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Adnkronos) – “Le coperture vaccinali contro pneumococco e Herpes Zoster nella popolazione fragile, non sono particolarmente buone.Si tratta di vaccinazioni che sono state introdotte recentemente e soprattutto in molte regioni non vengono ancora promosse in maniera sufficiente con campagne di comunicazione”.
Lo ha dichiarato Paolo Bonanni, direttore di Igiene e Medicina Preventiva presso l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi di Firenze in occasione del ‘Forum risk management’, la rassegna sulla sanità pubblica in corso ad Arezzo.Anche per altre vaccinazioni stagionali Bonanni è critico. “Per l’antinfluenzale – osserva – le coperture a livello nazionale sono intorno al 60% e sappiamo che dovremmo arrivare al 75%, sto parlando della popolazione anziana di ultra65enni.
Per quanto riguarda i soggetti fragili, anche più giovani, le coperture sono molto più basse: quando va bene raggiungono il 30% per l’antinfluenzale.Per la vaccinazione pneumococcica o Zoster sono ancora più basse”. Per invertire la tendenza “dovremmo abbassare l’età per l’offerta per queste vaccinazioni gratuite – afferma Bonanni – come per l’antinfluenzale, che negli ultimi 2 anni viene offerta gratuitamente agli ultra60enni e non più solo agli over 65.
Questo è uno dei modi attraverso i quali si può arrivare ad una più elevata copertura, perché sappiamo che nella popolazione fra i 50 e 65 anni già circa un quarto, un quinto della popolazione ha una malattia cronica per la quale c’è un’indicazione alla vaccinazione antipneumococcica e anche contro lo Zoster”. Sulla possibilità offrire la vaccinazione di anziani e fragili negli ospedali, come previsto dalla recente circolare del ministero della salute Bonanni osserva che “può essere una chiave per aumentare i numeri.Dopo un ricovero viene proposta la vaccinazione direttamente dal reparto e questo è uno dei modi attraverso cui si può rendere più prossima la prevenzione vaccinale perché spesso, queste persone, vengono viste dagli specialisti e magari meno dal proprio medico di medicina generale.
Questa è un’opportunità ma non è la sola.Dobbiamo attrezzarci – suggerisce l’esperto – per fare le chiamate attive attraverso gli sms, fare presente alla popolazione che ci sono disponibili dei vaccini estremamente efficaci, sicuri che possono aumentare il livello di salute di tutta la popolazione dei fragili e degli anziani.
Abbiamo però un problema – evidenzia Bonanni – quello della legge sulla privacy che in Italia è particolarmente stringente e impedisce di fare proposte attive di vaccinazione per patologia.Ecco questo è un qualcosa su cui dovremmo discutere perché nessun altro paese in Europa ha una legislazione così severa per la quale il diritto alla privacy vince sul diritto alla salute.
Questo – conclude – è un qualcosa che va cambiato”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)