Consumo di cannabis light fra gli sportivi: è doping?

Anche in Italia c'è stata una svolta sull'uso di questa sostanza

LEGGI ANCHE

Negli ultimi anni, il rapporto intricato tra sport e cannabis è diventato oggetto di crescente interesse, suscitando dibattiti sulle possibili implicazioni etiche e di doping. Sono stati tanti i recenti studi in merito nel tentativo di spiegare le pieghe di questo binomio.

In particolare, uno studio condotto dall’Università del Colorado Boulder ha esaminato gli effetti dell’uso di cannabis. L’obiettivo era quello di classificare o meno la cannabis come sostanza dopante. L’esito? Sorprendente.

Cannabis e sport: lo studio dell’Università del Colorado

La ricerca ha coinvolto 42 runner abituati a correre sotto l’influenza della cannabis. Pubblicato sulla rivista Sports Medicine, lo studio giunge 10 anni dopo la legalizzazione della marijuana ricreativa nel Colorado; di fatti, da tempo alcuni atleti dichiarano di utilizzarla prima dell’esercizio fisico.

Dopo una prima corsa senza l’uso di droghe, i partecipanti hanno ripetuto il test scegliendo tra varietà ricche di CBD o THC. È emerso che il consumo di cannabis, sebbene possa migliorare l’umore durante l’esercizio, non sembra contribuire ad un effettivo aumento delle prestazioni atletiche.

Secondo la ricerca, il THC e il CBD – i due principi attivi della cannabis – sembrano influenzare positivamente l’umore durante l’esercizio fisico. Entrambi migliorano il divertimento durante l’allenamento, ma non sono privi di effetti collaterali, soprattutto il THC; addirittura quest’ultimo potrebbe rendere l’esercizio più faticoso. I risultati hanno mostrato che l’uso della cannabis rende l’esercizio più piacevole ed euforico, soprattutto nel caso del CBD – il quale presenta anche meno effetti collaterali rispetto al THC.

Sebbene i partecipanti abbiano riportato un miglioramento dell’umore durante l’esercizio sotto l’influenza della cannabis, la performance complessiva non è migliorata. Anzi. Gli atleti che hanno usato il THC hanno dichiarato una maggiore difficoltà nella corsa, probabilmente a causa dell’aumento della frequenza cardiaca.

Le ricercatrici hanno concluso che la cannabis non incrementa le prestazioni atletiche, smentendo così la proposta di depenalizzare l’uso di cannabis nelle competizioni sportive.

CBD nel mondo dello sport

Negli ultimi anni, il cannabidiolo (CBD) ha guadagnato crescente accettazione nello sport con la World Anti-Doping Agency (WADA) che nel 2018 ha escluso ufficialmente il CBD dalla lista delle sostanze dopanti. Questo segnale di apertura ha suscitato interesse a livello globale, portando ad una maggiore chiarezza sulla posizione del CBD nel contesto sportivo.

L’organizzazione ha riconosciuto il potenziale benefico del CBD, aprendo la strada ad una nuova prospettiva nei confronti dei prodotti derivati dalla cannabis, i più noti dei quali sono l’olio e le infiorescenze che si possono trovare anche su cbdmania.it. Tuttavia, la distinzione tra cannabinoidi naturali e sintetici è rimasta, evidenziando l’importanza di una regolamentazione accurata.

La situazione in Italia

In Italia, la svolta nel riconoscimento del CBD è giunta l’11 giugno 2019 con il decreto n° 221. Questo atto ha escluso il cannabidiolo dall’elenco delle sostanze proibite e dopanti in ambito sportivo, confermando la legittimità del suo utilizzo da parte degli atleti. Tuttavia, la normativa include alcune specifiche temporali riguardanti l’assunzione di cannabinoidi durante le competizioni, stabilendo limiti orari chiari per garantire la conformità alle regole anti-doping.

La decisione di escludere il CBD dalle sostanze dopanti è il risultato di anni di ricerche scientifiche che hanno sottolineato i molteplici benefici della cannabis light per gli sportivi. Questo composto rappresenta un’alternativa naturale e potente rispetto ai farmaci antinfiammatori tradizionali, senza gli effetti collaterali associati. L’utilizzo del CBD offre agli atleti un modo per migliorare il loro recupero senza compromettere le funzionalità cognitive, contribuendo così ad un approccio più sano e sostenibile nello sport.

Sebbene quindi la cannabis sembri migliorare l’esperienza dell’allenamento in termini di umore, non è da considerare una sostanza dopante che aumenta le prestazioni atletiche. Il binomio sport e CBD sembra delineare un futuro in cui gli atleti possono beneficiare degli effetti positivi di questa sostanza senza temere implicazioni legate al doping, offrendo un’opzione promettente per l’approccio al recupero fisico nel mondo dello sport.

Molinari: Juve Stabia, passione trasmessa da padre in figlio

Mario e Mattia Molinari, tifosi della Juve Stabia, hanno rilasciato alcune dichiarazioni nel corso de "Il Pungiglione Stabiese"
Pubblicita

Ti potrebbe interessare