All’ingresso è stato depositato un divano
Una discarica di rifiuti speciali, di materiale pericoloso e di ingombranti in via Monti di Resina, a due passi dall’ingresso del Maresca a Torre del Greco, l’ospedale che serve 350mila pazienti in tutta la provincia di Napoli. Nuovo grido d’allarme dei residenti del quartiere Montedoro, arrabbiati per la presenza di un immondezzaio in una delle più popolose traverse del rione: un tappeto di elettrodomestici rotti, pneumatici, scarti edili e alimentari che insozza e avvelena i boschi della zona, a meno di venti metri dall’ingresso dell’ospedale, a un chilometri dall’inizio del territorio del Parco Nazionale del Vesuvio.
Tra i cumuli maleodoranti e infestati da topi e scarafaggi si intravede perfino un divano. Il Maresca non è direttamente interessato dall’allarme igienico-sanitario ma, affacciandosi dalle finestre del nosocomio, si ha una vita diretta sul porcilaio di via Monti di Resina. E così, da almeno tre mesi, gli attivisti dell’associazione Pro Maresca che si battono per non far declassare l’ospedale si sono uniti alla battaglia dei residenti e hanno denunciato la situazione, allegando anche fotografie e video dei danni ambientali. Ma finora nulla è stato fatto. La prima richiesta di bonifica è datata al 4 giugno, il 28 luglio la seconda, poi ad agosto un nuovo appello degli abitanti di Montedoro: ogni segnalazione è andata inascoltata.
Da qui la decisione dell’opposizione in consiglio comunale di presentare un’interrogazione al sindaco Giovanni Palomba. “A fronte delle tante denunce giunte a Palazzo Baronale, perché fino ad oggi il sito non è stato bonificato e messo in sicurezza? Quali sono i tempi di intervento previsti dalla giunta? Quanto ancora bisogna aspettare per tornare a respirare? – domanda Romina Stilo, firmataria dell’istanza – Siamo in un’area fortemente residenziale a due passi dall’ospedale Maresca: questi terreni ormai sono contaminati da anni di sversamenti illeciti. Una volta rimossi i rifiuti e bonificata via Monti di Resina, ci sarà poi bisogno di videosorveglianza: questa è opera di ecocriminali”.
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