In Sicilia, l’ex senatore dem Beppe Lumia e ex membro della commissione antimafia sarebbe indagato dalla procura di Caltanissetta.
Sarebbe coinvolto nell’inchiesta su Antonello Montante, ex paladino antimafia di Confindustria, che sarebbe stato a capo di una rete illegale nata con lo scopo di spiare le indagini per mafia avviate sul suo conto e, poi, archiviate. La procura di Caltanissetta, poi, con la sua indagine, si sta occupando anche di far luce sulla gestione dei finanziamenti dell’assessorato alle Attività produttive. È per questo motivo che tra gli indagati son finiti anche l’ex presidente di Regione, Rosario Crocetta, gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, accusati di aver assicurato risorse economiche alle iniziative di Montante. Quest’ultima tranche dell’inchiesta vede coinvolto non solo Lumia ma anche l’ex assessore regionale Marco Venturi per concorso in corruzione, amico di Montante di cui ora è grande accusatore. Tra gli altri indagati ci sono anche Dario Lo Bosco ed Emanuele Nicolosi, rispettivamente ex presidente ed ex direttore generale dell’Ast (Azienda siciliana trasporti). Non è ancora dato sapere quale sia esattamente il reato contestato all’ex senatore Lumia ma, come rivelato ieri da Repubblica Palermo, il suo nome compare in un’intercettazione ambientale tra Venturi e Alfonso Cicero, ex stretto collaboratore di Montante e poi, anche lui, suo accusatore. L’ex senatore ha già smentito tutto mesi fa: “Sul finanziamento a Crocetta si sono dette frasi gravemente diffamatorie nei miei confronti per le quali in sede legale chiederò conto e ragione”.
L’Opinione.
La vicenda Montante appare come una di quelle classiche storie siciliane di potere occulto, foderato di etica, onorabilità e legalità, mentre sotto ci sarebbe opacità, intreccio e potere specialmente politico, sociale ed economico. Insomma quel confine cosiddetto grigio, tra illecito e il forzoso-onesto, favorito da decennali leggi nazionali e regionali, appositamente votate in carente buona fede politica e morale, per essere distorte, incomplete, confuse e affastellate.
Cercando però sulla Rete si sono trovate, su dei giornali online, in merito a tale indagine, anche delle notizie che per chi scrive e conosce alcuni fatti, lasciano attonito, tanto che questo articolo sarebbe da inviare alla Procura di Caltanissetta e alla Commissione Nazionale Antimafia che risulta stanno indagando sulla questione Montante.
Scrive infatti il 9 maggio 2018 LiveSicilia: “… Cusumano e il caso Ast – E qualcosa in merito ha detto anche Giulio Cusumano, ex vicepresidente dell’Ast che ha raccontato una delle vicende più inquietanti dell’inchiesta: sarebbe stato “avvisato” dall’allora governatore Lombardo (che ha smentito e minaccia querela) dell’esistenza di un plico contenente informazioni riservate e ‘scabrose’, riferito all’omosessualità dello stesso Cusumano oltre a presunte – rivelatesi inesistenti – parentele mafiose. L’attuale consigliere comunale di Palermo collega questo episodio alla sua attività di contrasto alla fusione della Jonica Trasporti in Ast, operazione che sarebbe stata caldeggiata già in quegli anni da Montante: “Si era artatamente generato il convincimento, e di tanto si parlava in azienda, – racconta agli inquirenti – che io fossi il mafioso che si opponeva ad una operazione che riguardava il Montante che era l’imprenditore a difesa dei valori della legalità”.
Scrive anche a maggio 2018 LaSpiaPress “… Per quanto emerge dall’operazione Double Face, della Procura di Caltanissetta, che ha svelato il sistema di dossieraggio … presidente Lombardo che tentò di regalare AST a Montante(Jonica Trasporti) … l’ex presidente si rivelò anche omofobo … In quel breve lasso di tempo, l’avvocato Giulio Cusumano come vice presidente AST, approfondì alcune vicende relative alla gestione dell’azienda, tra le quali quella relativa alla concessione in affitto alla Jonica Trasporti, di un autobus nuovo acquistato da AST spa e locato ad un canone molto più basso del prezzo di mercato. Ma, ancora più importante, allorché si paventò l’ipotesi della fusione tra AST e Jonica Trasporti, l’avvocato Giulio Cusumano mostrò, in seno al consiglio di amministrazione di AST, la sua ferma contrarietà, perché in caso di privatizzazione di AST, il socio privato Jonica Trasporti, riconducibile al Montante, avrebbe potuto acquisire la AST spa a prezzi stracciati, incamerando il notevole patrimonio immobiliare di cui la stessa dispone …”.
E di seguito in modo analogo diversi altri giornali online.
La Jonica Trasporti invece, è sempre risultata essere una costola pubblica dell’AST quale unico proprietario. Non solo. La Jonica Trasporti è la società che sarebbe stata costituita per subentrare forzosamente con decreto assessoriale alla società privata STAT di Santa Teresa di Riva (ME), anch’essa di trasporto pubblico di persone su strada, acquisendone pertanto contributi, concessioni e dipendenti maschi, poiché la predetta ditta aveva subito nell’arco di un paio d’anni quattro attentati incendiari ed era conseguentemente fallita. Una vicenda lunga circa dieci anni e piuttosto complessa.
Della Jonica trasporti avevamo fatto un cenno in un articolo inerente il nuovo Presidente dell’ATM (Azienda Trasporti Municipale) di Messina e noto fedelissimo del neo sindaco De Luca, che era stato precedentemente anche Presidente della Jonica Trasporti.
La singolarità ulteriore è che circa dieci anni dopo gli attentati subiti da quella società STAT, un Giudice messinese, che tra l’altro sembra sia attualmente sotto processo per altri fatti al Tribunale di Reggio Calabria, fece un rapporto alla Procura di Messina in cui dichiarava che la STAT era stata in difficoltà economiche fin dal 1995 e la situazione si era aggravata a seguito di alcuni attentati di matrice mafiosa. Un Giudice messinese per le indagini preliminari accolse pienamente quella relazione e aggiunse che ciò risultava dalle “indagini esperite”.
L’aspetto incomprensibile è che sulla stessa Rete, al contrario, gli attentati a quella ditta STAT risultano avvenuti nel 1991 e 1992. Da quali indagini esperite possa essere scaturito che sono avvenuti nel 1995 è rimasto un mistero. Neanche il Tribunale in dibattimento volle accogliere la realtà degli eventi e accertarne la verità storica.
Ecco il decennale problema della Sicilia: tutto appare sempre un mistero, quasi imperscrutabile e impenetrabile. Tutto, Politica, Giustizia, Burocrazia e cosiddetta Società civile. Terreno poi chiaramente fertile per la mafia.
Purtroppo in Sicilia non è giunta neanche la ventata di rinnovamento politico che, pare (staremo a vedere nei fatti poiché ancora è troppo presto per esserne certi salvo avere fede ma in queste pagine si ragiona non si crede) sia arrivata a livello nazionale sul piano dell’etica politica, trasparenza e legalità.
In Sicilia invece e di tutta evidenza, tutto è sempre come prima, sicché di fatto ogni cosa, pertanto la politica, le istituzioni, la società, le leggi, ecc. ancora rimangono tali e quali come sempre, purtroppo anche come se tanti Grandi Servitori dello Stato fossero morti inutilmente.
L
’immagine è tratta dal sito della Procura di Caltanissetta.
Adduso Sebastiano
Lascia un commento