Il deputato contro il post di Grillo: “Non è stato né condiviso né concordato, ci ha colti di sorpresa. Così aiutiamo il Pd a fare compromessi al ribasso con i moderati di Ncd”
Ivan Della Valle è un deputato piemontese. Un no tav ortodosso, nel Movimento da 10 anni, che ora dice: “È inaccettabile che qualcuno si arroghi il diritto di scavalcare il lavoro di chi ha lavorato su questa legge per due anni usando il blog”. E tira in ballo “qualcuno in auge che non ha il coraggio di passare per l’assemblea”.
Il post sulla libertà di coscienza vi ha colti di sorpresa?
“È una decisione che ci ha sorpresi e come sempre non si sa da chi sia stata presa e perché esca a quattro giorni dal voto senza interpellare le persone interessate. C’è gente che ha lavorato a questo disegno di legge per due anni, e il cui lavoro non è minimamente stato preso in considerazione”.
Siete tutti a favore del ddl Cirinnà?
“Nelle riunioni fatte, il consenso sul provvedimento era quasi unanime. Solo due senatori hanno espresso perplessità, una cosa irrisoria. E che succede? Arriva un post del genere, non condiviso, non concordato con chi si è occupato della questione, quasi a voler imporre tramite blog una scelta contraria alla volontà dell’assemblea”.
Chi ha deciso di scrivere questo post secondo lei?
“Mi spaventerebbe se un’esigua minoranza composta da qualche nome in auge riuscisse a imporre la linea tramite blog perché non è capace di trovare il consenso necessario a farla passare in assemblea”.
Allude a qualcuno nel direttorio?
“Spero non sia così, spero non basti avere un cognome piuttosto che un altro per poter decidere via blog cosa possa fare l’assemblea. C’era stato un voto sulle unioni civili e andava rispettato”.
Compresa la stepchild?
“Non era stata esplicitata ma se ne era parlato nei commenti e comunque l’intero testo della legge era stato allegato. Il 91% dei votanti si era informato e aveva detto sì. Non solo. All’inizio noi chiedevamo di più, proponevamo il matrimonio egualitario, poi abbiamo scelto di non fare emendamenti al rialzo per portare a casa almeno questo testo, almeno questi diritti. E paradossalmente ora siamo proprio noi a metterli in pericolo”.
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Qualcuno dirà che non era nel programma.
“E allora cosa vuol dire il nostro motto, nessuno deve rimanere indietro? Noi abbiamo sempre chiesto tutti i diritti per tutti, le discriminazioni fra coppie gay e eteri sono la negazione di questo principio”.
Crede che sia una scelta tattica per mettere in difficoltà il Pd?
“Ho visto commenti sulle pagine Facebook, persone che ci chiedevano di non fare da stampella al Pd, che dicevano così aiutiamo Renzi. Ma è un giudizio politico sbagliatissimo. È proprio così che aiutiamo il Pd a fare compromessi al ribasso con Alfano. Abbiamo fatto felice il leader di Ncd. Abbiamo detto al Pd per mesi: prenditi la tua responsabilità, i numeri li hai, ci pensiamo noi, e a quattro giorni dal voto ci rimangiamo tutto. È una cosa da irresponsabili”.
Lei è piemontese, come il senatore Airola, che ha lavorato sulla legge per due anni. L’ha sentito?
“Sì, lui cerca di rassicurare. Non cambia nulla perché tutti metteranno su Facebook dei post in cui dicono il loro sì al testo e si impegnano a votarlo tutto. Ma io ne faccio una questione di metodo. Non è possibile che si prendano decisioni senza coinvolgere chi lavora sulle leggi. Libertà di coscienza o meno, il 95% dei parlamentari 5 stelle di Camera e Senato non farà mancare i voti al ddl Cirinnà, ma politicamente c’è un problema enorme all’interno del Movimento”.
Non ha paura di attaccare così i vertici, chi gestisce il blog e ha messo quel post, o chi ha chiesto che venisse scritto? Non teme di essere espulso?
“Sono della bassa Val Susa. Sono un no Tav da 20 anni, nel Movimento da 10. Sono stato il primo consigliere eletto in Piemonte a fare una lista, figuriamoci se ho paura di dire quello che penso”.
La votazione è avvenuta molto tempo fa, il dibattito sulla stepchild è andato avanti. Non serviva un’ulteriore riflessione di tutti?
“Certo. Ma si poteva andare per step. Se c’erano dubbi sull’articolo 5 e sul fatto che non fosse stato spiegato a dovere, si poteva fare una seconda votazione. Invece si torna addirittura indietro sulla prima, dando libertà di coscienza su tutto”.
In effetti, la libertà di coscienza è una novità nelle votazioni a 5 stelle.
“Sa cosa? Mi sarebbe piaciuto vedere la firma su quel post. Ma capisco che per qualcuno sia più facile far passare un post sul blog piuttosto che confrontarsi in assemblea. Sfido chi lo ha voluto a metterci la faccia”.
*larepubblica
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