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Scoperta camera una funeraria sotterranea a Napoli

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Utilizzando la radiografia muonica è stata scoperta una camera funeraria sotterranea nella zona della Sanità a Napoli, rivelando interessanti dettagli sulla storia antica della città.

Scoperta una camera funeraria sotterranea a Napoli

    • In breve
      • Attraverso la radiografia muonica, gli scienziati italiani hanno avuto accesso ad informazioni che erano state nascoste per secoli.
        La camera funeraria, che risale all’epoca romana, è stata scoperta grazie alla tecnica di radiografia muonica, un metodo avanzato di radiografia che consente di vedere attraverso le rovine e il terreno.
        Questa tecnica è stata utilizzata anche in altre scoperte archeologiche, ma questa scoperta è particolarmente importante perché ha fornito informazioni uniche sulla vita quotidiana a Napoli durante l’età antica.

Napoli ha sempre sorpreso gli archeologi con i suoi tesori nascosti.

Questa volta, è stato utilizzato un nuovo strumento per fare una scoperta unica nella sua importanza.

Grazie alla radiografia muonica, scienziati e archeologi italiani hanno scoperto una camera funeraria nascosta sotto terra nel quartiere della Sanità.

Questa scoperta è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Fisica dell’Università di Napoli Federico II e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Napoli L’Orientale.

Si tratta delle rovine dell’antica necropoli di Neapolis costruita dai Greci tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C. i cui resti si trovano oggi a circa 10 metri sotto l’attuale livello stradale, in corrispondenza del rione Sanità.

Gli scienziati hanno scoperto diversi oggetti seppelliti con i cadaveri, come vasellame in ceramica e gioielli in oro.

Ciò che ha destato particolare interesse è stata la scoperta di una lapide in rame, che probabilmente apparteneva ad un membro della nobiltà di Napoli dell’epoca romana.

Questa lapide è stata analizzata con grande attenzione e ha fornito informazioni importanti sulla vita quotidiana a Napoli durante l’epoca antica.

Cos’è la radiografia muonica, o muografia?

La radiografia muonica, o muografia, è una tecnica che utilizza i muoni, particelle prodotte nella cascata che segue l’interazione dei raggi cosmici con l’atmosfera terrestre, per ricostruire un’immagine della struttura interna di un oggetto. Il principio è simile a quello delle radiografie, con il vantaggio di poter investigare oggetti molto più grandi e distanti dal punto di osservazione, per la maggiore capacità di penetrazione dei muoni rispetto ai raggi X.

Per svolgere questa indagine sono stati impiegati due rivelatori di muoni costituiti da film di emulsioni nucleari, speciali lastre fotografiche che consentono di “fotografare” con grande precisione il passaggio delle particelle che le attraversano, registrandone le traiettorie. I rivelatori sono stati posizionati a circa 18 metri di profondità rispetto al livello stradale, a 2 metri di distanza tra loro, in una antica cantina, utilizzata nel XIX secolo per conservare alimenti. Gli strumenti hanno raccolto dati per circa un mese, catturando circa 10 milioni di muoni, grazie a cui è stato possibile ricostruire una visione stereoscopica degli strati sovrastanti, definendo la posizione tridimensionale di una nuova camera funeraria.

“La prima sfida è stata ideare un rivelatore di muoni compatto con alta risoluzione angolare, trasportabile in un posto angusto e privo di accesso alla rete elettrica”, spiega Giovanni De Lellis dell’Università Federico II e dell’INFN di Napoli, portavoce dell’esperimento SND@LHC al CERN e tra gli ideatori del progetto. “Il rivelatore che abbiamo sviluppato” – continua – “si basa sulle tecnologie che impieghiamo negli esperimenti di fisica subnucleare al CERN, e ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, che studiano le proprietà dei neutrini e ricercano la materia oscura”.

“I muoni prodotti nell’interazione dei raggi cosmici con l’atmosfera penetrano nei palazzi e nella roccia sottostante e possono attraversarla fino a raggiungere i rivelatori. Tuttavia, a seconda della densità e dello spessore della roccia attraversata, una parte di questi muoni viene assorbita”, spiega Valeri Tioukov, ricercatore dell’INFN di Napoli, che ha coordinato il progetto. “Dal numero di muoni che arriva sul rivelatore dalle diverse direzioni è possibile stimare la densità del materiale che hanno attraversato. Abbiamo trovato un eccesso nei dati  che si spiega solo con la presenza di una nuova camera funeraria” conclude Tioukov.

La presenza di ulteriori ipogei funerari ipotizzata per tanti anni viene oggi confermata dai risultati della radiografia muonica”, conclude Carlo Leggieri di Celanapoli, associazione che custodisce questo sito promuovendone il recupero e la fruizione.

Cronaca Campania


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