Molinari: Juve Stabia, passione trasmessa da padre in figlio

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Mario e Mattia Molinari, le loro dichiarazioni sul momento della Juve Stabia nel corso de “Il Pungiglione Stabiese”.

Mario e Mattia Molinari, tifosi della Juve Stabia, sono intervenuti nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese”.

Le loro dichiarazioni sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

Le dichiarazioni di Mario Molinari.

“Sabato siamo riusciti a mettere lo striscione del Club Nicola De Simone e lo abbiamo messo sotto ai Distinti perché quello era il posto in cui era collocato negli anni ’80. Abbiamo scelto la giornata migliore per farlo, quello della grande festa per la storica promozione in B.

E’ stata una cosa più che buona trasmettere la passione della Juve Stabia a mio figlio. Portare avanti il nome della città è una cosa importante da tramandare.
Allo stadio ci deve essere la rivalità agonistica ma poi finita la partita deve finire tutto. Questo dovrebbe essere lo spirito oggi come oggi. All’interno del rettangolo di gioco accetto tutto ma al triplice fischio finale deve finire tutto come nel terzo tempo del rugby.

La gara più bella quella di Avellino soprattutto perché si veniva dal 2-2 col Monterosi che avrebbe tagliato le gambe a tutti. Anche il 3-2 per me era regolarissimo.

Dopo la gara vinta in casa con l’Avellino iniziai a fare dei parallelismi con degli anni particolari. Io sicuramente sono più stressato rispetto a mio figlio durante i match. Ho una mia scaramanzia. Quando sento che è l’anno buono preparo un sacchettino con del sale grosso e lo butto in campo e l’ho fatto anche quest’anno”.

Le dichiarazioni di Mattia Molinari.

“E’ stata un’emozione a cui ancora oggi non credo. Io da bambino ho vissuto una promozione, avevo 10 anni nel 2011, essere lì e toccare quella Coppa è stata un’emozione immensa.

La prima volta allo stadio era nell’anno della promozione del 2011 quando segnò Corona anche se non ricordo la partita. La passione della Juve Stabia mi è stata trasmessa da mio padre e a lui è stata trasmessa da mio nonno.

Il miglior giocatore per me è stato Leone. Sono stati 28 fenomeni ma Leone ha un posto speciale nel mio cuore.

Non mi aspettavo questo epilogo della stagione. Mi sono reso conto di essere in un gruppo vincente solo il giorno dell’8 aprile, quando si è ottenuta la certezza matematica della promozione in B. Con mio padre siamo molto differenti e glielo dico pure a volte che forse esagera, lui più ci credeva rispetto a me”.


Juve Stabia TV


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