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Sanità in Lombardia: “Stanze lussuose a pazienti ordinari”

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In Lombardia l’assessore Gallera ringrazia la sanità privata per la gentile concessione di  “stanze lussuose a pazienti ordinari”

 

Sanità in Lombardia: “Stanze lussuose a pazienti ordinari”

 

Le cliniche private hanno aperto le loro stanze lussuose ai pazienti ordinari, durante la pandemia COVID. Questa è la grande rivelazione dell’assessore Giulio Gallera, che si occupa di sanità in Lombardia, oltre che di welfare. Gli ospedali privati della Lombardia, regolarmente convenzionati e pagati con i soldi di TUTTI i contribuenti lombardi, hanno fatto la gentile concessione di aprire le loro stanze lussuose – riservate ai ricchi- anche ai malcapitati pazienti “ordinari”, e di ammetterli a usufruire di un lusso che loro non meritano. Il lusso è per i ricchi. I poveri si accontentino di essere curati, per favore. Questa la filosofia che ispira la giunta leghista di regione Lombardia, qualora non si era capita. I “cummenda”, i padroncini della “fabbrichetta”, i titolari di partita IVA, chi ha soldi – a vario titolo – può andare a curarsi nelle strutture dove ci sono le “stanze lussuose”. Gli operai, i pensionati, la povera gente, anzi la gente “ordinaria” – come Gallera li definisce – ecco, tutti quelli che non hanno il portafoglio pieno, quelli devono accontentarsi e ringraziare.

La Costituzione della Repubblica Italiana afferma chetutti i cittadini hanno pari dignità sociale”, anzi aggiunge, a scanso di equivoci che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitano l’eguaglianza dei cittadini” (art. 3).  E più avanti è scritto chiaramente che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo” (art. 32).

Così recita la Legge fondante del nostro stato a cui tutti dovrebbero uniformarsi. A maggior ragione un esponente delle istituzioni, che ricopre un incarico di servizio verso tutti i cittadini. Che -superfluo affermarlo – sono tutti uguali per diritti e dignità.

Ma ormai ci siamo abituati – ahinoi! – alla interpretazione leghista delle leggi e delle norme, con la loro insofferenza per tutto quanto sappia di norme statali. Per loro vale solo la norma ragionale. E possibilmente in contrasto con la norma statale, soprattutto se a Roma siede un governo del quale loro non fanno parte.

Le cronache ci riferiscono di un’altra “illustre” politica, folgorata dal verbo leghista anche lei: la neo candidata presidente per la regione Toscana. La signora è stata sindaca in una cittadina del pisano ed attualmente ricopre l’incarico di eurodeputata. Ebbene lei ha riferito che da sindaca si era sempre rifiutata di esporre negli uffici la foto del Presidente delle Repubblica. Mancando di rispetto istituzionale verso la più alta carica dello stato, che rappresenta l’unità nazionale. Ecco la loro faziosità costitutiva.

Vogliamo parlare anche del neo assessore alla cultura della regione Sicilia? Ma voi potete pensare che un leghista, con simpatie per le dittature, debba ocuparsi di organizzare la cultura di una regione con una storia millenaria come la Sicilia? Eppure il pifferaio leghista è riuscito ad abbindolare anche i siciliani.

I cittadini e gli elettori è bene che prendono consapevolezza di questa filosofia e ne tengano debita nota per le prossime competizioni elettorali autunnali. Se invece per autolesionismo, vogliono farsi del male da soli. Liberissimi. Ma senza poi lamentarsi di politici inadatti e di  “classe politica” inetta. Abbiamo il presagio come di parlare al vento. Tuttavia sentiamo forte il dovere di dire ad alta voce quali sono i nostri timori. Felicissimi se i fatti ci dovessero smentire.  

Carmelo TOSCANO

 

 

 

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