Al centro del dibattito politico ritorna il problema Fincantieri e lo sviluppo della città. Posizioni non comuni, necessità di un collettivo confronto
Su Fincantieri intervengono Nappi 5 stelle e Di Martino ItaliaViva
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astellammare di Stabia – Dopo la decisione di Fincantieri di anticipare il trasferimento della Trieste, nave Ammiraglia della Marina Militare, per completare i lavori a Muggiano, cantiere della Liguria, ci sono state, da più parti reazioni e commenti.
Poi, dalla sua partenza, avvenuta il 4 di gennaio, il silenzio più assoluto, ma soprattutto nessuna azione è stata messa in campo su come Castellammare, da parte di tutte le sue articolazioni interessate, intende attivarsi.
Operai dell’indotto che seguiranno la nave e dunque saranno trasferiti per un lungo periodo; un cantiere il cui futuro è tutto da capire al di la di promesse che non trovano effettivo riscontro rispetto ad una strategia attuale comunque non ben definita, o quanto meno non chiaramente espressa, da parte dell’azienda.
Qualche dichiarazione comincia a riportare il problema in primo piano; il primo cittadino che riferisce di una telefonata con l’amministratore Delegato di Fincantieri che assicura lavoro per l’opificio stabiese per i prossimi dieci anni.
Il consigliere comunale Scala che insiste su un cambio di rotta dell’amministrazione comunale e dunque la necessità di un confronto serio fra i vari soggetti interessati alla questione per appunto stabilire un comune percorso per ridare il ruolo che merita a un cantiere che ha segnato pagine di storia a Castellammare e dunque speranza di stabilità lavorativa ai lavoratori, oltre che economia indotta per la città.
Francesco Nappi, capo gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, non condivide il come si sta reagendo rispetto al problema Fincantieri, con “tristezza, malinconia per i tempi andati che sembra assistere – afferma – a un elogio funebre, con tanto di buoni propositi per il futuro”.
Il consigliere pentastellare dichiara che, oltre a sapere che la Trieste avrebbe completato i lavori in altro sito, non vanno trovate soluzioni per risollevare la Fincantieri, in quanto la stessa “fattura e genera utili come non mai”.
Invita il sindaco a lasciar fare alla Fincantieri la sua strategia industriale,“Il la voro c’è e per tanti anni, – afferma ancora Nappi – non sta a noi stabilire le linee strategiche dell’azienda, né ai lavoratori, né tanto meno al sindaco, che non è stato capace neanche di stabilire le sue linee strategiche per la città e si vede”.
Il consigliere comunale dichiara altresì di non condividere le finte malinconie con i discorsi strappalacrime, il sindaco che faccia il sindaco e si preoccupi del degrado in cui versa la città.
L’unica rassicurazione che Nappi vorrebbe è che l’azienda “confermi la funzione strategica del cantiere di Castellammare, in modo da rassicurare quanti lavorano in cantiere e le loro famiglie”.
Per il resto, questo è il suo parere, occorre guardare avanti, senza piagnucolare sul passato e senza ipocrisie, anche fuori le mura della Fincantieri, migliorando la città e creando occasioni di sviluppo.
A nostro avviso sembrerebbe una voce fuori dal coro, ma avere rassicurazione di conferma di un ruolo strategico del cantiere stabiese e rassicurare i lavoratori e le loro famiglie, ci sembra un obiettivo comune e forse per giungere a questa conclusione, al di la di altre sia pure legittime problematiche, indispensabile è mettere insieme i soggetti interessati, capire le vere intenzioni di Fincantieri, e stabilire dove vuole andare e cosa vuol essere nel prossimo futuro Castellammare.
Nappi chiude la sua nota affermando che “Ogni azienda, dalla più piccola alla più grande ha a cuore i propri dipendenti, sono coloro che generano fatturato e profitto.
Il M5S ha fatto la propria parte, il denaro per gli investimenti c’è, speriamo che la Regione faccia la sua”.
Il consigliere comunale di Italia Viva Andrea Di Martino, interviene sulla questione ritenendo “ridicolo” il fare telefonate all’A.D. Bono, perché esiste un piano industriale, che di seguito sinteticamente ricordiamo, e che attualmente occorre semplicemente vigilare affinché “il lavoro previsto non ci venga sottratto, ed iniziare a lavorare e lottare affinché tra cinque anni si possa tornare ad avere un cantiere sede di costruzione di nuove navi e non di un’officina di supporto”.
Di Martino ricorda, appunto, a chi si accorge del problema a corrente alternata, che il piano industriale approvato lo scorso anno prevede per lo stabilimento di Castellammare, una funzione di supporto dei cantieri della fascia tirrenica.
Una decisione questa, continua il consigliere, dopo che il paino prevedeva la chiusura, scongiurata grazie alle lotte dei lavoratori.
Per i prossimi 5 anni il destino della struttura cantieristica stabiese è segnata e tutti i lavori andranno nella direzione stabilità.
Per cui è inutile, aggiunge il rappresentante di Italia Viva, “continuare a chiedere lumi e rassicurazioni all’amministratore delegato Bono. Egli è stato più volte categorico sul tema. Questo è il futuro del cantiere Stabiese”.
Per completare il ricordare fasi del recente passato relativamente alla questione in discussione, Di Martino menziona un aspetto del programma elettorale con cui si è presentato alle elezioni che prevedeva “una vertenza della città verso regione e Fincantieri per tentare di sovvertire questo divenire. Lo scorso anno in vista dell’approvazione del nuovo piano industriale chiesi insieme al consigliere Nastelli la convocazione del consiglio aperto su Fincantieri che fu disertato da gran parte dei protagonisti. Il successivo consiglio regionale non diede particolari rassicurazioni”.
Sempre più, a nostro avviso, necessita una collettiva riflessione e discussione sul problema, per fare chiarezza, per comprendere fino in fondo il tutto, per trovare e adottare opportune linee guide per un possibile sviluppo della città.
Giovanni Mura
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