Le sue parole
Arrigo Sacchi ha scritto un interessante articolo sulle pagine della Gazzetta dello Sport: “Gli scugnizzi di Sarri all’attacco del mitico Bernabeu. Come nel lontano 1987, quando gli azzurri guidati dal grande Maradona uscirono dominati e sconfitti pur in uno stadio senza tifosi. Gli azzurri dovranno interpretare il match da protagonisti senza artifici tattici o difese eroiche. Non possono tradire identità, giovinezza, entusiasmo e una guida formidabile che li aiuta, aumentandone creatività e talento. Da una parte ci saranno i più grandi giocatori del mondo, nel club più ricco, famoso e vincente (11 Champions), dall’altra un gruppo di ragazzi in crescita, quasi nessuno titolare nelle nazionali top e in un club che mai ha vinto una Champions e con un fatturato che è un quinto del rivale. Tutto sembra non dare spiragli agli azzurri che posseggono però un valore che non si compra: una grande organizzazione di gioco. Sarri ha dato ai suoi uno stile di gioco. Perso Higuain e dovendo rinunciare a Milik la squadra ha segnato più gol dell’anno scorso e inventato Mertens cannoniere. Il lavoro di Sarri è quello di un genio, al pari di impegno e volontà dei suoi ragazzi, obbligati a praticare un copione dove volontà, intelligenza e lavoro sono fondamentali. In un confronto individuale non ci sarebbe storia, ma il calcio è una somma di valori fisici e tecnici. Gli uomini di Sarri dovranno possedere uno spirito di organizzazione di squadra superiore, un possesso palla veloce e mai statico. Servono ripartenze e cambi di velocità con tagli e attacchi alle spalle dei rivali. La velocità e i movimenti senza palla faranno aumentare le soluzioni e mettere in difficoltà Ramos e compagni. Cari e bravi ragazzi, potete compiere un’impresa, a patto che non tradite per paura il vostro lavoro e il vostro sapere”.
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