La delibera della giunta Manfredi con l’ingresso limitato sulle spiagge libere non è proprio piaciuta ad alcuni cittadini che subito hanno messo in atto una protesta contro il numero chiuso sulle poche spiagge pubbliche di Napoli.
Spiagge Libere con Libero mare in libero Stato
Il deliberato dell’amministrazione partenopea che dispone l’ingresso limitato sule spiagge libere, in verità deriva da alcuni episodi di violenza che si sono verificati proprio in alcuni lidi liberi e, sempre a dire il vero, ad alcuni non dispiace.
P
er altri invece, riuniti nel comitato mare libero e gratuito, è una chiara violazione di un diritto costituzionale e chiedono al sindaco la revoca dell’ordinanza, l’allargamento delle spiagge pubbliche e il ritiro progressivo delle concessioni ai lidi privati.
La richiesta all’amministrazione comunale è avvenuta vuoi:
- attraverso una protesta avvenuta ieri sulla spiaggia delle Monache a Posillipo dove, decine di aderenti ai comitati per il “mare libero e gratuito”, hanno protestato invadendo da terra e da mare i lidi privati per parlare con gli altri bagnanti e rivendicare il diritto al mare,
- che con una Giornata di mobilitazione per l’accesso gratuito e libero indetta sempre per ieri con appuntamento ore 10 Largo Sermoneta e, per la quale, gli organizzatori hanno scritto:
«Faremo sentire la nostra voce per un mare pubblico, pulito e gratuito! Una città di Mare, ma solo per chi può permetterselo perché ormai andare al mare a Napoli è diventato difficile e costoso ed esclusivo.
La costa è occupata da lidi con prezzi sempre più alti e discese private inaccessibili divenute privilegio riconosciuto per quei pochi che ci possono abitare. Il resto della magnifica costa di Partenope ad est ed ovest da San Giovanni a Bagnoli rimane inquinata da decenni di scarichi industriali e l’incapacità della politica di dare una risposta seria in termini di bonifica».
Ed aggiungono:
«Di conseguenza la gran parte degli abitanti che in una città come Napoli già mortificati da una precarietà sempre più incalzante, alle prese con la disoccupazione, il lavoro nero, l’assenza di servizi dignitosi è relegata in quei miseri pezzettini di spiaggia pubblica sporca e senza servizi, ovviamente affollatissima, sempre che si abbia la prontezza di prenotare per accedervi vedi spiaggia delle monache o quella della Gaiola gia interessata da un progressivo processo di privatizzazione ed in questi giorni addirittura chiusa per “imperizia” dei facoltosi abitanti che vivono nei parchi sul mare, nelle potature degli alberi».
«Stessa situazione sul versante flegreo da Pozzuoli a Miseno e oltre, fino al litorale domizio.
Il problema è nazionale con condanne da parte dell’unione Europea per l’assurdo meccanismo delle concessioni balneari ai privati fino a 99 anni, e ora si sta approvando una nuova legge per il rinnovo delle concessioni.
I vecchi concessionari che sono una lobby potente e con forti agganci politici, soprattutto nel centrodestra, vorrebbero che nulla cambi per mantenere i loro assurdi privilegi.
E questo anche se lo Stato vuole tutelare la concorrenza con forme di indennizzi per ammortizzare le spese fatte, spesso opere del tutto abusive e si propone di vendere gli arenili.
Così la spiaggia privata che doveva essere un’eccezione, rischia di rimanere la regola: più del 70% delle nostre spiagge sono private; si tratta di una vera e propria rapina alla sovranità popolare che non possiamo più tollerare!».
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