Roma – A due giorni dai risultati politici dei ballottaggi e la vittoria del Movimento cinque stelle in città importanti come Roma e Torino, Il Pd è alla resa dei conti e si concentra sulla direzione del prossimo 24 giugno.
A
ll’interno del partito non vengono risparmiate dure critiche a Matteo Renzi, esortato a “riflettere” da Pierluigi Bersani e a “fare più attenzione a chi fatica” da Piero Fassino.
“Renzi deve avere l’umilta’ di riflettere”. Cosi’ Pier Luigi Bersani ad ‘Agorà commentando gli esiti dei ballottaggi. “Abbiamo perso contatto con la realtà”, spiega, “la destra esiste, non è vero che è scomparsa, molti dei nostri sono andati via. Il Pd è di sinistra? Bella domanda… Lo e’ poco. Non vedo altra possibilita’ che un Pd che si corregge”. Poi conclude ironicamente: “Mi dimetto io un’altra volta da segretario…”.
“Se parliamo del Pd c’e’ bisogno di uno che ne abbia cura, di un partito che sia autonomo dal governo. Faccio notare che fu Renzi a certificare che il candidato premier poteva essere diverso dal segretario”, aggiunge. “Non chiedo le dimissioni di Renzi”.
“E’ mal supportato in giro legare una vicenda di governo, di leadership ad un tema sulle regole e sulla Costituzione”. Pier Luigi Bersani ribadisce che e’ sbagliato personalizzare il referendum, occorre cambiare strategia, “altrimenti non mi vedranno ai banchetti, non dubitino sulla mia coerenza e sul mio voto. Votero’ si’ ma non faro’ propaganda”. Ed ancora: “Non si demonizzi il no, si ragioni. Non sono d’accordo che se Renzi perde si deve dimettere. Renzi non metta in discussione se stesso sulla Costituzione”, conclude. “Non c’e’ mai stato bisogno di Verdini, noi abbiamo votato tutte le fiducie. Non credo certo che ci abbiamo guadagnato”.
vivicentro.it/politica (AGI) Renzi sotto attacco. Bersani “è poco di sinistra, si corregga”
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