A tutti è noto che la competenza sui porti fa capo al Ministro delle infrastrutture che è di Toninelli, e non di Salvini che è Ministro dell’Interno, eppure ….
Eppure, nel silenzio generale e qualche mugugno di Toninelli, da tempo è Salvini che “detta legge” e mette becco nelle competenze di ogni Ministero, non escluso quello delle Infrastrutture, per cui eccolo lì a blaterare anche sulla chiusura dei porti, prima solo alle navi delle ONG straniere e poi, in un crescendo, finanche alle navi della stessa Marina Italiana facenti capo alle Capitanerie di Porto, e quindi, al massimo, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti come prevede la vigente legislazione che, all’interno del Codice della navigazione, stabilisce, all’articolo 83, che può impedire «per motivi di ordine pubblico» il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale.
span style="color: #333333;">Ovviamente, essendo, per quanto possibile, sani di mente, i nostri legislatori non avevano nemmeno lontanamente pensato di dover fare un chiaro distinguo e specificare, addirittura, che la Marina Militare è ben altra cosa. Ma allora non era ancora entrato in scena Franco Basaglia (il riformatore della disciplina psichiatrica in Italia), i “cosiddetti matti” erano tutti internati e privi di ogni diritto, e di Salvini non c’era ancora traccia. Oggi siamo in epoca post Basaglia e, purtroppo, un Salvini che da bullo prezzemolino quale mostra di essere, si allarga in ogni dove, lo abbiamo ed arriva ad inveire anche contro la Guardia Costiera italiana che ha avuto l’ardire di soccorrere, con nave Diciotti, 67 persone e che ora, strana e assurda pretesa (secondo Salvini), pretende di entrare – e portarli – in un porto italiano nonostante che lui si opponga e lamenti: “Toccava ai libici intervenire”.
“La Diciotti non sbarcherà senza garanzie per la sicurezza” stranazza il nostro prezzemolino, e così mostra, ancora una volta, tutto il suo essere meschino, rabbioso e sprezzante di ogni persona, cosa e regola che non sia in linea con la sua arroganza il che lo porta a non tener in alcun conto neanche il pensiero, e le critiche, del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli che difende l’intervento italiano. Sul caso della nave Diciotti interviene anche l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, chiedendo all’Italia di “salvare vite e individuare un porto di sbarco”.
E questo è, per cui che dire se non ripetere: “io speriamo che me la cavo”, e cantare, con Battiato, “Povera Patria”
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