Sebastian Kurz, cancelliere austriaco: la riforma dell’UE in materia di asilo deve concentrarsi sulla protezione delle frontiere esterne
Sebastian Kurz: la riforma UE parta da protezione frontiere esterne
In una intervista rilasciata all’agenzia di stampa tedesca DPA, martedì, il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha dichiarato:
“La riforma del sistema di asilo dell’UE dovrebbe concentrarsi sulla protezione dei confini esterni del blocco, sulla lotta alla tratta di esseri umani e sull’assistenza locale per prevenire il flusso di migranti in Europa”
Respingendo così, nel contempo, qualsiasi meccanismo che costringerebbe gli Stati membri dell’UE ad accogliere automaticamente i rifugiati aggiungendo:
“Non credo che questo sistema sarebbe realistico. Credo che la distribuzione di (rifugiati) in Europa non funzioni perché la maggior parte dei paesi è scettica o contraria “
A seguire ha rafforzato quanto detto affermando di sostenere il rafforzamento della protezione delle frontiere, ma che non è d’accordo con la creazione di incentivi per i migranti a venire in Europa:
“Gli Stati che vogliono accogliere i rifugiati dovrebbero riportarli direttamente nel loro paese di origine e non offrire loro la residenza a lungo termine in Europa” …. “ogni paese può decidere da solo” sui migranti che vuole accettare.
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n’ultima annotazione Il cancelliere austriaco l’ha riservata a quello che, secondo lui, deve essere un allarme da non sottovalutare avvertendo che i migranti stanno cambiando le società che li ospitano riferendosi, per questo, ai sentimenti antisemiti di alcuni immigrati dai paesi musulmani affermando che: “Stiamo assistendo a un antisemitismo parzialmente importato”.
(ndr: l’Austria, un paese con una popolazione di 9 milioni di abitanti, ha ricevuto circa 131.000 domande di asilo durante il picco della crisi migratoria in Europa nel 2015 e nel 2016).
Dal canto suo la Germania, che attualmente detiene la presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione europea, sostiene l’adozione di una nuova politica di asilo dell’UE che includa la creazione di centri lungo le frontiere esterne dove i nuovi arrivi sarebbero trattati, e gli ulteriori viaggi consentiti solo se la domanda di asilo sarà giustificata.
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