Delitto perfetto: Fumata bianca per il Celeste e vitalizi garantiti per tutti i condannati grazie a Lega e Forza Italia. Come fare a non pensare, sncora una volta, a Battiato e alla sua superba: Povera Italia
Con 3 voti a favore e 2 contrari , il consiglio di garanzia del Senato ha confermato la decisione della commissione contenziosa di Palazzo Madama che ha stabilito il diritto alla pensione per l’ex presidente della Regione Lombardia e senatore Roberto Formigoni. Insomma, al solito, se la son cantata e suonata da soli
E così tanti saluti alla battaglia M5S contro i vitalizi e alla delibera dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso che, nel 2015, ha sospeso gli assegni previdenziali ai senatori impresentabili.
Immediata la reazione degli altri parlamentari con, in prima linea, il vice presidente del Senato Paola Taverna, il questore Laura Bottici, e l’ex capogruppo Gianluca Perilli che, nel darne comunicazione, all’unisono esprimono il loro sdegno dicendo:
«Il condannato per corruzione Formigoni riprende il vitalizio, e con lui gli altri ex senatori riconosciuti colpevoli di gravi reati. Dal Senato arriva un nuovo schiaffo ai cittadini italian. ….. La Lega e Forza Italia se ne assumono la responsabilità di fronte al Paese».
Dicono! E noi, con loro, ne siamo più che certi visto che questa è stata una battaglia portata avanti da Lega e Forza Italia tant’è che, sull’attuale provvedimento c’è SOLO la loro firma, ma anche sul primo.
Lega e Forza Italia hanno quindi vinto la loro battaglia identitaria: noi siamo altro e non abbiamo certo intenzione di mollare le mammelle della mucca Italia così prodica di latte per tutti, anche per i disonesti (forse addirittura principalmente per loro) ed i condannati. nel secondo.
Il Senato quindi restituisce il bottino agli impresentabili e lo fa, ancora una volta, sempre a firma Lega Forza Italia con il voto determinante, anche questa volta (come lo fu nel primo caso), dei due transfughi M5S passati con il Caporale Salvini: l’avvocatessa Alessandra Riccardi e Ugo Grassi, ordinario di diritto.
E non poteva essere diversamente visto che, fin dall’inizio della legislatura, tutta la partita dei vitalizi è stata posta in campo, e condotta, da un’accorta regia di Forza Italia tant’è che:
- a difendere la maggior parte dei ricorrenti, è stato Maurizio Paniz, ex deputato azzurro,
- a guidare gli organi giudicanti furono posti amici forzisti come Giacomo Caliendo che, per chi memoria ha o vuole avere, era il sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi IV. Con lui anche Luigi Vitali.
A nominarli, ovviamente, è stata un’altra berlusconiana di ferro, la presidente del Senato Elisabetta Casellati, ex sottosegretario alla Giustizia insieme a Caliendo.
E questo è.
I cittadini normali, dopo una vita di duro, serio ed onesto lavoro, trascorsa spesso in continue lotte per legare un pranzo, sia pur misero, con una cena ancora più miserrima si ritrovano, se va bene e se hanno sgobbato per almeno 35 anni versando regolari (e reali) contributi, vanno in pensione con una lauta prebenda pari al 75% della loro paga. Sempre se tutto vada bene. Per tanti nemmeno quello e magari nemmeno la pensione minima che, per il 2021, sarebbe pari a ben 515,58 euro.
Questo per i cittadini. Per i “diversi” invece scatta, e ora a prescindere, quello che essi definiscono vitalizio e che si sono assegnato non si è mai capito bene in base a che cosa soprattutto se si considera che il LORO vitalizio, che non scatta dopo 35 anni di duro lavoro e contributi versati realmente, è di almeno 2.000 euro mensili mentre, sempre per il solito pantalone, quella che potrebbe essere considerata un equivalente, e cioè la pensione minima garantita a tutti e, come già segnalato, di “ben” 515,58 euro.
Se va bene!
A tanti non va nemmeno questa ed allora, a questi, non resta altro da fare che andare all’Albergo Luna, quello sotto qualche ponte o Portico (sempre che anche da li qualche leghista, o forzaiolo, non lo faccia sloggiare).
A loro invece, ovviamente, Hotel a 4 stelle, of course.
Vitalizi. Colpo di coda della casta: la spuntano Formigoni & Co / Stanislao Barretta / Redazione