Il deputato mostra i suoi messaggi WhatsApp con il consigliere M5S: “Nessun riferimento a intimidazioni, non ne sapevo niente”
ROMA. “Mai, mai, mai ho pensato che su Rosa ci fossero pressioni della camorra. Nessuno di noi è venuto a conoscenza di minacce o ricatti, altrimenti avremmo subito denunciato”. Roberto Fico è seduto davanti al suo computer nell’ufficio da presidente della commissione di Vigilanza Rai. Ha appena postato su Facebook le immagini della conversazione WhatsApp avuta col consigliere di Quarto Alessandro Nicolais il 16 dicembre. Quella in cui dice “Andate avanti e cercate di lavorare tranquillamente”.
Sembra un invito a mettere tutto a tacere, a nascondere le minacce di De Robbio. È così?
“Non lo è. Per questo ho deciso di pubblicare le immagini della conversazione. Il consigliere Nicolais, che nel messaggio si presenta perché non ci conoscevamo, mi chiedeva delucidazioni sull’espulsione di De Robbio e proponeva un incontro con gli eletti di Quarto sulla vicenda. La mia è stata a una risposta veloce a questa richiesta, non c’è nessun riferimento a presunte intimidazioni di cui sarei stato a conoscenza. Semplicemente perché non lo ero”.
Lei non sapeva che il sindaco fosse ricattata per la vicenda dell’abuso edilizio?
“Non sapevo di alcuna minaccia o ricatto. Come avrei potuto se è stata lei stessa – a più riprese – a negare di aver avuto questa percezione? “.
Eppure, intercettata con un’amica, Rosa Capuozzo dice di aver chiesto un incontro a Luigi Di Maio, chiedeva un “commissariamento” da parte del direttorio, perché?
“Ci sono piani che si sovrappongono nelle intercettazioni e l’interpretazione è fatta ad arte da certa stampa e dai manipolatori di mestiere del Pd. Quando Rosa parla di “commissariamento” non si riferiva a minacce o intimidazioni. Parlava del capogruppo in consiglio comunale Nicolais che voleva aumentare l’importo dei gettoni di presenza. Su questo aveva chiesto l’intervento di Luigi”.
Ma se non sapevate nulla, perché avete espulso De Robbio il 14 dicembre?
“Rosa ci aveva già segnalato di avere avuto problemi con questa persona, De Robbio chiedeva di fare cose opposte a quelle previste dal programma. Come la privatizzazione dello stadio, che è un baluardo anticamorra e che noi vogliamo resti pubblico”.
Quando avete deciso la cacciata di De Robbio, però, il sindaco era già stato sentito da Woodcock. Sapevate che il consigliere stava per essere indagato?
“No. Sapevo che Rosa era stata sentita in procura e che c’erano state delle domande su di lui, sulle richieste che aveva fatto, ma la sua espulsione è avvenuta in base alla violazioni del programma segnalate del sindaco con un’e mail allo staff di Beppe”.
Secondo alcuni esponenti del Pd le intercettazioni dimostrano che lei e Di Maio eravate al corrente, chiedono le vostre dimissioni. Come risponde?
“Le intercettazioni dimostrano esattamente il contrario ed è per questo che oggi abbiamo pubblicato gli screenshot dei messaggi e chiesto che vengano pubblicate tutte le intercettazioni. Chiunque affermi che io o Luigi sapevamo di minacce o ricatti mente sapendo di farlo e sarà querelato”.
Lei è il responsabile nazionale dei meet up, fa battaglie sulla legalità da oltre10 anni. Se la tesi dei pm sarà confermata la camorra si è infiltrata nelle vostre liste. Ha fallito?
“De Robbio è stato espulso dal Movimento prima ancora che fosse indagato e poi si è dimesso dal consiglio. Questo per lei è un fallimento? La Camorra da noi non ha ottenuto nulla, questa è per noi una vittoria”.
Senza una struttura è più difficile conoscere i propri candidati, non crede?
“La struttura ce l’ha il Pd e non si contano gli indagati e i condannati nelle file dei loro eletti. Se si facesse un diagramma, noi saremmo un puntino infinitamente piccolo e il Pd una grande curva di indagati”.
Non crede che dobbiate migliorare i meccanismi di selezione?
“Noi siamo un Movimento, abbiamo un processo di miglioramento costante anche a seconda degli errori che facciamo. Ma se l’animo di un uomo ti tradisce non c’è regola che possa tenere. Quel che conta è la risposta che dai, e noi l’abbiamo data”.
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