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Salvini:”Regeni? Comprendo famiglia, ma i rapporti con l’Egitto sono più importanti”

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Il problema Regeni” esordisce così il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, definendo un “problema” il sequestro, la tortura, l’assassinio di un cittadino italiano all’estero.“Il più tremendo” per usare le parole della mamma di Giulio, Paola, “dal nazismo a oggi”.
Da notare che queste sono le prime parole di un membro del nuovo esecutivo riguardo la ricerca della verità sull’assassinio di Giulio Regeni. Parole rilasciate da Salvini, nelle interviste televisive di queste ore e in quella al Corriere della Sera, nella quale il ministro ha spiegato che “comprende bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto”.
Parole che fanno trasparire un certo lassismo, soprattutto se si pensa che fino a poche ore fa per uno scarno “insulto” ricevuto da Macron, il Governo ha immediatamente convocato l’ambasciatore francese e minacciato di far saltare incontri e tavoli di discussione. Lassismo che fanno notare anche gli attivisti di Amnesty International:“Da una parte Salvini ritiene che la richiesta di giustizia sia un’esclusiva della famiglia di Giulio e non invece di tutta l’Italia, essendo in gioco la democrazia del nostro paese. E dall’altra passa su un Regime dove ogni giorno spariscono due persone, proprio com’è accaduto a Giulio, e dove tengono in carcere persone come Amal Fathy, moglie del consulente legale della famiglia Regeni al Cairo, Mohammed Lotfy, in carcere da settimane con accuse gravissime e assolutamente non provate”.
Come già successo già nei primi giorni di questo governo “bipolare”, le parole del ministro degli Interni sono, tra l’altro, in controtendenza con quanto detto e fatto nelle scorse settimane dal presidente della Camera, Roberto Fico, che ha incontrato i genitori di Giulio e l’ambasciatore italiano al Cairo, Gianpaolo Cantini, chiedendogli il massimo sforzo in un momento cruciale per l’indagine: i magistrati romani hanno messo sul tavolo dei colleghi egiziani elementi cruciali per poter circoscrivere le responsabilità di nove agenti della National security.

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ommentando gli ultimi risvolti, Paola e Claudio Regeni avevano parlato di “momento di svolta nel quale chiediamo l’aiuto di tutti”. Momento che il Governo Conte, almeno per voce di uno dei suoi più importanti membri, non pare abbia voglia di cogliere. Snaturando il carattere “prepotente” adottato in queste ore. Lo stesso Salvini il 13 aprile del 2016 al riguardo aveva sostenuto con la sua solita verve da campagna elettorale eterna:“Il comportamento dell’Egitto è una farsa, l’Italia dovrebbe mostrare gli attributi”, mentre oggi, invece, sostiene che si può anche passare oltre un ragazzo torturato e assassinato da un Regime per poter mantenere buoni rapporti e ingraziarselo.


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