Un 53enne originario di Pedara (CT) ma residente a Catania, è morto a Gravina di Catania travolto nel fiume in piena creato dal nubifragio che da ore si abbatte sul capoluogo etneo e in provincia. Secondo una prima ricostruzione la vittima sarebbe scesa dalla vettura dopo un incidente e sarebbe stato trascinato sotto l’auto dove è annegato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, la Polizia municipale e personale del 118.
Il nubifragio che da giorni si è abbattuto su tutta la provincia di Catania e in città ha trasformato le strade in torrenti impetuosi. La centralissima via Etnea, in un fiume in piena e piazza Duomo in un lago. Invaso anche storico mercato della ‘Pescheria’ e allagata pure la fontana da dove emerge per un tratto il fiume sotterraneo Amenano.
Ad aggravare la situazione anche l’acqua piovana che si riversa in città dai paesi eteni e arriva copiosa su Catania provocando anche diversi blackout elettrici soprattutto nel centro storico e persino in Municipio.
Nel territorio di Scordia, sempre in provincia di Catania, i soccorritori nei giorni scorsi hanno rinvenuto il corpo di una delle due persone disperse. In quella zona le strade si sono trasformate in corsi d’acqua e diverse auto sono state trascinate via dalla furia dell’acqua. Il corpo ritrovato è di un 67enne rinvenuto in un agrumeto in contrada Leonella quasi al confine con Lentini ad un paio di chilometri di distanza dall’ultimo avvistamento. Continuano nel frattempo le ricerche della moglie che risulta ancora dispersa.
Il maltempo ha creato molti disagi anche nei collegamenti nella Sicilia Orientale. A Catania a causa dell’esondazione del fiume Simeto, la strada statale 194 “Ragusana» è provvisoriamente chiusa al traffico in entrambe le direzioni dal km 0,300 al km 1. Stesso provvedimento, per la presenza di fango e detriti in carreggiata, è stato adottato per la strada statale 385 «Di Palagonia» in entrambe le direzioni dal km 25 al km 29 all’altezza di Lentini (Siracusa), e la strada statale 120 «Dell’Etna e delle Madonie» dal km 176,00 al km 179,000 all’altezza di Bronte (CT). Ancora chiuso il ponte San Giuliano sulla statale nella zona di Randazzo dove sono in corso le verifiche dell’Anas per consentire la riapertura. La massa d’acqua che si è riversata sul ponte ha danneggiato la struttura provocato la rottura del parapetto.
Nella piana di Catania a causa dell’intensa pioggia di questi giorni che ha colpito molto anche Palagonia e d’intorni, sono irraggiungibili le aziende agricole letteralmente sommerse dalla pioggia che ha coperto soprattutto gli ortaggi. Bloccata la raccolta delle olive e c’è preoccupazione per la semina in quanto i terreni, soprattutto nella Sicilia orientale, sono completamente allagati. Agrumi letteralmente sradicati dalla furia dell’acqua, muri crollati, recinzioni divelte. E la condizione delle strade rende pericoloso e difficoltoso il trasporto dei prodotti.
L’attuale ciclone mediterraneo ha provocato diverse frane pure nella Sicilia occidentale. Nella statale 119 di Gibellina in provincia di Trapani, il traffico è difficoltoso per una frana al chilometro 5 poco prima dell’incrocio che porta all’autostrada Palermo Mazara del Vallo. Un’altra frana è stata segnalata alla protezione civile nei pressi della area di servizio Gelso Bianco nei pressi dell’autostrada Palermo Catania.
In provincia di Messina sulla litoranea Jonica è stata chiusa per almeno 10 giorni la tratta autostradale Roccalumera-Tremestieri dell’A18 Messina-Catania, in entrambe le direzioni di marcia. Ciò a seguito delle intense precipitazioni registrate nelle scorse ore in Sicilia che hanno fatto staccare da un sovrastante costone roccioso un masso di considerevoli dimensioni (del peso di circa una tonnellata) che si è riversato su una carreggiata dell’autostrada A18 Messina Catania, al km. 10,800. Il macigno è precipitato nelle prime ore della mattinata di ieri sulla corsia di valle che conduce in direzione Messina, all’altezza del Comune di Scaletta.
Il Comitato operativo Viabilità convocato d’urgenza ieri pomeriggio in Prefettura a Messina, stante la condizione di ulteriori cedimenti ha disposo la chiusura totale al transito in entrambi i sensi di marcia per almeno la durata necessaria dei lavori di messa in sicurezza. Sicché già da ieri sera e fino alla conclusione degli interventi occorrenti, nel tratto Tremestieri-Roccalumera, tutti i veicoli leggeri verranno deviati sulla Statale 114, mentre i veicoli pesanti potranno percorrere esclusivamente le autostrade A20 Messina-Palermo e A19 Palermo-Catania.
La SS114, che è una vecchia strada ormai abitata su entrambi i lati, si è conseguentemente stipata di veicoli che procedono lentamente con notevoli disagi per automobilisti, autobus di pendolari e per i residenti locali, di fatto questi ultimi come sequestrati dall’inteso traffico.
Ne abbiamo sempre scritto di un potenziale gigantesco ingorgo, una delle ultime volte il “4 Dicembre 2020 … da sempre, nella viabilità, sono ostaggio del vecchio costipato budello costituito dall’unica strada che collega sulla litoranea i vari paesi con quelli dell’entroterra: la SS114, che a volte per percorrerla anche in brevi tratti, durante un maltempo oppure nella stagione balneare, significa impiegarci qualche ora se va bene. Più di una volta infatti, in presenza di intense intemperie, la stretta Strada Statale 114 è rimasta bloccata anche per più giorni in entrambi i sensi di marcia e con essa tutto il comprensorio”.
Circa la chiusura del predetto transito autostradale di 10 giorni per Messina sulla A18, il deputato regionale Danilo Lo Giudice di Sicilia Vera e attuale sindaco di Santa Teresa di Riva (ME) ha inviato stamani una richiesta al Consorzio Autostrade Siciliane affinché si riapra subito almeno una corsia dell’A18 nel tratto compreso tra Roccalumera e Tremestieri per evitare il caos sulla Strada statale 114 “Pur comprendendo che la sicurezza deve essere posta al di sopra di qualunque ragionevole decisione, appare evidente e necessaria, la possibilità quantomeno di riaprire in tempi celerissimi, almeno una delle carreggiate dell’A18, nel tratto interessato dalla chiusura, dove prima si viaggiava già con senso unico alternato, al fine di evitare disagi e garantire comunque non solo la serenità quotidianità ai cittadini delle comunità interessate, ma principalmente la possibilità di intervento a eventuali mezzi di soccorso ove necessario”.
L
’OPINIONE
Fermo restando i cambiamenti climatici in corso le cui conseguenziali precipitazioni sono improvvise e intense, tuttavia non ci sembra ragionevolmente ed eticamente comprensibile che le strade, anche appena costruite, non abbiamo previsti sbocchi e scoli per l’acqua piovana, sicché si trasformano in piscine furiose e anche omicide.
Come pure è sotto gli occhi di chi può vedere che in questi anni c’è stata una “concessa” aggressione cementizia e abitativa senza precedenti, particolarmente sulle nostre colline, alterandone l’equilibrio idrogeologico specialmente interno, così trasformandole in otri lesionati pieni d’acqua che poi durante le piogge la riversano a valle sotto forma di colate di fango e acqua.
I cambiamenti climatici, dettati dalla “mini era calda” iniziata intorno al 1850 e dall’aggiunta dell’attività antropica che immette gas serra nell’atmosfera, sono ormai aspetti con cui dobbiamo sapere prendere consapevolezza e fare fronte.
Certo però che se anche la (notoria) CORRUZIONE e SPARTIZIONE (entrambe risaputamente pure legalizzate negli anni con affastellate subdole Leggi) nel trasversale sistema pubblico-politico-professionale-imprenditoriale, dagli scranni più alti fino all’ultimo sgabello, potesse essere almeno in parte forzosamente arginata, avremmo di certo infrastrutture, strade, autostrade, ponti, ferrovie, ecc. più sicuri, longevi e meno costose (purtroppo da sempre pare una “missione impossibile” in Italia e tanto più in Sicilia).
(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)
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