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Castellammare di Stabia

Una stagione da “zeru tituli” come base per il futuro

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Sabato scorso si è ufficialmente conclusa la stagione del Napoli, una stagione che ha portato gli azzurri alla conquista del secondo posto nel campionato di Serie A, all’eliminazione della fase a gironi in Champions League e quella ai quarti di Europa League e ai quarti si è conclusa anche l’avventura azzurra in Coppa Italia. Analizzando i numeri si potrebbe avere una visione un po’ distorta della realtà: gli 11 punti di distacco dalla Juventus non sono simbolo di una squadra non all’altezza di chi ha vinto lo scudetto, ma solo di un inizio di campionato in cui i calciatori e il tecnico Carlo Ancelotti sono riusciti a conoscersi ancora meglio, frutto di quegli esperimenti utili a trovare il giusto assetto per macinare vittorie e gioco: lo dimostra il fatto che quello partenopeo risulta essere il secondo miglior attacco del campionato, superato soltanto dalla sorpresa Atalanta. Discorso analogo può essere fatto per la Champions League dove la squadra del presidente Aurelio De Laurentiis è riuscita a mettere in difficoltà squadroni del calibro di Paris Saint-Germain e Liverpool (che si giocherà il titolo nella finale di domani a Madrid), uscendo dalla competizione soltanto per la differenza reti.

ITALIA – Il campionato ha visto trionfare la Juventus, è vero, ma il margine sottolineato dai numeri risulta decisivo soltanto ai fini della classifica (è vero, non è poco). La squadra di Ancelotti è riuscita a compiere un cammino importante mettendo a referto ben 79 punti tenendo a distanza di 10 punti Inter e Atalanta che hanno concluso il campionato a quota 69. Qualcosa si è inceppato sicuramente a metà stagione e durante il mercato invernale: le voci che volevano Allan al PSG hanno fortemente, e negativamente, influenzato le prestazioni del brasiliano; così come al Napoli è mancato il capitano Marek Hamsik che, a febbraio, ha deciso di trasferirsi in Cina per provare una nuova sfida. Ostacoli che hanno rallentato il cammino azzurro ma senza ostacolarlo irrimediabilmente.
Questione un po’ diversa per quanto riguarda la Coppa Italia. Gli azzurri hanno iniziato la competizione a gennaio partendo dagli ottavi in cui hanno affrontato, e battuto per 2-0, il Sassuolo di De Zerbi. Due settimane più tardi, invece, Insigne & co. si sono ritrovati ad affrontare il Milan a San Siro con in palio la semifinale: i rossoneri di Gattuso, però, hanno sfoderato un’arma nuova, quel Piatek appena arrivato dal Genoa e autore della doppietta che ha eliminato il Napoli dalla competizione.

EUROPA – Cammino importante quello del Napoli in Champions in cui ha espresso, probabilmente, il più bel gioco. Infatti, nella prima giornata gli azzurri hanno pareggiato 0-0 a Belgrado contro la Stella Rossa, si, ma creando una marea di palle-gol che non sono state finalizzate. Alla seconda gara, al San Paolo è arrivato il Liverpool che ha subito il pressing imposto dalla squadra di Ancelotti uscendo sconfitto grazie ad un gol di Insigne allo scadere. Scadere che è stato fatale a Parigi dove, dopo un dominio assoluto del Napoli, il PSG ha riacciuffato il pari grazie ad una magia di Di Maria; parigini che sono riusciti a strappare lo stesso risultato anche a Napoli pur subendo il gioco dei padroni di casa. Dopo aver battuto la Stella Rossa, i partenopei sono andati a Liverpool a giocarsi il tutto per tutto in una gara da dentro-fuori: gli inglesi trovano in vantaggio mettendo in discesa il proprio match, ma solo un miracolo di Alisson su Milik riesce a salvare la qualificazione dei Reds agli ottavi e ad eliminare il Napoli, relegandolo al terzo posto nel girone con ben 9 punti.
Terzo posto che permette alla squadra di Ancelotti di partecipare all’Europa League. L’esordio è ai sedicesimi di finale contro lo Zurigo, squadra troppo mediocre per impensierire gli azzurri che si sbarazzano degli svizzeri vincendo sia l’andata che il ritorno. Leggermente più impegnativa è stata la sfida agli ottavi contro il Salisburgo: il Napoli vince con un facile 3-0 tra le mura amiche ma una settimana dopo, al ritorno in Austria, gli azzurri fanno subito 1-0 con Milik, ma poi calano la concentrazione riuscendo a subire la pressione dei padroni di casa subendo ben tre gol per qualificarsi con qualche brivido. La fine definitiva dell’avventura europea del Napoli arriva ai quarti di finale dove l’Arsenal riesce ad ottenere una doppia vittoria in casa (grazie ad un primo tempo sciagurato degli uomini di Ancelotti) e in trasferta, all’ombra del Vesuvio, contro una squadra già rassegnata all’eliminazione.

L

e tre eliminazioni e il distacco che sembra abissale potrebbero indurre il tifoso a considerare la stagione negativa, senza vittorie, uscendo prematuramente dalla Champions, dall’Europa League e anche dalla Coppa Italia, ma va dato atto al Napoli che la Dea Bendata non è stata dalla sua parte: il gol di Di Maria in Champions a Parigi, un Piatek formato super in Coppa Italia e i tanti pali (e traverse) in campionato ne sono la dimostrazione. Ma, soprattutto, tutto ciò servirà ad Ancelotti e calciatori per mettere insieme i pezzi di quel puzzle che forma la vittoria.

a cura di Michele Avitabile

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