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Castellammare di Stabia

… sti pagliacciate e fann sul e viv… scrisse Totò, come dargli torto!

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Totò, a conclusione della sua impareggiabile poesia – ‘A Livella – scrisse: ..sti pagliacciate e fann sul e viv, nuie simm serie, appartenimm ‘a morte! E come dargli torto osservando come ci si comporta da vivi, soprattutto se si è politicanti di una certa genia od anche dei “bastian contrari” del tipo dei Negazionisti come dei NoVax et similia!

‘’sti pagliacciate e fann sul e viv’’ scrisse Totò, come dargli torto!

Dopo il Ferragosto appena passato ora si avvicina il Natale poi, immediatamente a seguire, ci sarà Capodanno ed è già un accapigliarsi ne più ne meno come si fece per l’estate. E gli attori tragicomici (e mi scusino questi, quelli veri, per l’indegno accostamento) del momento tornano a sbraitare i loro lamenti ora diretti in un senso ma pronti, subito dopo, ad invertirne il senso proprio, ripeto, come è stato per l’estate scorsa e fino a prima che iniziasse questa nuova, indegna, telenovela.

Ora come allora, i “nostrani win-win”, ben dotati di bronzo facciale e moquette sullo stomaco, poco di intelligenza e dignità, sono lì a sbraitare che non si può togliere, cancellare, il Natale (poi a ruota seguirà il Capodanno) come anche l’annesso diritto alla Sci, ai cenoni ed alle riunioni di gruppi che quanto più grandi sono meglio è e si sta.

Sarebbe, dicono, una ferita spirituale grande per le persone ed ancor più enorme all’economia.

Tanti nipoti, nonni, figli, zii, zie, cugine e cugini, parantelame ed amiciziale vario che sarebbe privato del loro diritto al poter stare insieme a festeggiare e costretti a starsene, magari, in casa soli con la propria famiglia più ristretta. Che tristezza, che indecenza. Un sopruso inaccettabile!

E non parliamo poi del danno economico che ne avranno, ad esempio, i gestori delle piste da Sci e contorni vari (baite, alberghi, negozi)!

Insomma, su entrambi in versanti una catastrofe inaccettabile e finanche assurda ed ingiusta perché inutile. A loro dire!

E per giustificarlo portano avanti strampalate (perché parzialissime) giustificazioni che, facendo ad esempio riferimento al “diritto alla Sci” (come prima era, e poi tornerà ad essere, quello “alla Movida”) recitano che in realtà NON c’è nulla di più salutare e sicuro dell’ sciare perché, dicono, ad esempio si sale con la seggiovia dove si sta da soli e poi, altrettanto in solitaria, si scende sciando.

Ma che cari, e che infingardi tutti. Queste persone non si fanno affatto scrupolo dal sottacere tutto il resto ed anzi, a provare a far si che la loro idilliaca rappresentazione sia recepita come corretta tanto che, se qualcuno prova a far notare il resto chiedendo risposte, ammesso e non concesso che lascino completare la risposta, rispondono sempre con altro. Insomma, con loro è come giocare a tressette chiamando spade ed avere sempre risposte di bastoni, e quindi, oltre all’esempio della salita in seggiovia ed alla sciata in solitaria, non vanno ne amano analizzare eppure, se lo facessereo, (forse) nterebbero anche loro che, ad esempio:

  • Sottacciono quanto vi può essere a monte per la non certo solitaria ricerca di un paio di sci e scarponi a noleggio visto che non tutti magari hanno, o possono permettersi, di avere un equipaggiamento per lo sci;
  • Sottacciono tutto quanto c’è all’attesa della seggiovia dove, comunque, le persone si aggregano per prenderla;

inoltre, e soprattutto, non amano parlare del fatto che:

  • Se poi invece della seggiovia usi la funivia, le cose cambiano già di molto, e non solo durante la salita ma anche prima e all’arrivo con la gente che li si aggrega per prenderla, e poi all’uscita;
inoltre ancora:

DOPO la salutare ed ostentata sciata in solitaria che amano sventolare ci sarà bene:

  • un termine alla stessa. Termine che immancabilmente sarà “a valle” in una qualche radura dove, guarda caso, TUTTI giungono e si riuniscono nuovamente vuoi per togliersi gli sci vuoi, soprattutto, per respirare a pieni polmoni per l’affanno della discesa (affanno che prendeva e prenderà anche un Tomba, anche lui parlante nel merito, e non tutti credo che lo siano)
  • Un rientro in baita, albergo o altro luogo per ristorarsi, riposarsi e poi trascorrere la serata;
  • Serata che, magari, include anche un alias di discoteca, comunque un aggregarsi che non è certo l’unico momento di solitaria discesa portata ad esempio.

Questo il quadro completo da osservare, non la singola pennellata. Ed è guardando il quadro completo che tutto muta e tutto assume un altro senso. Ovviamente a volerlo vedere.

Per concludere poi mi sovviene ancora un pensiero con un occhio al passato ed altro al futuro, ed il farlo mi sconsola e mi dà a vedere che, a fare e ragionare come queste persone, si entrerebbe nel gioco del cane che prova a mordersi la coda visto che, osserviamo:

  • Per prima c’è stata l’estate.

Ed abbiamo toppato per dare ristoro all’economia, e concedere il diritto allo svago, al ballo e magari anche allo sballo dei pochi (o relativamente tanti) che fossero;

  • Ora, immediatamente a seguire, ci risiamo con il Natale con gli stessi diritti da reclamare e da difendere:
  • Subito dopo ci sarà il Capodanno

E ci ritroviamo con chi chiede di toppare nuovamente (pronti poi, ovviamente, a lamentare che il Governo ha consentito che si toppasse).

E questo per il passato ed il presente. Ma proviamo a guardare oltre.

Se si allentasse l’attenzione come fatto per l’estate, ci troveremo nei mesi a seguire a riprendere la marcia che si sta avendo adesso e, camminando camminando, ecco che, ripercorrendo la funesta strada di questa estate ed attuale, ci ritroveremo a ridosso di un’altra irrinunciabile festività: la Pasqua che sarà lì a portata di mano (4 Aprile) e che, anch’essa come per le altre, porterà i soliti noti ad avanzare, ancora una volta, analoghe lamentele, diritti e pretese, giustificando il tutto, ancora una volta, come cosa innocqua visto che non c’è nulla di più salutare di una bella gita in campagna (la famosa scampagnata) dove si starebbe all’aria perta su rigogliosi prati verdi di vaste pianure.

Vogliamo guardare ancora oltre?

  • Ecco che arriva il Primo maggio e poi, un batter di ciglia, rieccoci all’estate.

Ed il ciclo (il circo) riprende. E così all’infinito senza possibilità di soluzione magari finanche se, nel frattempo, saranno arrivate le tanto attese vaccinazioni (se si vorranno fare).

E questo è!, per cui, come sempre continuiamo a dirci: Povera Patria e, a seguire, “Io speriamo che me la cavo

Stanislao Barretta

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