I pm di Salerno, dopo aver ascoltato le rivelazioni del pentito Cassandra, non hanno più dubbi: i Casalesi pilotavano gli appalti di Scafati
C
ontinuano le rivelazioni sugli appalti pilotati nel Comune di Scafati, in provincia di Salerno. Secondo i magistrati, il sistema imprenditoriale dei casalesi è stato applicato a Scafati per l’acquisizione degli appalti comunali. I pm della Procura antimafia di Salerno hanno ascoltato le rivelazioni di L. Cassandra, l’ex sindaco di Trentola Ducenta e attuale collaboratore di giustizia che ha fatto luce sui presunti rapporti tra le organizzazioni criminali casertane e i colletti bianchi della città dell’Agro. Cassandra ha spiegato che una decina di imprese legate ai casalesi hanno avuto rapporti con l’ex amministrazione comunale scafatese. Alcune, con sede a Casapesenna, hanno perfino partecipato ai lavori per la realizzazione della variante di via Oberdan. Secondo quanto riferite, le società sarebbero legate ai gruppi di Michele Zagaria, Antonio Iovinee Francesco Schiavone, noto come “Sandokan”.
A Scafati, secondo il pentito, queste ditte avrebbero avuto accesso facile per l’aggiudicazione degli appalti. Merito anche di un sistema ben collaudato, che riusciva a superare ogni tipo di problema. In pratica, i casalesi tenevano buoni anche i clan della città, vogliosi di mettere le mani sui profitti derivanti dagli appalti. Quando sorgevano degli intoppi a intervenire era, secondo Cassandra, Michele Zagaria in persona. Il boss dei casalesi, infatti, temeva che senza il controllo dell’area, i clan locali avrebbero potuto creare problemi al suo business.
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