La lettera di Rosanna Fontanella una delle tifose della Juve Stabia
L
a protagonista di questa settimana della RUBRICA VESPA ROSA è Rosanna Fontanella una dei soci dell’Associazione StabiAmore che ci ha inviato una lettera che abbiamo il piacere di pubblicare:
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“Fin da ragazza ho sempre seguito la Juve Stabia, sono sempre stata una tifosa di questa squadra perché è sempre stata forte! Ricordo con molta gioia quando vinceva le partite negli anni passati. Si festeggiava tutti insieme con macchine e motorini, munite di bandiere, e a clacson spiegate giravano per le strade di Castellammare. Per me era una grande festa. Anch’io esponevo un bandierone dal balcone che restava lì per mesi!
Venendo ai nostri giorni posso solo confermare che la Juve Stabia è rimasta una squadra di alto livello. Sono fiduciosa per la vittoria del campionato. Sulla nostra tifoseria posso solo dire che rappresenta al meglio la nostra città. Un messaggio che invio a loro è che possano restare sempre così: sportivi e massicci. I nostri tifosi hanno sempre dato il loro supporto alla squadra, specie nei momenti delicati. La Juve Stabia deve rappresentare un vanto per tutta la città e anche per l’amministrazione.
Vorrei spendere qualche considerazione sull’ultimo derby: lo stadio inagibile e con la conseguenza delle porte chiuse è una tristezza assoluta. Privare le tifoserie si sostenere i propri beniamini è una sconfitta del calcio.
Venendo ai calciatori che quest’anno sono stati inseriti in rosa, posso dire che preferisco in generale gli attaccanti. Il mio preferito in assoluto è Daniele Paponi.
Concludo con una mia frase: Forza Juve Stabia facci sognare!”
Le considerazione di Maria Mosca sul derby con la Casertana
A margine della lettera di Rosanna, pubblichiamo alcune considerazione di Maria Mosca, dell’associazione StabiAmore:
“L’ingiustizia delle porte chiuse sta facendo morire il calcio ma no l’amore immenso per la nostra Juve Stabia, per la nostra città. Saremo sempre al fianco della Juve Stabia. Grazie ragazzi per onorare i nostri colori”
A cura di Patrizia Esposito