Nei fatti è una rivoluzione: l’assenza di una legge ad hoc colmata, con una sentenza, dalle decisioni dei giudici
ROMA Una sentenza che farà giurisprudenza e che d’ora in poi nessun Tribunale per i minorenni potrà ignorare. Una sentenza scritta dalla giudice Melita Cavallo, che oggi la dedica “a tutti quei bambini nati nelle coppie omosessuali a cui finora era stato negato il diritto ad avere due genitori”.
C
on il sì pronunciato oggi dalla Corte di Cassazione, che ha confermato il diritto della mamma non biologica ad adottare la figlia della sua compagna, la stepchild adoption (adozione del figlio del partner), stralciata dalla legge sulle unioni civili, diventa di fatto legale anche in Italia. È successo cioè quanto era stato annunciato dai giudici minorili durante la durissima battaglia parlamentare sulla “Cirinnà”: i bambini lasciati privi di diritti dalle nuove norme sulle unioni omosessuali sarebbero stati “protetti” utilizzando l’attuale legge sulle adozioni. In particolare, così come ha fatto la giudice Melita Cavallo, ex presidente del tribunale per i Minori di Roma, utilizzando l’articolo 44 della legge 184, là dove si prevede “l’adozione in casi particolari”. Ossia quando l’interesse del minore è prevalente, non si ritengono più vincolanti i criteri utilizzati solitamente per le adozioni “normali”, ma i bambini possono essere affidati a chi davvero, in quel caso specifico, ne tutela davvero la crescita e la serenità. Che si tratti si single, di coppie di fatto, o come in questo caso, di una coppia omosessuale.
Il tutto naturalmente dopo una lunga e accurata indagine (così come sempre accade nei percorsi adottivi) che accerti se quella coppia, etero o omo che sia, sia davvero adatta a crescere quella bambina o quel bambino.
Del resto proprio nei giorni più difficili della battaglia in Senato, quando diventava ogni giorno più chiaro che pur di far approvare le unioni civili la stepchild adoption sarebbe stata sacrificata, oltre 700 giuristi avevano firmato un appello “in nome dei bambini”. Annunciando che seppure bocciata dal Parlamento l’adozione del figlio del partner nelle coppie omosessuali, sarebbe stata garantita dai tribunali.
E così sta avvenendo: soltanto a Roma ci sono stati già 15 casi di sentenze favorevoli a famiglie omogenitoriali, alcune già passate in giudicato, altre impugnate, altre ancora già davanti alla Corte di Cassazione. Nei fatti, comunque, una rivoluzione, molto simile a quanto avvenuto con la legge 40 sulla Fecondazione Assistita. In quel caso una pessima legge è stata cancellata dalle sentenze dei tribunali. In questo caso, invece, l’assenza di una legge ad hoc viene colmata utilizzando quanto già previsto nei casi particolari di adozione. Aggiunge Melita Cavallo: “Questi bambini ci sono, esistono, giàvivono con due mamme o due papà. Se quella famiglia è salda e sana, se in quella famiglia il minore cresce sereno, perché dovremmo spezzare questi legami? Quello che conta è il benessere dei bambini, e tutelarlo è il compito primario di noi giudici”.
vivicentro.it/cronaca – repubblica / Una sentenza che nessun tribunale potrà ignorare MARIA NOVELLA DE LUCA
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