A seguito dell’uccisione del capo Pasdaran, Generale Soleimani, del suo principale collaboratore Abu Mahdi al Muhandis, facenti parte delle milizie filo-Teheran nelle forze di Baghdad, e dei suoi più fidi collaboratori, si è aperto un nuovo fronte di guerra che potrebbe portare ad una lunga scia di sangue.
Soleimani: il primo di una lunga scia di sangue? (Lo Piano – Saint Red)
Iraniani e Iracheni faranno di tutto pur di vendicare la loro morte. Durante i funerali, quasi un milione di persone ha gridato vendetta, l’odio verso il popolo americano vi è sempre stato, ma non aveva mai toccato livelli così alti.
E
’ come se fosse stata dichiarata una guerra non firmata, da questo momento in poi potrebbero essere presi di mira obiettivi militari e civili: ve ne sono a migliaia sparsi nei vari Continenti, nessun cittadino americano, in qualsiasi parte del Mondo si trovi, potrà più dormire sonni tranquilli.
Saranno migliaia le persone che potrebbero essere nel mirino dei seguaci del generale, prova ne è che in Kenya due giorni fa sono stati uccisi 3 soldati americani.
Anche l’Europa potrebbe essere coinvolta in questa escalation di morte, in Italia vi sono numerosi possibili obiettivi da poter colpire, in primis l’Ambasciata americana a Roma.
In Italia i controlli saranno sicuramente rinforzati, la nostra intelligence è considerata fra le migliori al mondo, ma contro la potenza distruttiva di un kamikaze è sempre difficile difendersi.
Stessa cosa dicasi per Israele e Inghilterra, entrambi gli Stati sono nemici dell’Iran e dell’Iraq, nei giorni a venire speriamo che non si assista ad una escalation delle azioni di un vero e proprio conflitto armato.
Sia l’Iran che l’Iraq, vorrebbero cancellare dalla terra lo Stato di Israele, ormai sono decenni di lotta senza esclusioni di colpi, i razzi “volano” da un territorio all’altro con ritmi sempre più incalzanti, sempre alimentati da nuovi venti di guerra.
L’attacco voluto da Trump contro il generale ed il suo seguito, sarà stata la conseguenza dell’azione di guerriglia avvenuta a Bagdad contro l’Ambasciata americana, basti ricordare che si sono avuti una trentina di feriti più o meno gravi.
Se prima i rapporti fra i 2 Paesi erano tesi da anni, oggi si può affermare che diventeranno incandescenti.
Cosa avrà spinto Trump a prendere questa decisione? Molto probabilmente avrà voluto spostare l’attenzione dell’opinione pubblica per quanto riguarda il suo impeachment, ma c’è da chiedersi quale sarà il prezzo in vite umane da pagare?
Le prossime elezioni sono vicine in America, Trump, ha sempre dimostrato una straordinaria abilità in campo commerciale; l’economia negli Stati Uniti va a gonfie vele, la disoccupazione è ai minimi storici, in questi giorni si sta siglando un nuovo trattato commerciale con la Cina.
L’uccisione del generale Soleimani, era stata già presa in considerazione nel 2011 quando l’America era sotto la guida di Obama, solo che per ragioni ancora poco chiare si ritenne opportuno non portarla a compimento.
A distanza di anni, Trump la ha messa in atto, ora qualora l’America venisse attaccata, le ripercussioni saranno più che violente, il Presidente americano sarebbe pronto a colpire 52 obiettivi, compresi i luoghi centenari di culto.
Bisognerà solo aspettare gli eventi, le premesse ci sono tutte per un nuovo bagno di sangue, il problema sta nel comprendere, visti i contendenti in campo, chi sarà in grado di gestire questo flebile anello che li separa da uno scontro diretto.
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