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Spalletti: “Allegri? Volevo salutarlo e mi fa la morale, per una volta che vinco io…”

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e parole del tecnico del Napoli Spalletti dopo la super rimonta contro la Juventus che vede ora il Napoli volare a punteggio pieno in classifica

Spalletti: “Allegri? Volevo salutarlo e mi fa la morale, per una volta che vinco io…”

Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa al termine della vittoria contro la Juventus al Maradona per 2-1. Ecco le sue dichiarazioni:

Non ci aspettavamo questo faccia a faccia. 

Nemmeno io, l’ho rincorso pure nello spogliatoio alla fine per salutarlo e sono andato dentro la panchina all’inizio“. 

Ci è sembrato nervoso con l’arbitro nel finale?

 Vi è sembrato male, nessuna frizione, zero. Non ho detto mai nulla. Ho sempre perso, una volta che vinco mi viene a fare la morale”.

Stavolta ha vinto, cosa ha fatto la differenza in questa gara?

 “La saggezza della squadra, siamo rimasti compatti dopo il vantaggio della Juve. Non ha perso la testa, loro sono ripartiti in due o tre occasioni ma poi siamo sempre stati in equilibrio. Abbiamo tentato di forzare il passo, ma loro come blocco squadra si abbassavano bene. Loro nello stretto diventano dei leoni, con Ounas qualcosa di più abbiamo fatto. Abbiamo messo diverse palle dentro, la nostra pressione è stata costante e volevamo fare la partita”.

Questa vittoria aiuta a crescere il Napoli? 

“Questi nove punti che abbiamo hanno un valore importante perchè ci permettono di conoscerci meglio ed entrare nel vivo delle situazioni. Con il ritorno in ritardo dagli europei e le partenze per le nazionali noi siamo i terzi in Europa più penalizzati, la Juve è seconda. Sono penalizzazioni importanti, per dire Elmas è uno che può fare di più ma se torna all’ultimo momento non sai come lo hai. Osimhen è tornato e ci ha detto ho bisogno di dormire, ha preso sonno alle 6 e s’è svegliato a colazione, li mandi in campo ma è difficile che possano dare quel contributo che possono dare. Su questo dobbiamo completare il lavoro sulle nostre qualità, Anguissa ci ha dato un tipo di lavoro fisico che ci manca. Vanno bene le belle idee, ma poi serve chi va a recuperare il pallone per mettere in pratica le belle idee”.

Sul pubblico del Maradona 

“Loro non sono dei tifosi, loro sono dei calciatori. Loro non vengono a tifare, vengono a ‘faticare’ con noi e la giocano intorno al campo. Questo lo si percepisce benissimo, è un amore per la squadra che li alimenta e che viene trasmesso ai calciatori. Noi dobbiamo sapere che siamo coloro che portano questo messaggio dentro al campo”.

Bisogna volare basso o è giusto entusiasmarsi?

 “Non è giusto, abbiamo vinto tutte le gare con grande fatica. Poi è vero che si sono vinte e che siamo lì, ma ieri sembrava per qualcuno che dovessimo affrontare una gara facile contro la Juve. Noi del mestieri sappiamo che sotto i lacrimoni ci sono i dentini che mordono, non ho potuto accettare che qualcuno mi volesse mettere davanti alla Juve. Prima della gara mettetemi al pari”.

Tre reti su tre errori dei singoli: sul piano tattico non una bella gara 

“Lei è un pochino cattivo, ma effettivamente si può fare meglio entrambi. Quando c’è grande tensione, stanchezza, importanza dei 3 punti, succede che qualche leggerezza si possa combinare, ma ci sono state anche belle azioni fatte molto bene, sia ripartenza loro che recuperi nostri, attaccando dall’inizio per scavare un piccolo spazio. Le partite bisogna saperle leggere, sapere quando accontentarsi e quando forzare a dispetto dello spettacolo che volete voi…”

Ora arriva il Leicester in Europa League 

“Io gioco volentieri in Europa, giocherei pure al parco. È chiaro che bisogna avere un numero di calciatori che permetta di recuperare, i viaggi sui muscoli dei calciatori hanno un costo perché altrimenti non sono al top. Spero che non ci lascino nessun calciatore a casa ‘d’ufficio, perché saremmo davvero in difficoltà”


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