Colpiti da sequestro, alcuni beni riconducibili a componenti della cosca Condello di Archi. I Carabinieri eseguono il mandato della Dda di Reggio Calabria.
A
Reggio Calabria, nonché nelle provincia di Cosenza, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di approfondimenti patrimoniali coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, scaturiti dalle risultanze emerse nell’operazione denominata “Metameria” (eseguita nel febbraio 2021), hanno dato esecuzione all’ultimo di quattro provvedimenti di sequestro patrimoniale, emessi dal Tribunale del capoluogo, diretta dalla presidente Natina Pratticò.
I provvedimenti sono scaturiti dalle risultanze dell’indagine “Metameria”, avviata nel 2017 dai Carabinieri del Reparto Operativo reggino e diretta dai Sostituti della Dda Stefano Musolino, Walter Ignazitto, le quali hanno portato il 16 febbraio 2021 all’emissione di 28 provvedimenti cautelari e a ricostruire i rapporti della cosca Condello di Archi con imprenditori ritenuti come asserviti totalmente alla ‘ndrangheta oltre che ad operare il sequestro preventivo di 8 ditte che operano nei settori dell’edilizia, del turismo e dei servizi globali con un ammontare di beni strumentali pari a circa 6 milioni di euro.
Il seguente 13 maggio 2021 l’indagine ha portato anche al sequestro di cinque imprese del reggino per un valore di 15 milioni di euro e alla denuncia di 15 persone deferite a vario titolo per riciclaggio e autoriciclaggio, violazione delle norme sulle accise e per fatturazione per operazioni inesistenti.
I provvedimenti di prevenzione scaturiti dalle citate attività investigative riguardano:
IANNO’ Francesco, nato a Reggio Calabria il 26.10.1973;
GIUSTRA Francesco, nato a Reggio Calabria il 12.08.1978
PIZZIMENTI Nicola, nato a Belvedere Marittimo (CS) il 06.05.1979
CONDELLO Demetrio, nato a Reggio Calabria il 23.06.1979
L’attività, nello specifico settore della prevenzione, nel suo complesso ha consentito di dimostrare la pericolosità sociale e l’illecita accumulazione patrimoniale posta in essere dai soggetti sopra elencati e nel contempo permettendo di sequestrare, per un valore complessivo stimato di oltre 7 milioni di euro, i seguenti beni:
7 imprese operanti nei settori dell’edilizia ed impianti elettrici, officine meccaniche per mezzi pesanti, onoranze funebri e distribuzione di carburanti per autotrazione;
nr. 44 immobili siti nella provincia di Reggio Calabria e Cosenza;
nr. 65 autoveicoli di vario genere; nr. 4 quote societarie, nonché disponibilità finanziarie pari a euro 155.000,00 per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro.
L’esito di tale manovra investigativa evidenzia la mirata strategia di contrasto patrimoniale messa in atto negli ultimi anni dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria che prevede la stretta correlazione tra gli elementi acquisiti nel procedimento penale e quelli che vengono utilizzati nel procedimento di prevenzione.
La preliminare attività di congelamento dei patrimoni strettamente connessi alla commissione del reato espressa attraverso il sequestro preventivo viene quindi sistematicamente affiancata e rafforzata dal procedimento di prevenzione che, allargando lo spettro di azione del sequestro patrimoniale a tutti i beni acquisiti senza provvista durante il periodo di pericolosità sociale dei soggetti investigati, manifesta la propria devastante potenzialità di aggressione ai patrimoni occulti dei sodalizi mafiosi.
ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E CONTRASTO, I CARABINIERI SEQUESTRANO 477.930,00 EURO, ERANO NASCOSTI SOTTO TERRA
Nella medesima ottica di contrasto è stata stretta la morsa ai controlli dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che, nei giorni scorsi, nel corso di servizi coordinati volti alla prevenzione e repressione dei reati, svolti a largo raggio su tutto il territorio, hanno rinvenuto e sequestrato un’ingente somma di denaro: 477.930,00 euro nel complesso, e alla conseguente alla denuncia all’Autorità Giudiziaria G.A., 39enne, e G.D.A., 48enne, entrambi reggini e già con pregiudizi di polizia, per ricettazione.
In particolare, gli operanti, a seguito di una perquisizione effettuata presso un’abitazione in uso a G.A., hanno rinvenuto in un’intercapedine del divano, la somma contante di 83.000,00 euro, mentre esteso il controllo di polizia a un terreno esterno attiguo al fabbricato hanno scovato un bidone in plastica, sigillato ed interrato, contenente la somma contante di 394.930,00.
Il denaro sequestrato, è stato assunto in carico e debitamente custodito in attesa di essere versato sul libretto di deposito giudiziario.
Il nostro ringraziamento va a coloro che quotidianamente si impegnano contro malavita e corruzione, pur con l’esortazione a proseguire i controlli anche dopo i sequestri per verificare la successiva gestione dei beni confiscati. Una necessaria chiusura del cerchio, senza la quale la corruzione continuerà a dilagare, non essendo affatto di esclusivo appannaggio dei malavitosi ma un sistema sempre più “montante” e diffuso nel nostro Paese.
Francesca Capretta / Redazione
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