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alvini lancia la manifestazione dell’8 dicembre “contro i signori di Bruxelles” dice e rincara: “Nessuna letterina potrà farci tornare indietro”. Gli fa subito eco Di Maio che, temendo di perdere terreno, lo segue pedissequamente affermando: “Adesso attacchiamo anche noi”, e fa niente se così, anche lui, si rotola sempre più nella melma tanto che poi, in un fatale giro di valzer, alla fine si udirà Salvini dire: ecco che arriva Di Maio, – e ridire -, si sente la puzza da lontano.
Il terzo in parte, Conte, il soggetto con la nomea di premier, per l’ennesima volta resta perplesso e, riferendosi principalmente a Salvini, dice: “Così non aiuta la mediazione”. Ed è così che il monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “niente risse con l’Europa, con la Bce e con tutte le altre istituzioni Ue”, cade anch’esso nella melma salviniana risucchiato nel vortice del “Facite Ammuina” della vulgata sulla regia marina che, a quanto tramandato, recitava:
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“All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso pertuso; chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
Ed è così che si alza un bel polverone su qualsiasi realtà indigesta che non si vuole (può) spiegare, in concreto e con dati di fatto reali e non solo con chiacchiere, per cui, per il nostro Duo di ministri prezzemolini, l’adagio – addattato alla loro bisogna – risulta più che utile e ne fanno largo utilizzo ordinando – come allora – a se stessi, e a tutti i militanti (all’epoca: marinai):
“All’ordine Facite Ammuina: tutti quelli che stanno parlando di “quota 100”, se incalzati, si spostino e si portino sul “sussidio di cittadinanza” mentre, quelli che stanno blaterando di “diritto di cittadinanza” si spostino e si portino su “quota 100″; quelli che blaterano su tematiche di sinistra si spostino su quelle di destra e quelli che blaterano di tematiche di destra si spostino su quelle della sinistra; tutti quelli che millantano aiuti a chi sta sotto si spostino su quelli che stanno sopra e quelli che millantano aiuti a quelli che stanno sopra si spostino sugli interessi di chi sta sotto passando tutti sullo stesso conteggio; chi poi non ha nulla da fare, si agiti lo stesso, si muova a destra e a sinistra” (tanto per aumentare la confusione e dare idee che si sta facendo qualcosa)
Ma chi vuol vedere anche nel polverone, si protegge gli occhi con gli occhiali del realismo e nota, ad esempio, che:
- nella manovra sale il prezzo delle sigarette e aumentano le tasse locali per cui, dal prossimo anno, cìè il rischio di un rincaro per Imu e addizionali Irpef;
- Di Maio sta vivendo un momento turbolento dal punto di vista dell’immagine il che, essendo tutto quanto costituisce il suo capitale, è un duro colpo per il masaniello avellinese per cui si comincia ad avere l’impressione che la sua irresistibile spinta propulsiva si sia un po’ esaurita;
- Salvini continua a giocare con le parole e gli eventi saltando, secondo convenienza, da una cosa all’altra mettendo a frutto la sua più solida esperienza “politica” (di quella pelosa e deleteria). E lo fa anche ora con la RICHIESTA di archiviazione presentata, si dice, dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, del quale si è tanto letto in passato per filoni giudiziari che oggi si etichetterebbero di salviniano odore (per alcuni: puzza) come, ad esempio, uno su tutti, quello sui presunti contatti tra trafficanti di uomini e Organizzazioni non governative che suscitò l’attenzione del Consiglio superiore della magistratura.
Il ministro, come sua abitudine, apre la busta in diretta Facebook e fa, di una semplice RICHIESTA di Archiviazione, un’ARCHIVIAZIONE già realizzata e, non pago, fa innocenza conclamata di una motivazione che si rifà ad una presunta non sindacabilità di quella che, secondo la Procura di Catania, fu una scelta politica (il che, tradotto, vuol dire che si concede, a Salvini, i privilegi dello scudo d’immunità politica – sic!).
Poi, visto che il bronzo abbonda da quelle parti, incurante di dar così ragione, per l’ennesima volta, ad un famoso titolo della rivista satirica “Cuore”, si permette anche il lusso di passare all’attacco e di chiedere: “Quanti soldi hanno speso per questa indagine?” (ancora sic!).
E gli italioti tutti lì pronti ad applaudirlo il che ci spinge a continuare il ricorso al nostro mantra: “Io speriamo che me la cavo!”. Speriamo!
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