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Firenze: la Guardia di Finanza sequestra due conchiglie di Tridacna Gigas

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Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza ed i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli operanti presso l’Aeroporto “A. Vespucci” di Firenze-Peretola hanno sequestrato due conchiglie delle dimensioni di quasi 1 metro l’una di un esemplare di circa 50 kg di “Tridacna gigas”, un mollusco gigante appartenente a una specie protetta a rischio di estinzione, che un commerciante italiano stava spedendo a Santo Domingo.

Firenze: la Guardia di Finanza sequestra due conchiglie di Tridacna Gigas

L’attività scaturisce dai controlli che le Fiamme Gialle fiorentine effettuano presso l’aeroporto sulle operazioni di importazione ed esportazione relative alla “Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione” (c.d. “Convenzione C.I.T.E.S.”), secondo le nuove funzioni attribuite alla Guardia di Finanza dal d.lgs. n. 177/2017.

I militari del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze si sono insospettiti di fronte a una documentazione relativa all’esportazione verso la Repubblica Dominicana di due colonne in piperno con incastonate le singolari e rare conchiglie. La Tridacna gigante è, infatti, considerata il più grande mollusco bivalve esistente al mondo (c.d. “giant clam”) e abita prevalentemente le acque delle barriere coralline degli oceani Pacifico e Indiano.

Tenuto conto che, dalla documentazione presentata all’aeroporto, non era chiara la provenienza delle conchiglie, i militari decidevano di effettuare con i funzionari doganali una verifica merceologica, a seguito della quale è emerso che, in realtà, le conchiglie viaggiavano in via del tutto separata dalle colonne, non accompagnate da alcun documento che ne certificasse il legittimo possesso e l’autorizzazione al trasporto.

Le due conchiglie venivano pertanto sottoposte a sequestro e il proprietario denunciato all’Autorità Giudiziaria ai sensi della legge n. 150/1992, che sanziona il traffico di specie a rischio di estinzione, nel caso in esame, con un’ammenda da 20.000 a 200.000 euro o anche con l’arresto da 6 mesi ad 1 anno.

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