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irtus Francavilla – Juve Stabia si è conclusa con un pesante 3-1 in una partita in cui le Vespe giocano bene il primo tempo, meno il secondo, ma che escono battute a causa degli errori dei singoli sia in fase offensiva e sia in fase difensiva.
Mister Pochesci, per questo turno infrasettimanale, scende in campo effettuando un turnover poco convincente, ma in fin dei conti efficace almeno nel primo tempo.
Punti Chiave Articolo
C’è da segnalare che il termine turnover indica la rotazione strategica degli elementi della squadra tra le varie partite al fine di dosare le forze soprattutto nei turni ravvicinati.
Nei turnover può accadere che alcune elementi che giocano di meno possano avere delle difficoltà a mantenere alta la concentrazione limitando le palle perse.
Ieri si è palesata una situazione strana: le palle perse non sono state per colpa di gesti calcistici dei non “titolari”. L’ingresso di alcune “riserve” o calciatori con minore minutaggio, non è dispiaciuto affatto. Si riconfermano, infatti, attenti, carismatici ed intraprendenti gli under Volpe e Carbone, tra i migliori in campo, seppure sostituiti dal tecnico stabiese nel corso del secondo tempo.
Buona anche la prestazione di Russo, portiere di esperienza, che nulla può sull’autorete di Cinaglia e su i due goal subiti successivamente.
Chi ha lasciato a desiderare, quindi, sono stati proprio due titolari: Cinaglia ed Altobelli.
Il difensore numero 13 delle vespe, intento a scacciare un pallone calciato dagli avversari lo indirizza nella propria porta. Mani in testa e sguardo perso nel vuoto, Cinaglia vede il pallone insaccarsi nella propria porta.
E’ probabilmente uno dei peggiori momenti che possa capitare a un calciatore, soprattutto in questo momento del campionato dove recuperare punti per la salvezza è essenziale.
Ma a parte lo stupore di compagni e avversari, l’autogol sa essere un gesto tecnico unico, il più delle volte tragico, destinato a rimanere nella storia di alcune partite.
Altobelli, d’altro canto, perde palla in disimpegno per la terza rete subita che fa abbandonare, poi, la voglia di farcela e di combattere.
Virtus Francavilla – Juve Stabia: la Dea Bendata ha girato le spalle alle Vespe? E’ davvero solo questo o c’è dell’altro?
Tanti quesiti dopo la sconfitta amara e deludente contro la Virtus Francavilla.
Molte interpretazioni del match, diverse le opinioni sui colpevoli. Unica realtà indiscutibile: a calcio vince chi fa più goal.
Possiamo di certo giustificare la prestazione evidenziando un primo tempo tecnico e tattico per la Juve Stabia, colmo di verticalizzazioni, incroci, possesso palla e azioni goal.
Eppure la classifica parla chiaro, anzi urla, sulla necessità di racimolare punti.
Sicuramente il calcio è una delle attività più influenti nella vita delle persone, dove gli stadi di calcio sono templi sacri che sostituiscono la Chiesa stessa la domenica e i cui giocatori sono idoli di massa.
La figura del calciatore o dell’allenatore, se è famosa, ovviamente dura fino all’eternità, con un livello di idolatria degno dei profeti divini o degli dei della Grecia antica.
Allo stesso modo se è deludente, una squadra di calcio sarà ricordata come indegna della maglia.
Pur non essendo a questi livelli estremi, la Juve Stabia, ad oggi, non ha ancora trovato un equilibrio stabile.
Le note degli “Stadio”, cantano:
“Sono un lusso una contraddizione
sono il popolo e il re
sono servo e signore il baro ed il croupier
Ma vivo un equilibrio instabile io colleziono illusioni”
e poi delusioni, a dispetto di una piazza che vuole vincere e sognare ancora.
Come Alfredo Stefano Di Stefano, ritenuto tra i più grandi calciatori di tutti i tempi, affermò: “Abbiamo giocato come mai prima e abbiamo perso come sempre”, la verità è che a volte il calcio è ingiusto. Ed anche i suoi protagonisti.
Sfortuna o demerito, poco importa.
Ciò che conta è ricordare chi sono.
Perché la Juve Stabia merita di più!