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Mancini: Verità Esplosiva sull’Addio Azzurro

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oberto Mancini rivela le ragioni dell’addio alla Nazionale Italiana, sottolineando la clausola contrattuale e i cambiamenti nello staff. L’amore per l’Italia è il motore delle dimissioni.

Il Gestore dell’Amore Azzurro: Mancini Rivela le Cause dell’Addio alla Nazionale

In sintesi, l’addio di Roberto Mancini alla Nazionale Italiana è stato un atto guidato da un amore profondo e da questioni complesse che hanno minato la sua fiducia e serenità.
Mancini ha rivelato il suo rispetto e la sua gratitudine per il periodo trascorso sulla panchina azzurra, ma ha riconosciuto che era giunto il momento di voltare pagina.
Mentre il calcio italiano continua a evolversi, l’eredità di Mancini rimarrà parte integrante della storia della Nazionale.

L’addio di Roberto Mancini alla panchina della Nazionale Italiana ha suscitato sorpresa e dibattito, ma ora il mister stesso apre il sipario sulla sua decisione, spiegando con chiarezza le ragioni che lo hanno spinto a lasciare il timone della squadra azzurra.
In una serie di interviste rilasciate a Libero e Repubblica, Mancini dipinge un ritratto articolato dei fattori che hanno contribuito al suo gesto d’amore verso l’Italia.

Per Mancini, lasciare la Nazionale è stato un atto di profondo affetto, non un tradimento.

Il mister è chiaro nel sottolineare che non sono mancate offerte allettanti da altre parti, ma che l’interesse finanziario non è mai stato il motore delle sue scelte. Le questioni principali che hanno guidato la sua decisione sono state di natura tecnica, sportiva e contrattuale.

Uno dei punti chiave sollevati da Mancini è stata una clausola contrattuale che potrebbe sembrare insignificante agli occhi di molti, ma che per lui rappresentava un segno di fiducia o mancanza di essa.
Si tratta della clausola che avrebbe comportato il suo licenziamento in caso di mancata qualificazione agli Europei successivi.
Mancini ha affermato di aver chiesto cortesemente al presidente della Federazione, Gabriele Gravina, di rimuovere questa clausola, non tanto per l’aspetto contrattuale, ma per il gesto simbolico che avrebbe rappresentato.
Tuttavia, la richiesta è stata respinta, un segnale che Mancini ha interpretato come una mancanza di fiducia nei suoi confronti.

Un altro fattore che ha contribuito alle dimissioni è stato il cambiamento nello staff tecnico, in particolare l’addio di Chicco Evani, il suo vice per cinque anni.
Mancini ha espresso chiaramente il suo dissenso riguardo a questa decisione e ha sottolineato che la mancanza di serenità che ne è derivata avrebbe ostacolato la sua capacità di affrontare le sfide future.

Non è stata una decisione improvvisa, ma piuttosto una scelta meditata e ponderata, come ha sottolineato Mancini.

La sua moglie, Silvia Fortini, è stata coinvolta nel tentativo di rimuovere la clausola contrattuale, inviando un messaggio al presidente Gravina il 7 agosto.
Tuttavia, nonostante gli sforzi, la richiesta è stata negata, e questa risposta ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Mancini ha anche toccato il tema delle offerte provenienti dall’Arabia Saudita, smentendo che l’aspetto finanziario abbia guidato la sua decisione.
Sebbene ci sia un interesse da parte dell’Arabia Saudita, Mancini ha chiarito che la Nazionale Italiana rimaneva al primo posto nel suo cuore e che avrebbe continuato a concentrarsi su di essa.
La proposta saudita, sebbene non concretizzata, ha sollevato domande riguardo a possibili conflitti di interesse legati agli accordi di sponsorizzazione tra la FIGC e la Gazzetta dello Sport.

Inoltre, Mancini ha condiviso il peso emotivo causato dalla perdita di Gianluca Vialli, un amico e collaboratore molto caro.
La mancanza del suo carisma e della sua presenza in Nazionale ha influito sulla sua decisione, sebbene non abbia determinato direttamente il suo addio.

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