Sequestrato in Turchia da oltre un anno, alla madre “Lo stato italiano vuole farmi morire qui”
Una chiamata disperata quella che Alessandro Sandrini ha fatto alla madre. Sequestrato da oltre anno durante un viaggio in Turchia denuncia: “Lo stato italiano non sta facendo nulla per me e vuole farmi morire qui”.
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l contatto telefonico è arrivato a Folzano, in provincia di Brescia, ed è partito da un numero agganciato ad una cella siriana. Domenica scorsa, quindi, la mamma di Alessandro ha potuto risentire suo figlio per sette minuti.
Questa è la quarta chiamata dopo quella del 19 ottobre, del 3 e del 24 dicembre scorsi.
“Chi mi tiene sotto sequestro parla arabo e quando mi porta da mangiare ha il volto coperto. Non ce la faccio più“, riferisce il giovane.
Gli inquirenti che si stanno occupando del caso hanno confermato la cella da cui è partita la telefonata. E’ da oltre un anno che la Procura di Brescia e la Farnesina sono in continuo contatto con la mamma del 33enne. Fu la donna a sporgere denuncia per la scomparsa del Figlio.
Alessandro Sandrini, operaio in cassa integrazione di un’azienda del bresciano, era partito il 3 ottobre 2016 per Adana, a circa 180 km da Aleppo. Doveva essere una vacanza dalla durata di una settimana, ma a quanto riferisce il giovane già il secondo giorno è stato rapito mentre camminava per strada.
Per oltre un anno non è mai riuscito a chiamare a casa. Durante l’ultima telefonata di domenica scorsa ha chiesto alla madre un contatto mail perchè i rapinatori hanno intenzione di inviare un video.
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