso che il Napoli di Ciccio Calzona – in 11 partite finora con il calabrese in panca – abbia sempre incassato almeno 1 goal a partita, non riuscendo a tenere la porta inviolata neanche una volta.

L’EMPOLI DI DAVIDE NICOLA

L’Empoli fa il suo. E’ classica squadra di Davide Nicola, fedele ai dettami del tecnico torinese: agonismo, aggressività a tutto campo, dedizione, corsa, disposizione al sacrificio, linee strette e compatte. Sa, l’Empoli, che quella contro il Napoli è la prima delle 6 finali a disposizione per conquistarsi il sogno di permanere nella massima serie. E a sorprendere non è tanto che gli azzurri di casa appaiano motivatissimi, quanto che sia il Napoli a dare l’idea di non fregarsi granchè di prendersi 3 punti dal Castellani.

Un atteggiamento poco professionale e soprattutto poco rispettoso, sia della maglia che si indossa, sia di chi la sostiene anche quando non lo meriterebbe, sia del proprio recente e glorioso passato. Soprattutto, un modo di approcciare alla partita che denota poco amore per sé stessi e dà l’idea che forse, gran parte degli scudettati dell’anno scorso, campioni non lo saranno mai e forse non lo sono mai stati. Perché buttarsi via così è assai peggio che perdere e il risultato è  che il Napoli, pur dominando in un possesso palla più sterile che altro, riuscirà a calciare una sola volta nello specchio della porta per tutta la partita, creando un indice di pericolosità facilmente gestibile da un Empoli concentrato e caparbio.

IL RACCONTO BREVE DELLA GARA NEL NOSTRO EDITORIALE SU EMPOLI – NAPOLI

I toscani, nel primo tempo, al Napoli lasciano le briciole, anzi possono recriminare per il palo di Cambiaghi che sarebbe significato 2-0 nell’ultima parte di tempo. Nel secondo tempo, gli uomini di Nicola arretrano il baricentro, serrano ogni varco, concedono ben volentieri il palleggio orizzontale al Napoli e vengono in avanti solo sporadicamente con classiche azioni di rimessa. Agli uomini di Calzona, due soli significativi flash alla metà del tempo: prima Anguissa cincischia in area e non punisce Caprile, poi è proprio il portiere ex Bari a deviare in corner una botta velenosa di Kvara.

LE CONCLUSIONI DEL NOSTRO EDITORIALE SU EMPOLI – NAPOLI

Empoli-Napoli è tutta qui. La vincono meritatamente gli azzurri di Toscana, la perdono – altrettanto giustamente – quelli all’ombra del Vesuvio. Con Ciccio Calzona tra i capofila. Una delle ultime figure a cui la piazza si era affidata per sperare in un finale d’orgoglio, ha dato il colpo di grazia – involontariamente – ad una squadra ormai impresentabile.

Da “la capolista se ne va” a “fuori le p….”.

A saperlo prima, Aurelio De Laurentiis avrebbe potuto farci un film.

Purtroppo è tutto vero e il regista di questa pellicola dell’orrore è proprio lui.


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