<strong>Il procuratore nazionale antimafia: “Il differente trattamento può determinare conseguenze per l’uso delle dichiarazioni rese dai migranti, che sono fondamentali per ricostruire le reti del traffico”
ROMA – Il reato di immigrazione clandestina? “Un ostacolo alle indagini”. Abolirlo farà arrivare più immigrati? “I dati ci dicono che non ha avuto finora una funzione dissuasiva”. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti ha sostenuto la sua abrogazione, ecco perché.
“Da due anni il mio ufficio si occupa molto intensamente del coordinamento delle indagini sul traffico di migranti via mare gestito dalle organizzazioni criminali. In questa attività, e in più riunioni con i procuratori distrettuali, c’è stato segnalato il problema del trattamento giuridico processuale dei migranti proprio in relazione al reato di immigrazione clandestina”.
Qual era la lamentela dei suoi colleghi?
“La questione riguardava in particolare le regole da seguire per raccogliere le dichiarazioni dei migranti, che possono essere fondamentali per ricostruire le reti dei trafficanti, a seconda se i migranti debbano essere esaminati come indagati di immigrazione clandestina, quindi con le necessarie garanzie difensive, oppure se devono essere considerate mere persone informate sui fatti, se non addirittura delle vittime di tratta”.
Ci fa capire la differenza dell’approccio e le consegue?
“È evidente che questo profilo giuridico è estremamente delicato, perché il differente trattamento può determinare conseguenze per l’uso delle dichiarazioni rese dai migranti, che sono fondamentali per ricostruire le reti del traffico”.
Che cosa si è rivelato più vantaggioso, un immigrato “colpevole” del reato di immigrazione clandestina oppure uno spettatore e vittima dei fatti?
“Non v’è dubbio che è molto più utile per le indagini e per accertare la responsabilità di soggetti colpevoli di traffico organizzato di migranti poter esaminare i clandestini solo come persone informate sui fatti, con riflessi positivi sulla speditezza, efficacia e legittimità delle indagini contro i trafficanti”.
Per arrestare chi traffica con gli essere umani, qual è il vantaggio di avere un immigrato non imputato?
“Se viene sentito come imputato può tacere trincerandosi dietro la facoltà di non rispondere o peggio depistare le indagini. Mentre, se è sentito come persona informata sui fatti, è obbligato a parlare e a dire la verità. Inoltre, evitando di sentire il migrante come imputato lo Stato risparmia, perché non ci sono i costi del difensore d’ufficio nelle fasi delle audizioni e fino alla conclusione del processo”.
Scusi, ma allora perché la depenalizzazione di questo reato, che già ora non comporta il carcere ma una multa elevata, trova molte difficoltà?
“L’eventuale pena irrogata non viene quasi mai eseguita perché ovviamente il migrante non ha la possibilità di pagare. Sarebbe più utile, dopo aver trasformato l’immigrazione clandestina in un illecito amministrativo, conservare il rilievo penale solo per chi viola gli eventuali provvedimenti amministrativi di espulsione. Tenendo conto che spesso, in un secondo momento, ai migranti può essere riconosciuto lo status di rifugiato “.
Il reato di immigrazione è del 2008. Da allora a oggi che conseguenze ha prodotto?
“Sul piano della giurisprudenza non si è raggiunta una valuta- zione uniforme perché in certi casi è stata invocata, per escludere il reato, la discriminante dello stato di necessità di raggiungere la costa per salvarsi la vita. Ma in altri si è ritenuto che il solo fatto di mettersi in viaggio senza autorizzazioni integrasse il reato. In altri ancora è stato escluso il reato sul presupposto che l’ingresso del migranti in Italia sarebbe avvenuto a opera dei soccorritori, mentre la sua condotta illegale si doveva considerare terminata fuori dalle acque territoriali e quindi non punibile”.
Il reato ha svolto una funzione dissuasiva sull’immigrazione clandestina?
“Stando ai dati constato che non sembra proprio che la norma l’abbia svolta”.
A reato depenalizzato cosa prevede?
“Che sarà più facile individuare e colpire i trafficanti di esseri umani”.
*larepubblica
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