Il Comune del Sindaco Orlando in difficoltà. Dopo gli arresti dei giorni scorsi un post del capo area paventa altri tre consiglieri indagati.
span style="font-size: 14pt;">Problemi al Comune di Palermo. Poche ore dopo gli arresti per corruzione arrivano su Fb le parole di Nicola Di Bartolomeo, capo area della Riqualificazione urbana, l’unico dirigente tecnico rimasto in circolazione al Comune
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Pochi giorni addietro ci si era occupati degli arresti a Palermo “29 Febbraio 2020 Sette arrestati per corruzione a Palermo”. Con l’operazione “Giano bifronte” infatti, la Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e i Carabinieri del Reparto Operativo di Palermo avevano notificato la misura cautelare degli arresti domiciliari a due consiglieri comunali di Palermo, due funzionari del Comune, un architetto e due imprenditori. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico.
I due consiglieri arrestati sono considerati di rilevante importanza, nel senso che: il primo, Giovanni Lo Cascio, era il capogruppo del PD, ovverosia il penultimo partito del Sindaco Leoluca Orlando (che dal 22 maggio 2012 esercita il suo quinto mandato di sindaco di Palermo e dal 7 giugno 2016 anche quello di sindaco della città metropolitana di Palermo. È stato anche parlamentare regionale e nazionale ed europarlamentare nonché componente la commissione nazionale antimafia); e il secondo consigliere arrestato, Sandro Terrani, di Italia Viva, il partito recentemente fondato da Matteo Renzi quando è fuoriuscito dal PD, che è il maggiore gruppo consiliare del Comune di Palermo.
Come pure, insieme ai predetti politici arrestati, ci sono pure gli immancabili funzionari e professionisti (si rimanda al link dell’articolo sopra) e che in Italia e in Sicilia sono da sempre a detta di tutti le architravi del sistema della corruzione, essendo posti a metà strada fra imprenditori corruttori e politici corrotti, nonché pure mafie. Forse gli Ordini professionali andrebbero “rivisitati”.
Infatti era stato precedentemente posto agli arresti anche Filippo Salvatore Bisconti verso cui, nell’ordinanza di misura cautelare del Gip si legge <<già affiliato per almeno un ventennio a “cosa nostra”, in particolare nell’ambito del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno, e soprattutto da decenni attivo nel settore dell’edilizia, tanto all’interno della città di Palermo che nella relativa provincia. In questa veste, nel corso di più interrogatori, il Bisconti si dimostrava ampiamente al corrente delle dinamiche interne agli uffici dell’Edilizia Privata del Comune di Palermo, da lui frequentati per svariati anni nella qualità di costruttore, dimostrando altresì una approfondita conoscenza dei tre principali soggetti sottoposti ad indagine nell’ambito del presente procedimento, ossia Monteleone Giuseppe, Li Castri Mario e Seminerio Fabio; ed a tal riguardo, come si vedrà, il collaboratore rappresentava di avere avuto una relazione di stabile frequentazione professionale con entrambi i pubblici ufficiali, oltre che con il citato professionista>>.
Insomma, implicitamente un boss di tutta evidenza stava di fatto da vent’anni al Comune di Palermo ? E nessuno, guarda caso, da destra a sinistre, sapeva e vedeva ? Normale amministrazione nei nostri Enti ?
Adesso però, nel contesto di una discussione sul profilo Facebook della consigliera Giulia Argiroffi (ex M5s) a un certo punto Nicola Di Bartolomeo, capo area della Riqualificazione urbana, l’unico dirigente tecnico rimasto in circolazione al Comune scrive “Io penso che altri tre consiglieri comunali siano nella black list della Procura. Il tempo ci darà risposta”. Dichiarazioni che fanno allarmare l’intero consiglio comunale di Palermo.
Casca intanto dalle nuvole il sindaco Leoluca Orlando. Mentre Salvatore Orlando, presidente del Consiglio Comunale di Palermo, eletto nella lista “movimento 139”, un ennesimo partito a suo tempo fondato dallo stesso Leoluca Orlando, ha inviato una nota al segretario generale e al sindaco <<Considerata la gravità di quanto affermato corre l’obbligo di fornire dovuta segnalazione affinché, verificata preliminarmente la dichiarazione della funzione dirigenziale, siano adottate le iniziative funzionali ad assolvere gli obblighi di giustizia. La richiesta viene formulata al fine di garantire l’onorabilità e la credibilità dell’organo consiliare>>. Questa comunicazione tuttavia appare come una specie di esortazione politico-istituzionale a chi avrebbe parlato. Questi social !!!
Su questo caso al Comune di Palermo è intervenuto anche l’attuale Presidente della Commissione Nazionale Antimafia Nicola Morra “La stessa immoralità con cui Cosa Nostra operava il sacco di Palermo negli anni Settanta, ora mi attendo dalla politica una reazione esemplare di fronte a queste tristi vicende”.
Ma qui c’è stato un altro aspetto che si è notato leggendo la pagina Fb della consigliera Argiroffi. Infatti ad un certo punto ella scrive “… quando appoggiarono (il M5S) il progetto per il Centro Padre Nostro gli dissi che avrebbero fatto bene prima a chiedersi chi avesse firmato il progetto…Vennero con Morra…. Ieri il progettista è stato arrestato … Uno di loro mi disse: “mica possiamo sempre cercare il pelo nell’uovo”!!! … deve spiegarci perché il M5S ha abbandonato l’aula proprio al momento del voto sui 3 progetti incriminati”. Ad avviso di queste pagine si sarebbe dovuto replicare e precisare a queste parole. Almeno, non abbiamo trovato risposte.
Nell’immagine di copertina è raffigurato il Palazzo Pretorio, la sede di rappresentanza del Comune di Palermo. Noto anche come Palazzo delle Aquile (già denominato Palazzo Senatorio o Palazzo di Città), si trova in piazza Pretoria, sul confine del quartiere Kalsa, vicino ai Quattro Canti.
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