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Castellammare di Stabia

Sorrento terra delle sirene, terra dell’accattonaggio

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È

noto che dove c’è odore di denaro, c’è odore di accattonaggio. Centinaia le città italiane prese di mira da nomadi che per vivere, chiedono l’elemosina in strada, davanti ai negozi, ad ogni angolo delle piazze.
E tra queste città non è da meno Sorrento, culla del turismo campano. Come ogni anno nel periodo estivo Sorrento è invasa da migliaia di turisti stranieri (e non solo) gionalieri. Fin qui non ci sarebbe niente di male. Anzi! Però c’è una nota dolente. Le strade, i vicoli, gli angoli delle piazze, sono in completo dominio di nomadi che chiedono l’elemosina simulando deformità o malattie per destare la pietà dei passanti. Anche qui non ci sarebbe niente di male (visto che l’art. 670 del codice penale riguardante l’accattonaggio e la mendicità è stato abrogato nel 1999).
Ma cosa grave è che queste persone, per impietosire la gente, usano minori molto spesso inferiori ai 6 anni a chiedere la carità. Per non parlare poi di quelli ancora più piccoli tenuti a terra insieme a loro tra precarie condizioni di igiene ed addirittura bimbi di pochi giorni.
Allora qui non si parla più di elemosina, ma di vero e proprio sfruttamento minorile che è un reato punibile con la reclusione.
E per combattere questa piaga sociale e per tutelare questi minori, si è fatto portavoce Francesco Gargiulo, uno dei fondatori e Presidente del Movimento Civico “Conta anche tu” che con una petizione è riuscito ad ottenere migliaia di firme (ma anche la sensibilità della maggior parte dei cittadini e negozianti sorrentini) che sono state mandate al sindaco di Sorrento (in primis) e poi a tutti gli organi di competenza.
Questa iniziativa vuole poter far cessare questo abominevole e selvaggio sfruttamento di bambini piccoli e neonati che vengono utilizzati solo con il crudele scopo di poter portare a casa quanto più denaro possibile.
Del resto, se ci angosciamo e vorremmo fare chissà cosa quando sentiamo casi di violenze sulle donne e sui bambini, non restiamo impassibili a questa forma di violenza che i bambini sono costretti a subire e che sicuramente non possono ribellarsi e magari di decidere di un futuro diverso.

 


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