La Turchia mostra ancora una volta il pugno di ferro nei confronti dei difensori dei diritti umani. La direttrice di Amnesty International, Idil Eser, è stata fermata dalla polizia insieme a 11 collaboratori durante un meeting di formazione sulla sicurezza informatica in un hotel di Buyukada, isola al largo di Istanbul. Le accuse nei loro confronti restano ignote e non hanno ancora potuto incontrare i loro legali.
La notizia dell’arresto è stata data proprio dalla ong “Devono essere liberati immediatamente e senza condizioni” ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International in Turchia.
La morsa del presidente Erdogan nei confronti della stampa e degli attivisti si sta facendo sempre più stretta. Il mese scorso era già stato arrestato il presidente dell’ ong in Turchia, Taner Kilic, già avvocato del giornalista italiano Gabriele Del Grande durante la sua detenzione. Kilic è tuttora detenuto. Le autorità lo accusano di presunti legami con la rete golpista di Fethullah Gulen. A quasi un anno dal fallito colpo di Stato le purghe del presidente turco continuano: 50 mila le persone in prigione in attesa di processo, 150 mila quelle licenziate con l’accusa di essere complici del predicatore Gulen, accusato di essere l’ispiratore del golpe e attualmente residente negli Stati Uniti.
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