L’archeologo Angelo Mascolo ci spiega l’importanza degli scavi di Stabiae
I
eri gli alunni della S.M.S. Roncalli – Fucini hanno avuto l’opportunità di visitare gli scavi di Stabiae, e in particolare Villa San Marco, per vedere dove e come vivevano un tempo gli antichi romani.
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Rosanna Fienga, tutor esterna del progetto “Dieta Mediterranea”, ha inserito nel programma questa esperienza per introdurre nella prossima lezione l’alimentazione dei romani di quell’epoca. Per questa visita si è avvalsa della professionalità e disponibilità dell’archeologo Angelo Mascolo che, gratuitamente (è bene sottolinearlo n.d.a.), ha accompagnato e spiegato agli alunni segreti e curiosità di Villa San Marco.
Alla fine del percorso abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per avere alcune sue opinioni sui siti archeologici della Campania:
“Ci tengo a ringraziare i ragazzi della Fucini Roncalli per la partecipazione e la curiosità che hanno messo in questo viaggio di 2000 anni. Questa visita ha permesso loro di entrare in un mondo che in parte non c’è più, ma che in parte ancora vive attraverso le nostre tradizioni, la nostra lingua e cultura. Un mondo che vive attraverso le Ville di Arianna e di Villa San Marco, fatto di bellezza, spensieratezza, ma anche cultura e sensibilità.
Ai ragazzi ho detto di diventare custodi di questa cultura affinchè anche le generazioni future possano godere di questa Storia. E’ una missione che la nostra generazione si deve dare: dobbiamo preservare il patrimonio romano presente a Castellammare e dobbiamo anche cercare di ampliarlo. La maggior parte del sito di Stabiae è rimasto ancora inesplorato. Dostoevskij diceva che “la bellezza salverà il mondo”, il nostro imperativo è proprio questo. Dobbiamo preservare la bellezza e, soprattutto, educare i giovani alla bellezza e alla grazia di un mondo romano che dopo 2000 anni ci racconta ancora le sue storie attraverso queste testimonianze.
Gli Scavi di Stabiae sono rimasti un po’ in secondo piano rispetto a quelli di Pompei o Ercolano
In realtà è un errore che deriva da una comunicazione sbagliata. Non sono dell’idea di considerare gli scavi di Stabiae o di Oplontis come siti secondari. A Stabiae non c’erano solo le ville, ma si era sviluppato anche un vero e proprio centro di scambi e relazioni altrettanto importante in epoca imperiale e non solo. E’ una Pompei a sud di Pompei.
Cosa si può fare per catturare l’attenzione mediatica anche nei confronti di questi siti?
La prima cosa è dare loro una dignità: sono anni che, per esempio, i lavori di restaurazione sono bloccati. La seconda è iniziare a promuovere l’unicità e la bellezza di questi siti archeologici. Castellammare recentemente ha chiesto l’inserimento delle sue 28 sorgenti nel patrimonio Unesco. Uno dei criteri che discriminano un sito idoneo ad essere considerato patrimonio Unesco è proprio l’unicità. Credo che Stabiae, con le sue ville e la sua storia, sia un unicum nella Storia Umana. Al pari di Ercolano e Pompei, anche le ville di Castellammare meritano questo riconoscimento perchè non sono seconde a nessuno. E’ stata effettuata una sorta di operazione di oscuramento che li ha portati ad essere considerati siti minori. Stabiae è, al contrario, un sito di primaria importanza, nonchè un ingresso strategico al resto della penisola sorrentina.“
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