Hanno tagliato le sbarre del magazzino e poi hanno scavalcato il muro di cita. Erano stati condannati per diversi omicidi. La notizia diffusa dalla Cisl Fns.
span style="color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">Evasione dal carcere romano di Rebibbia. Due uomini sono scappati segando le sbarre di un magazzino e fuggendo via poi a piedi. A diffondere la notizia è stato il segretario generale aggiunto della Cisl Fns, Massimo Costantino, che in un comunicato scrive: “Apprendiamo di una evasione avvenuta poco fa presso l’istituto romano di Rebibbia. Al momento non è stato possibile sapere di più. Due detenuti romeni. Aperte le ricerche con varie unità della polizia penitenziaria e altre forze di polizia”.
I due criminali – che sarebbero stati condannati per diversi omicidi – sono ricercati da agenti e carabinieri. Secondo le prime informazioni i due, intorno alle 19, avrebbero tagliato le sbarre del magazzino e poi sarebbero scappati scavalcando la rete e il muro di cinta del penitenziario per poi darsi alla fuga a piedi lungo via Tiburtina.
L’ultimo precedente risale al Ferragosto scorso quando un giovane scappò dal carcere. Una fuga durata due giorni e finita con l’arresto nella stazione di Milano.
Il 12 febbraio del 2014 invece, quasi due anni esatti fa, furono in due a calarsi con le lenzuola dalle loro celle e a scappare dalla cosiddetta “terza casa” di Rebibbia, l’area in cui sono reclusi i tossicodipendenti. Un caso su cui la procura di Roma aveva aperto un’inchiesta oltre all’indagine interna avviata dal penitenziario per le modalità beffa della fuga.
E ancora: al 14 aprile del 2010 risale la fuga di altri due ergastolani, condannati per omicidio, mai rientrati dal permesso premio di dieci giorni concesso loro per Pasqua dal Tribunale di sorveglianza di Roma.
Nel novembre del 1986 nel carcere romano di Rebibbia fu organizzata la clamorosa evasione in elicottero. Il franco-tunisino André Bellaiche e l’estremista nero Gianluigi Esposito, appesi ai pattini di un elicottero della Croce rossa aiutati dai complici appartenenti a una delle organizzazioni più spietate della mala francese, fuggivano senza lasciare tracce.
Lascia un commento